Grottaferrata, lavori di riqualificazione dei “Giardini di Patmos”
Grottaferrata, lavori di riqualificazione dei “Giardini di Patmos”. Quale la (vera) realtà dei fatti?
Il 1° novembre u.s. è stato diffuso un documento a firma del Comitato Tutela Ambiente Grottaferrata (COTAG), in replica ad una videointervista da me rilasciata il 25 ottobre scorso, riguardo lo stato e la effettiva consistenza dei lavori di riqualificazione svolti nell’area verde del Parco Patmos, che costeggia Via Garibaldi e Via Cicerone, nel centro urbano di Grottaferrata.
Il documento, nel definire “scadente” la videointervista, dichiara di voler “spiegare la realtà dei fatti” e ricorda che il progetto di adozione e restauro botanico dell’area verde in questione, è stato proposto all’Amministrazione comunale di Grottaferrata dal COTAG e da altre associazioni locali, per aderire ad un bando di finanziamento della Regione Lazio.
Tralasciando gli “apprezzamenti” del COTAG sulla “qualità” della videointervista, condivido la necessità di chiarire la realtà fattuale affinché i Cittadini possano formarsi un’opinione compiuta su quanto sinora accaduto. Veniamo dunque agli eventi.
Il bando a cui il COTAG ha aderito, scaturiva dalla Delibera della Giunta regionale n. 850 del 12/12/2017 (Approvazione criteri e modalità riparto contributi per manutenzione di aree verdi da parte dei cittadini e schema di convenzione tipo per l’affidamento in gestione delle aree verdi, art. 16 L.R. n. 9/2017 “Incentivi per la manutenzione di aree verdi da parte dei cittadini”).
Il progetto presentato dal COTAG il 17/05/2018, per un importo di € 20.000,00, veniva approvato dal Comune di Grottaferrata con Delibera di Giunta n. 63 del 18/05/2018, ai sensi del comma 1, art. 16, della L.R. n. 9/2017 (“…al fine di incentivare la manutenzione delle aree riservate a verde pubblico urbano da parte dei cittadini, la regione concede contributi ai comuni che, nel rispetto delle disposizioni statali vigenti, stipulano apposite convenzioni con comitati di quartiere o associazioni senza fini di lucro costituite da cittadini residenti nei quartieri in cui sono situate tali aree o che ivi svolgono la propria attività lavorativa a carattere continuativo…”). La spesa complessiva prevista, IVA inclusa, era di € 23.800,00 (di cui € 20.000,00 riferite al finanziamento massimo erogabile dalla Regione ed € 3.800,00 di IVA a carico del Comune). Il Progetto, cosi come presentato dal COTAG, veniva inviato dal Comune alla Regione per l’approvazione ed il relativo finanziamento.
La Delibera n. 63 approvava inoltre la relativa Convenzione tra Comune e COTAG, il cui schema-tipo è allegato alla citata Delibera regionale, per regolare i rapporti, la natura dell’intervento di manutenzione dell’area verde e, soprattutto, rendere certi i tempi e le modalità di realizzazione dei progetti finanziati. Non si conoscono i contenuti esatti della Convenzione, né quando è stata sottoscritta, poiché l’atto non è stato reso pubblico.
Il 29/05/2018 veniva acquisito al protocollo comunale n. 20500, il provvedimento di concessione del finanziamento regionale pari al 90% dell’importo totale (il restante 10% sarebbe stato erogato a dopo la rendicontazione finale dei lavori svolti). Per garantire l’immediato avvio degli interventi e delle attività di manutenzione delle aree verdi, la Regione aveva previsto che il contributo doveva essere riversato dal Comune al COTAG entro 60 giorni dall’erogazione del contributo (quindi non oltre il 29/07/2019, stando agli atti conosciuti).
Nel comunicato, il COTAG dichiara di aver ricevuto il 90% del finanziamento regionale, mentre il restante 10% “sarà concesso alla fine dei lavori”. Ciò non corrisponde al vero, considerato che il Comune di Grottaferrata, sin dal 30/12/2019, ha liquidato al COTAG l’intero importo di € 23.800,00 (in due soluzioni: una prima quota-parte di € 7.000,00 con Determina n. 739 dell’8/11/2019; una ulteriore quota a saldo di € 16.800,00 con Determina n. 979, appunto del 30/12/2019).
