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Guardare le cose da un’altra prospettiva

Settembre 13
20:24 2024

Cambiare il nostro punto di vista e guardare le cose in prospettiva è un ottimo passo per cambiare la visione di quello che stiamo guardando, infatti la nostra realtà può cambiare se la guardiamo in un altro modo, magari con altri occhi.

Immaginiamo di stare in mezzo alla strada, cosa noteremmo? Suoni di clacson, martelli pneumatici per i lavori in corso, ingorghi del traffico, le sirene … Ora immaginiamo di spostarci dalla strada e di salire sulla terrazza del palazzo di fronte ad essa. Siamo nello stesso posto eppure la realtà è diversa da qui: la vista panoramica è fantastica, in lontananza si scorge il mare, splende il sole, …

Ciò che abbiamo fatto è: un cambio di prospettiva. Pur trovandoci nello stesso posto abbiamo visto le cose da un’altra prospettiva; il posto era lo stesso ma la visione era tutt’altro. Ecco cosa avviene nella vita: dentro ognuno di noi ci sono sirene, ci sono i clacson, gli ingorghi, però c’è anche un panorama bellissimo, un sole splendente, una vita vista mare … bisogna solo fare lo sforzo di salire le scale.

Ma non basta, il cambio di prospettiva ci consente di capire anche gli altri ( empatia) adottando altri punti di vista comunque validi. Molte volte due persone possono vedere la stessa cosa in due modi diversi, ma in entrambi i casi i loro punti di vista hanno un valore e una giustificazione.

Ogni volta che discutiamo con la gente, ci focalizziamo solo sul nostro punto di vista e sulle nostre convinzioni.

Quando due persone discutono infatti, entrambi i punti di vista sono fondamentali perché tutte le persone hanno una sensibilità differente e percepiscono le cose in modo diverso dal nostro. Guardare le cose in prospettiva ci aiuta ad allargare i nostri orizzonti e a tenere in considerazione altre possibilità, uscendo così dalle nostre ferree convinzioni. Non è un lavoro facile, ma quando ci riusciremo saremo anche più empatici e capiremo come le altre persone si sentono.

Uno dei modi per cambiare punti di vista è porsi le domande giuste e orientarle verso l’esterno. Ci si può domandare come si stia sentendo l’altra persona, capire come si può trarre il meglio dalle situazioni e chiedersi se effettivamente quello che si pensa può essere analizzato in altro modo.

Nel film” L’Attimo Fuggente” c’è una frase che spiega perfettamente che cosa vuol dire cambiare punto di vista, il Professore Keating ( l’attore Robin Williams) dice infatti:

    “Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse.

    E il mondo appare diverso da quassù.

    Non vi ho convinti?

    Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.”

A volte quando una situazione ci sembra senza uscita, o peggio ancora qualcosa ci deprime o ci butta giù è importante cercare di vedere le cose in un’altra prospettiva. Per far questo una delle grandi capacità di fronte al dolore è sviluppare la resilienza. Allora diventa fondamentale aprirsi a nuovi orizzonti di possibilità, mettere tutto in “Forse” senza sentenze di condanna definitive severe verso noi stessi, lasciar andare per creare in noi un nuovo paesaggio interiore fatto di quiete, pace, tranquillità, serenità e calma. Per fare questo dobbiamo semplicemente porci questa domanda: “quanto mi aiuta pensare questa cosa?”, oppure “che cosa mi impedisce di fare questa cosa?”, oppure ancora, “come posso passare da vittima a protagonista?”, “come posso trarre il meglio da questa situazione?” Ancora una volta è bene considerare la nostra realtà in modo diverso, una modalità che ci aiuti a prendere le distanze, e che ci guidi all’azione o all’accettazione della situazione se non è sotto il nostro controllo e al cambiamento della stessa non più da vittime impotenti ma da protagonisti in azione per cambiare in meglio lo stato delle cose e degli eventi a nostro favore e beneficio.

