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Grottaferrata, fiumi di (inutili) parole dentro e fuori l’Aula consiliare.

Novembre 04
08:01 2021

Il prosieguo del Consiglio comunale svoltosi giovedì 28 ottobre, ha confermato lo “sConsolato” trend in scena dal giugno 2017. Per questo, non si comprendono i peana degli “insostenibili” (la temeraria pattuglia di “parchettari” straparlanti che evocano la Legge di Murphy e sognano sconfinate aree protette) ebbri per “la ritrovata compattezza” delle minoranze (ma de che?).

L’aula consiliare, infatti, ha registrato il solito fiume di vacue dichiarazioni propalate in gran parte da La Città al Governo, gruppo che aveva presentato la Mozione sulla pianificazione urbanistica respinta dopo quasi 7 ore tra discussioni e ripetute sospensioni.

Giova ricordare, soprattutto per chiarezza verso i Cittadini, l’accorato appello (…) che la stessa Città al Governo aveva lanciato il 25 ottobre, dopo il primo infruttuoso round in Consiglio comunale: “…se vogliamo che ci siano ancora speranze per la salvaguardia del nostro territorio, dobbiamo resistere in Consiglio comunale, il 28 ottobre, con il sostegno di tutti i Cittadini, e bloccare atti che sono contrari al reale avvio della nuova pianificazione urbanistica, attesa da anni e deliberata con dettagliato cronoprogramma nel dicembre 2019 ma ancora non partita…”

Come detto, la Mozione è stata bocciata dalla maggioranza finto-civica, anche se con un solo voto in più rispetto alle “compatte” minoranze (così compatte che i Consiglieri PD, M5S, Fare Rete e Gruppo Misto hanno impiegato ore per trovare una quadra ed emendare il testo originario della Mozione, decidendo infine di accodarsi a La Città al Governo quando era evidente che l’atto sarebbe stato respinto, mentre la Presidente del Consiglio, neo-fuoriuscita dalla maggioranza seppur saldamente ancorata alla remunerata cadrega, ha optato per l’astensione).

Visto l’esito della votazione sulla Mozione, e tornando all’appello del 25 ottobre, ogni residua speranza di salvaguardare il territorio di Grottaferrata sarebbe perduta.

In realtà, al netto di balletti e distinguo vari tra le “oppofinzioni”, come definite da un noto Blogger locale, l’iter politico-amministrativo su un’eventuale nuova pianificazione urbanistica era nato (volutamente?) male e sempre peggio è continuato nel corso dell’Amministrazione Andreotti.

E la principale forza politica responsabile di tale situazione è proprio La Città al Governo, che oggi si straccia farisaicamente le vesti per l’esito negativo del voto sulla Mozione. Ne è riprova la cronistoria dall’insediamento di Andreotti, leggendo gli ampollosi testi delle due Mozioni presentate da La Città al Governo il 21/9/2017 ed il 15/3/2019, entrambe approvate all’unanimità dal Consiglio comunale previ “accurati” emendamenti che, di fatto, le rendevano mere “supercazzole” svuotate di concreti impegni per il Sindaco/Assessore all’Urbanistica, il quale, proprio per questo, ha fatto quel che voleva (come sempre, del resto…). Col sostanziale benestare delle due solerti Consigliere de La Città al Governo.

E basterebbe domandarsi perché le stesse Consigliere, dopo l’approvazione della prima Mozione (Delibera di Consiglio n. 30 del 21/10/2017) che, tra l’altro, prevedeva la presentazione al Consiglio entro il 31/1/2018 (mai avvenuta) di uno studio analitico sulla “famigerata” Delibera n. 41/2015 della Giunta Fontana (“il male assoluto” che forniva indirizzi per realizzare infrastrutture ed opere strategiche per Grottaferrata), abbiano atteso 13 mesi e mezzo senza colpo ferire verso Sindaco e maggioranza (tanto è il tempo trascorso tra la prima e la seconda Mozione…).

È bene inoltre domandare alle due Consigliere de La Città al Governo perché, una volta approvata la seconda Mozione il 15/3/2019, siano rimaste sostanzialmente ferme (in termini politici) fino alla presentazione della terza Mozione, quella respinta appunto il 28 ottobre.