Inoltre, le modalità e le tempistiche di erogazione del contributo al COTAG appaiono in evidente contrasto con le prescrizioni regionali: infatti, sulla base degli atti resi noti dall’Amministrazione, il Comune ha riversato il contributo al COTAG un anno e mezzo dopo il provvedimento di concessione regionale, anziché entro i 60 giorni stabiliti. Per di più, invece che erogare il 90% dell’importo, il Comune ha già liquidato l’intero ammontare di € 23.800,00 (in due soluzioni: € 7.000,00 l’8/11/2019 ed € 16.800,00 il 30/12/2019). Su questo, oltre ad aver riferito una errata versione dei fatti, il COTAG tace.
Il documento del COTAG prosegue evidenziando che “i lavori dovranno essere relazionati e rendicontati in perfetta tracciabilità”. Il tempo al futuro utilizzato dal COTAG, lascia intendere che i lavori non sarebbero stati ancora relazionati (per intero?) al Comune. Tuttavia, sempre in virtù degli atti amministrativi conosciuti, risulta che il 21/02/2020, con prot. n. 7642, il Comune ha acquisito una relazione del COTAG in merito a lavori realizzati e rendicontati. Lo dichiara il Dirigente dell’Area Tecnica comunale nell’Ordinanza n. 123 del 28/08/2020, indicando la relazione e la rendicontazione prodotta dal COTAG come uno dei presupposti per la revoca dell’Ordinanza dirigenziale dell’agosto 2015, con cui era stato interdetto l’accesso al Parco Patmos per motivi di sicurezza ed incolumità pubblica, a seguito dei – purtroppo – tristemente noti e gravissimi atti vandalici compiuti da ignoti sia nell’area verde che nell’attiguo Istituto scolastico “G. Falcone”. In sostanza, il Dirigente comunale sostiene che, essendo terminati a quella data (28/08/2020) anche i lavori progettuali del COTAG, il Parco avrebbe potuto essere riaperto alla Cittadinanza.
Nel prosieguo del documento, il COTAG indica il giorno 21/11/2019 quale data di inizio dei lavori di pulizia all’interno del Parco “con un’ampia partecipazione di cittadini e associazioni anche se non facenti parte delle associazioni proponenti il progetto”. Correlando tale dichiarazione all’Ordinanza n. 123 dell’agosto 2020 testé citata, ci si domanda come sia stato possibile che il COTAG e numerosi cittadini ed associazioni siano potuti entrare il 21/11/2019 nel Parco Patmos, essendo all’epoca ancora vigente l’Ordinanza dirigenziale prot. n. 25803 del 12/08/2015 che prescriveva l’assoluta interdizione all’accesso nell’area verde pubblica, ma tant’é.
Fatta salva l’eventuale violazione dell’Ordinanza del 2015, il COTAG dichiara che il progetto è iniziato il 21/11/2019, ossia un anno e mezzo dopo l’acquisizione al protocollo comunale (29/05/2018) del provvedimento di concessione del contributo regionale.
È lecito domandarsi quali siano i motivi per cui il Comune ha riversato al COTAG il contributo regionale con 18 mesi di ritardo e solo per il 35% (€ 7.000,00), anziché per il 90% entro i 60 giorni prescritti dalla Regione. Il COTAG tace anche su questo fondamentale passaggio.
Dopo tali riferiti lavori di pulizia, il COTAG dichiara che sarebbe “cominciata una lunga attesa per l’espletamento della gara delle potature necessarie per ridare vitalità all’area che presentava 99 alberi, molti dei quali di alto fusto, ed abbandonati da tempo” soggiungendo che “appena iniziate le potature è intervenuto il COVID che ha provocato mesi di interruzione e quindi sono riprese le potature necessarie alla sistemazione delle piante” e che “solo allora è stato possibile riprendere i lavori di restauro botanico dei Giardini di Patmos. Il 26 e il 28 agosto 2020 le associazioni protagoniste dell’intervento hanno avuto accesso ai giardini ed hanno provveduto nuovamente alla pulizia dell’intera area giardinata”.
Secondo la ricostruzione del COTAG, una volta avviati i lavori (21/11/2019) vi sarebbe stata una “lunga attesa” causata dalla necessità di potare le essenze arboree presenti nel Parco. Poi è scattato il lockdown per l’emergenza sanitaria (ricordiamolo, ufficialmente durato 69 giorni, dal 9 marzo al 18 maggio 2020). Quindi sarebbero riprese le potature e, infine, soltanto il 26/08/2020 il COTAG e le associazioni sarebbero rientrate nel Parco Patmos (sempre in eventuale violazione dell’Ordinanza dirigenziale del 2015, ancora vigente all’epoca).