Per fare ciò può tornare utile un altro arteficio che ci viene in aiuto dalla Tecnica del Disegno e dalla Storia dell’Arte: la prospettiva “ a volo d’uccello” o “ dall’alto”. La veduta a volo d’uccello, rappresentazione dall’alto, secondo la visuale propria degli uccelli – o di un aereo – in volo, è una tecnica – particolarmente in voga in ambito industriale nell’Ottocento che permetteva all’osservatore di cogliere, con un solo colpo d’occhio, tutto lo sviluppo fisico e urbano ( la visione tutta intera), grazie ad un punto di visuale – ottenuto con sorprendenti capacità di astrazione – fisicamente irraggiungibile e posto tra i 200 e i 400 metri di altezza nel quadrante Sud-Ovest del cielo. Era, questo, un genere, che, a partire dalla fine del Quattrocento, aveva impegnato pittori, ingegneri militari e cartografi nella realizzazione di vedute prospettiche dei principali centri urbani d’Europa, affinato e sviluppato poi dai cartografi e dagli editori olandesi tra il Cinque ed il Seicento, e che avrebbe trovato, nel XVIII secolo, Giovan Battista Piranesi tra i suoi maggiori esponenti.

Molti dei problemi che ci affliggono derivano dal fatto che siamo intrappolati dentro la nostra testa. Ossessioni, panico, fissazioni, pesi, incombenze, problemi e catastrofismo sono tutti casi in cui i pensieri angoscianti si moltiplicano e soffocano qualunque altra idea o sentimento. Anche la più timida voce razionale od ottimistica viene messa a tacere. Siamo come “l’albatros” di Baudelaire che appesantito dai pensieri angoscianti e dalle difficoltà non riesce più a volare.

A tal proposito, l’imperatore romano del II secolo Marco Aurelio, uno dei più grandi esponenti dello stoicismo, già offriva la stessa soluzione concreta: guardare le cose dall’alto.

Allora immaginate di fluttuare sopra voi stessi. Anziché rinchiudervi nei vostri pensieri, osservate le cose dall’alto. Immaginate di premere il tasto della telecamera in terza persona di un videogioco oppure di osservare voi stessi da una telecamera a circuito chiuso. Adesso ingrandite l’immagine con lo zoom. Osservatevi come fareste con Google Maps o Google Earth. Allontanatevi finché non diventate un puntino nell’universo.

Come dice Marco Aurelio, tenete presente tutta quanta la sostanza, di cui partecipate per una minima parte; tutto quanto il tempo, di cui vi è stato assegnato un breve e momentaneo spazio.

Adesso fermatevi un istante. Osservate con attenzione cosa sta succedendo. Vi viene da sorridere di fronte alle effimere e vane ambizioni del potere. Lassù siete come Dio! Ora tornate alla vostra prospettiva: potete “sbarazzarvi di molte cose inutili fra quelle che vi disturbano“, e rendervi conto di quanto “sia breve il tempo che separa la nascita dalla dissoluzione“, e di come tutte le vostre preoccupazioni, per quanto grandi possano essere, siano infinitesimali rispetto all’universo intero e all’eternità. È quella che Spinoza avrebbe chiamato sub specie aeternitatis, la “prospettiva dell’eterno”. L’impero romano, Albert Einstein e quell’e-mail antipatica del vostro capo non contano nulla di fronte all’immensità del cosmo e del tempo.

Oggi gli psicologi parlano di distanziamento, grazie al quale possiamo guardare ai nostri pensieri e sentimenti da un punto di vista distaccato, che viene a mancare quando siamo sopraffatti dalla vita. Possiamo vedere e giudicare noi stessi come faremmo con il personaggio di un film o di un libro. In questo modo sarà più facile dirigere pensieri, reazioni e azioni come desideriamo.

La distanza ci offre il respiro necessario per prendere decisioni ragionevoli e sensate. Perciò, quando vi sentirete soffocati dai vostri pensieri, provate a seguire il suggerimento degli stoici: osservatevi dall’alto e contemplate l’eternità. Le vostre preoccupazioni sembreranno prive di importanza e insignificanti, e conquisterete il distacco necessario per avere il pieno controllo sul modo in cui reagite alla vita.

Mettete in azione nella vita “il terzo occhio” (anche noto come l’occhio interiore): un organo capace di percepire realtà invisibili situate oltre la visione ordinaria, così da consentirvi di condurre all’interno di mondi interiori spazi di coscienza superiore. E ora spiccate il volo, vi aspettano spazi infiniti!

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