Grottaferrata: presentata a Palazzo Grutter “La credibilissima favola di Afrodite” di Rosanna Massi
La credibilissima favola di Afrodite: credere nelle favole si può, pure se si tratta di miti, basta leggere questo gustoso libro che Rosanna Massi – per anni vulcanica e infaticabile Direttrice del Basc a Frascati – ha voluto scrivere e dare alle stampe nell’aprile di quest’anno. Presentato il 17 novembre nell’ampia Sala di Palazzo Grutter a Grottaferrata – inserito nella programmazione della Rassegna Letteraria curata dalla dott.ssa Veronica Pavani – l’evento ha visto al tavolo dei relatori, accanto all’autrice, la scrittrice Lina Furfaro che ha sapientemente coordinato e commentato l’incontro con mirate osservazioni e stimolanti domande e le ottime lettrici Gabriella Guidarelli e Cinzia Silvagni che hanno dato voce ai pensieri e alle riflessioni giocose e ironiche, narrate tra le pagine dalla Massi.
Un’opera ch’è un gioco apparentemente semiserio, di ironia e umoristica presa di coscienza relativa a quello ch’è un problema nato dai tempi dei tempi: la pacifica convivenza tra i membri – e ne ce sono tra le pagine, a iosa! – di diverse identità di genere, convivenza troppo spesso inficiata da mentalità tutt’altro che ligie al rispetto democratico e paritario… mentre scrivo, la cronaca purtroppo conferma tragicamente questo stato di fatto…
Mi chiamo Afrodite e sono la dea dell’amore…l’incipit che Rosanna Massi ha scritto e non ha mai modificato: tutto gira proprio intorno a questo importante sentimento che spinge due entità ad amarsi… o almeno dovrebbe, quando non c’è sopraffazione, violenza, mancanza di rispetto, prevaricazione…
La narrazione dei miti che spiegano l’origine del mondo e la nascita del pensiero, parte dalla creazione e dai mutamenti che in corso d’opera rappresentano le variabili soggette alla volubilità e alla capricciosa interrelazione che intercorre tra le figure mitologiche, siano esse dei o dee, ninfe o satiri…
Afrodite parla in prima persona, agisce, vive, giustifica, riflette… ma tutto porta alla realizzazione di uno stile di vita nel quale lei può apprezzare il piacere degli incontri – non importa la bellezza o la prestanza fisica, che tuttavia non disdegna – dei vari pretendenti.
Minimizza, Rosanna Massi: non è necessario conoscere a menadito tutto l’universo che popola l’Olimpo, basta cogliere tra l’ironia, l’umorismo, il gustoso gioco di parole che come coriandoli cromatizzano le pagine del libro, rendendo palese il messaggio.
E questo si rifà proprio all’eterna disputa tra l’universo maschile e femminile, tra la forza e la diplomazia, tra lo scettro tanto caro agli dei e agli uomini e il prestigio di un potere che dona la vita, gemma preziosa dell’universo femminile: dualismo ch’è frutto di una prevaricazione – e le pagine finali del libro fanno riflettere, con Zeus che gradualmente usurpa il tempio di Dione, dea madre che conciliante media, mirando a un relazionarsi basato sul rispetto, senza sopraffazioni, bensì caratterizzato da una universale, condivisa sorgente d’amore.
Si delinea negli intenti della Massi, l’auspicio di un universo femminile che torni alle origini, quando la dea madre era faro di comunità legate da una pacifica convivenza e votate alla vita, alla pace; realtà purtroppo ribaltata nel tempo dal potere della forza e generatrice di conflitti e guerre: si torni alle origini, postula l’autrice che dà voce alla dea della bellezza, quale obiettivo finale di essere “umani”.
Non mancano riferimenti agli psicologi, studiosi, teorici con le loro arzigogolate teorie: ebbene, in questo libro tutto diventa opinabile, attraverso infiocchettate circonlocuzioni di parole che s’innalzano e ridiscendono in scivolata, per poi condurre la protagonista – nella quale è facile riconoscere la grazia e l’intelligenza dell’Autrice – a postulare la soluzione nello sforzo di creare una pacifica interrelazione, basata sull’amore, tra i due universi di genere…
L’elegante uso dei sinonimi che Rosanna Massi assapora come giuggiole – è una patita di dizionari di tutti i tipi, soprattutto dei sinonimi e contrari -, l’ironia, il velato umorismo e la leggiadria del suo porsi hanno reso la lettura di quest’opera, carezzevole e piacevole come un poetico foulard di seta, credibilissima favola che dell’amore fa magico filtro d’interpretazione. E gli interventi finali del pubblico, molto attento e interessato, ne hanno dato conferma.
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