Quella del COTAG è una ricostruzione generica, frammentaria e lacunosa, che non chiarisce, anzi conferma, le perplessità evidenziate nella mia videointervista. Perplessità ancor più avvalorate dal cronoprogramma indicato dal COTAG nel progetto finanziato dalla Regione, che prevedeva:
- 1° mese: rimozione delle piante secche esistenti, pulizia dei giardini e dei vialetti con rastrellatura delle aree e smaltimento dei rifiuti;
- 2° mese: rimozione dei primi 20 cm di terriccio nelle aree di piantumazione per successiva sostituzione;
- 3° mese: arieggiatura del terreno alla quota -20 cm, realizzazione del sistema di irrigazione goccia a goccia e riempimento con nuovo terriccio da coltivo, adatto alle piante esistenti ed alle nuove essenze;
- 4° mese: piantumazione delle nuove essenze ed inizio della manutenzione e installazione delle 8 panchine;
- 6° mese: prosecuzione della manutenzione con pulizia del giardino e piccole potature per tutta la durata della Convenzione prevista in un anno rinnovabile.
Riguardo le tempistiche di realizzazione dei progetti finanziati, la Regione prescrive l’obbligo di presentare una prima relazione semestrale dettagliata (da qui, probabilmente, i 6 mesi di durata del cronoprogramma). Tale relazione, deve contenere l’illustrazione degli interventi e delle attività realizzati, in attuazione del progetto allegato alla convenzione, secondo le tempistiche del cronoprogramma e gli importi indicati nel piano economico-finanziario. La relazione dev’essere accompagnata dalla rendicontazione delle spese sostenute, debitamente documentate, oltre ai dati relativi al soggetto beneficiario (l’ultimo Bilancio approvato e l’elenco degli organi sociali). Il Comune, ricevuta la relazione, la rendicontazione ed i dati di bilancio e degli organi sociali, deve trasmetterli alla Regione entro 15 giorni, per la successiva pubblicazione sul sito web regionale.
Questa la procedura che il COTAG non ha specificato, pur richiamando nel documento l’esigenza di relazionare e rendicontare i lavori svolti.
I fatti, per come risultano dagli atti amministrativi conosciuti, dicono ben altro. Infatti, nell’Ordinanza dirigenziale n. 123 del 28/08/2020 si dichiara che il 21/02/2020 è stata acquisita al protocollo comunale una relazione con rendicontazione dei lavori effettuati. Tali documenti non sono stati resi pubblici dal Comune (tantomeno dal COTAG), quindi resta difficile comprendere se/quali lavori fossero stati effettuati nell’area verde al mese di febbraio 2020. Restano sconosciuti i dettagli della rendicontazione, non è chiaro se sia stato allegato l’ultimo Bilancio del COTAG oltre all’elenco degli organi sociali e, infine, non è dato sapere se il Comune abbia inviato tale relazione alla Regione nei 15 giorni successivi.
Per ulteriore chiarezza, è opportuno ricordare che la Regione ed il Comune possono effettuare, in qualunque momento, sopralluoghi per verificare lo stato di conservazione e di manutenzione delle aree verdi oggetto di contributi. E qualora vengano rilevati l’omessa o l’incompleta realizzazione di quanto previsto nella Convenzione, la Regione comunica al Comune il termine entro il quale il soggetto beneficiario è obbligato ad adempiere, decorso inutilmente il quale il Direttore regionale competente adotta il provvedimento di riduzione o revoca del contributo.
Il provvedimento di riduzione proporzionale del contributo si applica:
- qualora la spesa del progetto, risultante dalla rendicontazione finale, sia inferiore rispetto al preventivo del piano economico-finanziario allegato alla Convenzione;
- nel caso di parziale realizzazione del progetto (fermo restando che va garantito, in ogni caso, il 60% di realizzazione del valore economico progettuale).
Le eventuali riduzioni sono calcolate in misura proporzionale alla minor spesa del progetto o al valore degli interventi e delle attività non realizzati.
Il provvedimento di revoca del contributo si applica in caso di:
- omessa realizzazione di quanto previsto in Convenzione;
- mancata realizzazione di interventi/attività previste in convenzione oltre il 60% del valore economico progettuale;
- modifica sostanziale del progetto proposto, senza preventiva autorizzazione regionale;
- mancata presentazione della relazione semestrale.
Leggendo la cronologia degli eventi e le contraddittorie oltre che incomplete dichiarazioni del COTAG, sembrerebbero emergere numerose inadempienze rispetto alle prescrizioni della norma regionale.