L’emergenza sanitaria pandemica non c’entra nulla, essendo esplosa l’8/3/2020 con il conseguente lockdown durato 59 giorni. Nel maggio 2020, infatti, si è svolto il primo Consiglio comunale post-lockdown.

Ciò dimostra che il (tardivo) fermento de La Città al Governo sulla “questione urbanistica” non è credibile, non foss’altro per gli inspiegabili “tempi morti” trascorsi tra una Mozione e l’altra, nei quali, ad esempio, le due Consigliere avrebbero potuto adire il Prefetto di Roma chiedendo la messa in mora del Sindaco/Assessore all’Urbanistica Andreotti per non aver dato seguito agli impegni che il Consiglio comunale, unanimemente e per ben due volte, aveva approvato (seppure sostanzialmente scarsi, ripetiamo).

Trattandosi tuttavia di due “supercazzole”, come detto, in realtà La Città al Governo ha continuato, come continua nonostante il tanto agitarsi in aula, a non voler incidere realmente sull’attività politico-amministrativa, specie in tema di pianificazione urbanistica.

Ad avviso di chi scrive, se la Città al Governo avesse davvero voluto porre un argine, concreto, alle continue colate di cemento sul territorio di Grottaferrata (senza uno straccio di contestuali opere pubbliche, come quelle indicate nello Schema Direttore della Delibera 41/2015), poteva chiedere, attraverso apposita Mozione o Proposta di Delibera, che il Documento Preliminare di Indirizzo (DPI) approvato nel dicembre 2011 dalla Giunta Mori (durante la quale l’attuale capogruppo de La Città al Governo presiedeva il gruppo del PD in maggioranza) fosse adeguato rispetto ai 6 anni trascorsi (sino al 2017, inizio Giunta Andreotti) e poi subito dopo portato in Conferenza dei Servizi per la definitiva convalida ed il successivo, questo sì immediato, avvio dell’approvazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale Generale (PUCG) che, conseguentemente e per legge, avrebbe bloccato le concessioni edilizie nelle more della conclusione dell’iter di approvazione. Ed il tanto temuto (a chiacchiere) consumo di suolo si sarebbe fermato o, quantomeno, le nuove richieste di permesso per costruire avrebbero dovuto tener conto dell’iter in corso per l’approvazione del PUCG e delle contestuali misure di salvaguardia.

Era tanto difficile seguire questo percorso per la Città al Governo o comunque tentarne un altro concretamente efficace? Perché non lo ha fatto preferendo scagliarsi contro la Delibera 41 e le opere pubbliche che l’Amministrazione Fontana voleva realizzare per Grottaferrata? Perché ha accettato che fossero approvate due Mozioni per nulla incisive, come hanno poi dimostrato i fatti? Lo spieghi ai Cittadini La Città al Governo, anziché intestarsi improbabili lotte per il “cemento zero” o per la difesa del territorio, utili esclusivamente per visibilità politica e “riposizionamento” elettorale futuro.

Peraltro, nelle lunghe intemerate e negli appelli strappalacrime a favore della nuova pianificazione urbanistica, non si è mai compiutamente affrontata la vera questione urbanistica che pende sulla testa dei grottaferratesi, ossia l’applicazione della L.R. n. 7/2017 sulla rigenerazione urbana e gli indirizzi forniti in merito dalla Giunta Andreotti con Delibera n. 67 del 18/7/2021.

Il pericolosissimo “grimaldello”, introdotto da Zingaretti e dal PD, potrebbe realmente far saltare ogni residua possibilità di razionale governo del territorio, sta in quella Delibera ma, stranamente, si è preferito straparlare “in astratto” di nuova pianificazione urbanistica che, come sanno bene gli “addetti ai lavori” (tranne il Presidente della Commissione Urbanistica, ma non è una novità), non avrebbe più alcun senso sostanziale qualora fossero attuati gli indirizzi della Delibera n. 67.

Le prime strofe della canzone dei Jalisse “Fiumi di parole”, vincitrice a Sanremo nel 1997, recitano così “Mi aspetto mille scuse, come sempre da te. Sei un fiume di parole, ove anneghi anche me. Che brava che sei, ma questo linguaggio da talk show cosa centra con noi?”. I Cittadini di Grottaferrata vorranno “cantarle” a La Città al Governo (e non solo)? Si attende, con fiducia, la “primavera” 2022…

 

3 novembre 2021

                                                                                                            

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