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Grottaferrata, gestione del Servizio raccolta rifiuti

Grottaferrata, gestione del Servizio raccolta rifiuti
Marzo 27
10:51 2021

Grottaferrata, gestione del Servizio raccolta rifiuti: l’Amministrazione Andreotti (e non solo) “coerentemente” assente.

 

L’annuncio della costituzione di un COBAS (Confederazione dei Comitati di Base, sindacato alternativo a quelli confederali) presso il Cantiere Tekneko Grottaferrata (attualmente ubicato in zona Santa Palomba, al km 21,700 dell’Ardeatina, circa 20 km da Grottaferrata), ha posto una volta di più il focus sulle problematiche che, da tempo immemore, attanagliano la gestione del Servizio raccolta rifiuti nel Comune di Grottaferrata.

Due le questioni che il neo-costituito COBAS ha rappresentato nel chiedere un confronto alla Società che gestisce il Servizio (la Tekneko, appunto) ed al Sindaco:

  • la non più rinviabile ridislocazione del deposito automezzi in una zona limitrofa a Grottaferrata, garantendo, oltre alla vicinanza alla zona di raccolta, corrette condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza per gli operatori;
  • il corretto inquadramento professionale di tutto il personale.

“Coerentemente” con l’atteggiamento sin qui tenuto, la maggioranza finto-civica che sostiene Andreotti (ricordiamolo, anche Assessore ai Rifiuti avendo mantenuto la relativa delega) continua ad evitare concrete prese di posizione in merito. Sostanzialmente analogo l’atteggiamento da parte delle minoranze (o presunte tali).

Non è un mistero (specie per i lavoratori del Servizio, purtroppo), che Sindaco, Giunta e Consiglio comunale, a parte episodici quanto inutili (e mai incisivi) interventi, nei 4 anni di amministrazione Andreotti si siano, di fatto, disinteressati della gestione raccolta rifiuti, specie della corretta esecuzione del Servizio e, cosa ancora più importante, delle condizioni in cui, da tempo, lavorano le maestranze. Nessun Consigliere comunale, dal dicembre 2019, ha ritenuto di recarsi, Capitolato Speciale e Contratto d’Appalto alla mano, nel Cantiere di Santa Palomba per verificare lo stato dell’arte. Perché? Poco o a nulla servono le (tardive) scuse ai lavoratori per il disagio denunciato dal COBAS, le espressioni di solidarietà dichiarate alla stampa o sui Social, e le accuse o le domande rivolte all’Amministrazione ed al Sindaco, sempre sulla stampa o sui Social: il Consigliere comunale ha il dovere di conoscere i problemi, studiarli, approfondirli ed ha, soprattutto, i mezzi e gli strumenti per affrontare ogni questione che ritenga importante per la Città. Il problema è un altro: vi è reale interesse a fare ciò, oltre all’indispensabile costanza, competenza e capacità che il ruolo istituzionale impone? A 4 anni dall’elezione di questo Consiglio, i segnali in tal senso sono decisamente sconfortanti.

Più utile (politicamente?) oltre che facile, occuparsi (a chiacchiere, ovviamente) di altre tematiche o proiettare suggestivi scenari sulle mura di Palazzo Consoli, oppure meglio dissertare di cambiamenti climatici e transizione ecologica (si badi bene, argomenti di assoluta valenza) mentre la Città, tuttavia, ecologicamente è a pezzi (vedere i cumuli di rifiuti abbandonati, da mesi, persino a poche decine di metri dal Palazzo comunale, in Piazzale San Nilo, nel totale disinteresse anche dei Consiglieri comunali di minoranza).

Il sottoscritto non intende intestarsi “battaglie” pro/contro qualcuno o qualcosa ma, sin dall’insediamento della Giunta Andreotti, ha cercato di apportare un contributo sul tema del corretto svolgimento di un Servizio primario come quello della raccolta rifiuti, il cui impatto é fondamentale sul decoro e sull’igiene urbana, oltre che sulle tasche dei Cittadini (la TARI è la voce principe del Bilancio comunale). E gli innumerevoli interventi sul tema dei rifiuti, con interviste video, comunicati stampa, esposti formali ad Enti sovracomunali (ANAC, Corte dei Conti, Prefettura, Procura della Repubblica di Velletri) e quant’altro, sono stati condotti sulla base di una conoscenza diretta ed oggettiva della specifica tematica, anche in virtù della pluriennale esperienza amministrativa acquisita da Consigliere comunale prima, e da Sindaco poi.

