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Grottaferrata: un tuffo nel ventennio sessantottino con Rita Gatti nella Biblioteca Comunale

Grottaferrata: un tuffo nel ventennio sessantottino con Rita Gatti nella Biblioteca Comunale
Maggio 08
20:32 2024

Un salto nel passato, negli anni ’60-’70 del secolo scorso, l’atmosfera respirata ieri 7 maggio nella Biblioteca  comunale Bruno Martellotta a Grottaferrata, alla presenza di un numeroso pubblico. Al tavolo dei relatori, oltre a Rita Gatti,  autrice del romanzo ‘Catch the wind – Volevamo cambiare il mondo (1968-1977)’ –  Armando Siciliano Editore, Angelo Viticchiè e Carla Paradisi e lo stesso editore.

Un salto in un mondo nel quale le giovani generazioni di allora sognavano di poter rivoluzionare e rinnovare il mondo, creando una forza fatta di speranze, aspirazioni, desiderio di uguaglianza, giustizia, pace…

Il saluto dell’Amministrazione comunale a nome di Veronica Pavani, responsabile della Rassegna Letteraria Permanente apre l’incontro,  nel quale inizialmente viene citato Bertrand Russell filosofo, matematico, attivista e saggista britannico, autorevole esponente del movimento pacifista e promotore del disarmo nucleare che raccomandava “…non smettete mai di protestare, un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.”

Significativa la copertina del libro a cura di Rosalba Falzone, presente al tavolo dei relatori,  con quello sfondo colorato e dinamico  nel quale spicca la parola Lotta…

La relatrice Carla Paradisi introducendo Rita Gatti ne mette in risalto la creatività e la grande energia con un’attenzione rivolta al sociale: non poteva essere che lei,  a riproporre nel suo scritto quel ventennio nel quale il movimento giovanile studentesco -fautore  di quell’attivismo che faceva sentire la sua voce contro il capitalismo e la staticità conservatrice- fu protagonista negli anni della contestazione.

Una spallata all’immobilità socio politica e s’apre la porta al movimento femminista, alle leggi che tutelavano la donna come persona con la promulgazione di quella sull’aborto, il divorzio, la realizzazione di asili nido… un cambiamento di stile, abbigliamento, atteggiamenti che rivendicavano la libertà e la tenacia del pensiero dell’altra metà del cielo, fino ad allora relegata tra le regole di austere famiglie patriarcali.

Tra le pagine riaffiora quel tempo in cui si credeva tutto fosse possibile, una lotta dura dei ragazzi che non avevano paura; l’idolo di quegli anni -e Rita ancora oggi conferma la sua grande ammirazione e la condivisione dei suoi ideali- Ernesto Che Guevara al quale tutti gli esponenti di quella generazione volevano somigliare, giovani che credevano nell’amicizia, nella lotta per conquistare ideali di pace, libertà di essere se stessi senza ipocrisie e stereotipi.

Protagonista del romanzo una ragazza rivoluzionaria proveniente da una famiglia benestante e due sue amiche, sognatrici e rivoluzionarie come tutte le ragazze dell’epoca appena descritta. Tra le pagine della storia, il  lettore viene catapultato nelle particolari situazioni descritte,  grazie a un linguaggio che richiama la sceneggiatura di un film – e Rita Gatti ha esperienza da vendere in questo campo – grazie a flash back e altre creatività narrative.

E nella lettura espressiva di Angelo Viticchiè si crea quella scenografia nella quale l’autrice conduce il lettore, tra le mura di quella casa nella quale la figlia sognatrice d’una maggiore indipendenza doveva convivere con familiari meno disposti a concederla, mentre i ragazzi potevano usufruire di una maggiore autonomia:  si tocca con mano, sulla pelle, nella memoria di chi quel periodo lo ha vissuto,  quell’aggressiva euforia delle giovani ragazze affamate di libertà. E ancora tra le voci, si rivivono le atmosfere natalizie  fatte di tradizioni culinarie, grandi pranzi e cenoni con tutta la famiglia; quell’atmosfera di mistero, di magia che la matriarca, la nonna, creava tra i fornelli come una sacerdotessa, rispettando le tradizioni culinarie con maniacale cura nella preparazione dei cappelletti, delle fettuccine, del ragù… contando anche sul festoso coinvolgimento  dei bambini che sgusciavano noci, nocciole, pinoli per la preparazione dei panpepati o dei pangialli cotti nel forno a legna, sbirciando la nonna per imparare le tradizioni antiche.

L’autrice    ci conduce, seguendo la  trama del suo romanzo anche tra gli antichi volumi polverosi dell’Abbazia di San Nilo, in quella monumentale  biblioteca dove la polvere non invecchia; tra la profondità di un canto antico nell’atmosfera di preghiera e spiritualità del rito greco-bizantino; ai piedi dell’austera fortezza del grande millenario monumento.

Ma possiamo anche percorrere i suggestivi vicoli di Trastevere, alcuni sventrati e sacrificati all’altare della modernità, tra sottili malinconie di un passato che non c’è più…

Una riflessione amara trapela riguardo questo ventennio sessantottino: tutto quello che ci si aspettava, tutto ciò per il quale si è lottato s’è poi dissolto come una bolla di sapone, non ci sono stati degni eredi  a quei giovani idealisti sognatori con l’avvento degli anni di piombo,  gli attentati di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia a Brescia. Un tornare indietro fino ai giorni nostri con il dramma dei femminicidi: si è perso potere a poco a poco…

Anche se sembra, questo romanzo non è triste, ci tiene a sottolinearlo Carla Paradisi: c’è una grande apertura alla speranza, nel finale che la relatrice non spoilera, una conclusione nella quale il messaggio che arriva apre all’amore che vale la pena cercare, perseguire, nel quale credere, superando le difficoltà.

Molto autobiografico, intuirà il lettore e Rita trasmette quell’ottimismo e quella fiducia tra i giovani di oggi che sembrano essere vicini e attenti al presente con una forte spinta ad andare avanti negli ideali e nella crescita d’una consapevole autonomia.

Non ha rimpianti, l’autrice, crede in quel che ha scritto e mai – conferma -perderà quella speranza che conserva la freschezza della sua gioventù legata a quell’amore che per tutta la vita ha mantenuto vivi i suoi ideali che son certa riconoscerà come suoi…

Ricordatevi che l’importante è la rivoluzione e che ognuno di noi, solo, non vale nulla. Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario.  Ernesto Che Guevara

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