Il documento del COTAG continua dichiarando che “il lavoro effettuato ha permesso di ridare alle aiuole e ai vialetti ordine e pulizia con l’eliminazione del legnatico residuale delle potature e, degli innumerevoli aghi di pino presenti accumulatisi in tutti questi mesi di forzata inoperosità. Contemporaneamente, sono state collocate le quattro nuove panchine intorno alla fontana, anch’essa recuperata restaurando la vasca circolare e la parte centrale relativa al sostegno della statua della Madonnina. E’ stata anche effettuata la prova del sistema idrico della fontana che risulta funzionante. Inoltre, è stata effettuata la sabbiatura sia della fontana che della Madonnina per recuperarne il colore originale. Stiamo valutando il lavoro di impermeabilizzazione della vasca interna attraverso sostanze a base di resina o di massa osmotica impermeabile Betonfix 300 per le sue proprietà in grado di sigillare perfettamente porosità e fessurazioni del sottofondo e ripristinare la fontana stessa. (Tutti i lavori relativi alla fontana ed alla statua non erano previsti nel progetto iniziale)”.
L’elencazione dei lavori sin qui svolti, unitamente al generico riferimento del COTAG ai “mesi di forzata inoperosità” (esclusi i 69 giorni di lockdown), nonostante ogni benevolo approccio alla problematica, non bastano a chiarire (e giustificare) cos’è effettivamente accaduto, quando e per responsabilità di chi, in oltre 2 anni e mezzo dal finanziamento regionale, concesso per il 90% sin dal 29/05/2018.
Non solo: la dichiarazione esplicita del COTAG secondo la quale sarebbero stati svolti lavori sulla fontana e sulla statua, pur non essendo previsti nel progetto finanziato dalla Regione, contrasta con la norma regionale che, come sopra accennato, prescrive la conforme realizzazione dei progetti ammessi a finanziamento e dispone il corretto impiego dei contributi erogati, pena la riduzione percentuale del finanziamento concesso, o addirittura, la revoca dello stesso.
Ma non è tutto. In conclusione, il documento del COTAG afferma che “il passo successivo, appena saranno conclusi i lavori di sistemazione del nuovo impianto di illuminazione e di videosorveglianza che sono in essere in questi giorni, avverrà nella prima decade di novembre e vedrà la sistemazione di tutta la nuova vegetazione floreale che arricchirà i Giardini di essenze di vario colore e profumi. Contestualmente alla piantumazione saranno effettuati i lavori del nuovo impianto di irrigazione del giardino. Finita questa fase si potrà procedere all’installazione del cartello esplicativo come richiesto dalla regione Lazio e procedere all’inaugurazione” soggiungendo che solo “allora saranno finiti i lavori e speriamo anche le inutili e fuorvianti affermazioni lette in questi giorni che non hanno permesso di cogliere, nonostante tutte le difficoltà burocratiche e quelle dovute al COVID, il vero senso di questo progetto”
In questo ultimo passaggio il COTAG, oltre a certificare di non aver ancora ultimato i lavori nell’area verde, contribuisce a chiarire che gli stessi interventi di riqualificazione del Parco Patmos e di pedonalizzazione di Via Cicerone, appaltati dal Comune, debbono ancora concludersi nonostante i 120.000,00 € spesi (che avrebbero dovuto comprendere anche la realizzazione della videosorveglianza e l’implementazione dell’illuminazione) e benché siano stati approvati lo Stato Finale dei Lavori ed Certificato di regolare esecuzione (Determina n. 972 del 27/12/2019).
Legittime, pertanto, le questioni sollevate nella mia videointervista, tra cui la domanda su quali basi di conformità rispetto alla Delibera n. 63/2018, il Comune abbia potuto liquidare al COTAG l’intero valore (€ 23.800,00) il 30/12/2019, peraltro in assenza di relazione/rendicontazione acquisita formalmente solo il 21/02/2020.
Nel ribadire che l’intervento sui Giardini di Patmos è da ritenersi meritorio, come ho chiaramente dichiarato nella videointervista del 25 ottobre, risulta di tutta evidenza che il documento del COTAG lascia irrisolte le questioni da me sollevate. Anzi, confrontando i contenuti del documento con la norma regionale che disciplina modalità, tempi e procedure di rendicontazione dei contributi erogati, come quello concesso al COTAG, le perplessità aumentano.
In conclusione, sarebbe utile che il COTAG, anche e soprattutto a propria tutela, spieghi ed argomenti meglio ai Cittadini “la realtà dei fatti”, rendendo pubblica la documentazione d’interesse e chiarendo le responsabilità di quanto sinora accaduto.
Poiché ritengo amici i componenti del COTAG (come detto nella videointervista), resto disponibile ad un confronto, anche pubblico, per rendere il giusto merito all’iniziativa e contribuire, insieme, ad informare correttamente la Cittadinanza.
08/11/2020
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