Sono stato e resto a disposizione di chi voglia confrontarsi sull’argomento, magari anche ricordando come il Sindaco Fontana affrontò, sin dall’insediamento, il rapporto tra il Comune di Grottaferrata e la Società Tekneko (aggiudicataria dell’appalto nel gennaio 2014), ossia Capitolato Speciale d’Appalto alla mano, chiedendone la piena applicazione a fronte dei costi del Servizio raccolta rifiuti che l’Amministrazione riconosceva al gestore. Tra le altre situazioni, furono immediatamente recuperate alla manutenzione pubblica intere aree verdi nelle zone di Colle Sant’Antonio e di Via Montiglioni (aree 167 in particolare), sino a quel momento “ignorate” per arcani motivi. Furono disostruite centinaia di caditoie presenti sul territorio comunale. Fu attuata la pulizia con macchinario speciale di Piazza Cavour, nel periodo estivo, mai fatta prima. E tante altre richieste di attuazione del CSA e del Contratto d’Appalto (raccolta degli escrementi animali, distacco dei manifesti abusivamente affissi, cancellazione delle scritte sulle mura pubbliche, ecc), tra cui l’applicazione e la richiesta di pagamento dell’indennità di occupazione dell’area interna al PIP di Villa Senni, che non era stata disposta prima della mia elezione a Sindaco (accertamento n. 1148/2015 per un importo di euro 28.017,28).

Il tutto, sempre e comunque in un’ottica di tutela dei lavoratori e delle loro esigenze, oltre che di efficentameto del Servizio nell’esclusivo interesse dei Cittadini.

Il prossimo 8 aprile si terrá l’udienza al Consiglio di Stato, relativa al giudizio pendente sull’aggiudicazione decennale del Servizio rifiuti a Grottaferrata (valore oltre 32 mln di euro). Sul bando di gara e sulle implicazioni connesse ho costantemente circostanziato il mio pensiero, mentre il Consiglio comunale, minoranze incluse, ha faticato a spendere parole sull’argomento riuscendo persino (alcuni della minoranza) nell’impossibile impresa di farsi accusare, dal Sindaco e dai suoi guardaspalle, di “procurato allarme”, o addirittura dichiarandosi soddisfatti di risposte palesemente infondate.

Grottaferrata è in balia del degrado (e non certo per colpa dei lavoratori del Servizio raccolta rifiuti), nonostante le fioriere piazzate a Corso del Popolo incensate dai cori di giubilo dei (pochi) sostenitori-congiunti di taluni Consiglieri dediti al culto dell’apparenza ma distanti anni-luce dalla sostanza (per non parlare, come accennato, della competenza).

I rifiuti giacciono lasciati in tanti punti della Città, anche a pochi passi da Palazzo Consoli, nell’indifferenza degli Amministratori comunali. E tutto ciò risulta inspiegabile, oltre che gravissimo, leggendo quanto stabilito dal Capitolato Speciale d’Appalto (art. 31 rifiuti abbandonati e discariche abusive), che sancisce inequivocabilmente chi dovrebbe fare che cosa (e chi dovrebbe vigilare affinché ciò avvenga).

La manutenzione del verde pubblico è un lontano ricordo, salvo saltuari e non risolutivi interventi nelle zone del centro urbano. Dovrebbe esistere la figura del Direttore Esecuzione del Contratto (il condizionale è d’obbligo), pagato coi soldi dei Cittadini per verificare che le prescrizioni contrattuali vengano puntualmente e correttamente eseguite dal gestore del Servizio. E l’Amministrazione comunale, se ricorrono le condizioni, può e deve applicare penali per eventuali mancate esecuzioni del Servizio, come fece il sottoscritto, da Sindaco, contestando oltre 100mila euro di inadempienze contrattuali, giusta Determina n. 81 del 16/2/2016, sparita durante la gestione commissariale dopo che il drappello dei “valorosi eterodiretti” capeggiati dall’attuale Vice Sindaco, compì il “nobile gesto” delle dimissioni collettive da Consiglieri comunali, decretando la caduta della Giunta eletta nel 2014. Gestione commissariale, è opportuno ricordarlo, durante la quale fu redatta la Determina n. 350 del 6/7/2017 di approvazione della “variante per variata distribuzione della spesa senza aumento della spesa” (una supercazzola? No, purtroppo, ma l’atto da cui discendono le storture che ancora oggi presenta il Servizio, tra cui la colpevole accondiscendenza del Comune verso la Tekneko nel consentirgli di individuare un’area esterna al territorio di Grottaferrata per dislocare il Centro Servizi, come poi accaduto con lo spostamento a Santa Palomba, contrariamente a quanto stabiliva il Capitolato Speciale d’Appalto del 2013). Gestione commissariale, inoltre, che non ha proceduto alla formazione ed alla nomina degli Ispettori Ambientali (anche questi previsti dal Contratto d’Appalto, per contrastare l’abbandono dei rifiuti) “per una serie di contingenze interne al Comune”, cosi come ha continuato a fare la Giunta Andreotti, impedendo l’attuazione di uno strumento fondamentale per contrastare lo squallore delle discariche abusive e dei rifiuti abbandonati, ma spendendo (inutilmente, visto il degrado dilagante) decine di migliaia di euro per “investigazioni private” e quant’altro, oltre a fiumi di futili parole (tra cui gli annunci, rimasti tali, del posizionamento di fototrappole, di avveniristiche videocamere gestite da remoto, e di altri fantasmagorici strumenti mai visti…).

La politica degli annunci e dell’apparire, appunto, tanto cara a molti dei “fenomeni” finto-civici, a partire dal padre-padrone dello sciagurato caravanserraglio.

A dire il vero, la Giunta Andreotti aveva elevato penali alla Tekneko per ben 357.504,00 euro, contestando numerose inadempienze contrattuali (tra cui il reiterato mancato raggiungimento della percentuale minima di raccolta differenziata) salvo poi (Determina n. 314 del 29 /5/2019) approvare un accordo bonario che, sostanzialmente, ha riconosciuto tutte le controdeduzioni addotte dal gestore del Servizio il quale (udite, udite) si è persino impegnato a cedere al Comune, a fine appalto, la proprietà dell’isola informatizzata “ID BOX” posizionata in Piazzale San Nilo (quel “macchinario” che funziona male, o affatto, e che è diventato punto di riferimento per l’abbandono incontrollato di ogni tipologia di rifiuto).

Nel desolante scenario sopradescritto, l’unica “certezza” sono i pagamenti che il Comune effettua (questi si, puntualissimi) a favore del gestore del Servizio. Sull’Albo Pretorio online è stata pubblicata, da ultimo, la Determina n. 365 del 2/3/2021, per la liquidazione di euro 267.420,08  a fronte del “Servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani con il sistema del ‘porta a porta’ ed altri servizi attinenti nel Comune di Grottaferrata – periodo Gennaio 2021”. Oltre alla discutibile esecuzione della raccolta porta a porta, inevitabilmente oltre che palesemente condizionata – ancor più dal dicembre 2019 – dalle situazioni denunciate dal COBAS (ancorché Santa Palomba fosse stata incredibilmente definita da qualcuno “la scelta perfetta”, anche allora nel totale silenzio dei Consiglieri comunali, inclusi quelli che oggi si scusano coi lavoratori), viene da domandarsi se ed in che modo sarebbero stati eseguiti “gli altri servizi attinenti” regolarmente pagati (tra cui la manutenzione del verde pubblico, la rimozione “a vista” dei rifiuti abbandonati, entro 72 ore come da Capitolato, ad eccezione del costo di smaltimento per i rifiuti speciali, e l’attuazione degli Ispettori Ambientali).

La risposta, per chi vuole (inclusi quei Consiglieri comunali che pongono domande al Sindaco attraverso la stampa o i Social, ma tacciono, o non incidono, in aula consiliare), la si trova lungo e dietro il confine con la proprietà della Suore Francescane e di Capodarco, in Piazzale del Mercato, dove giacciono abbandonati da mesi (forse più di un anno) cumuli di ogni tipologia di rifiuti (a proposito, ma la ASL RM 6 dov’è?). Oppure lungo Via  Sant’Anna, o in Via Pietro Tanzi (dove sono stati spesi, nonostante le previsioni del CSA, oltre 24mila euro dei Cittadini per rimuovere cumuli di rifiuti, anche pericolosi, ma dove – purtroppo e puntualmente – è ripreso l’abbandono di altri rifiuti, quasi sempre negli stessi punti). O, ancora, in tutti quei punti nell’area della Molara segnalati e circostanziati in un corposo Dossier presentato al Comune, sin dal febbraio 2020, da un’Associazione per la tutela ambientale (area della Molara dove il nuovo Assessore ai Lavori Pubblici si era recato mesi fa per un sopralluogo che, probabilmente, è rimasto tale).

E altre risposte vengono, sempre volendo, dai ciuffi altissimi di erbacce varie che abbondano lungo strade e marciapiedi, specie in periferia, o dagli escrementi che riempiono le strade ed i percorsi pedonali, anche per colpevole incuria e maleducazione dei proprietari degli animali, o – ancora – dalla discutibile gestione delle isole ecologiche e del front-office che, con la giustificazione della pandemia, funzionano ad intermittenza (o sono addirittura chiusi) con buona pace dei Cittadini nelle cui abitazioni si accumulano i rifiuti conferibili solo in tal modo.

Volendo, come detto, ma anche “vedendo” (ed essendone capaci, ovviamente…).

 

 

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