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Grottaferrata, bando di gara decennale rifiuti: iniziato lo scaricabarile?

Giugno 19
11:26 2020

Le notizie di stampa circolate nei giorni scorsi, relative alle possibili conseguenze politiche di presunte anomalie nell’espletamento della gara d’appalto per la gestione decennale del Servizio raccolta differenziata dei rifiuti, hanno scoperchiato il vaso di Pandora dell’Amministrazione finto-civica.

Ieri in tarda serata, infatti, è stata diramata una nota di replica a firma del Sindaco che, sostanzialmente, prende le distanze dalle procedure di gara e dall’affidamento in corso dichiarando che “sono atti di natura gestionale e non politici”. Palese, oltre che misero, il tentativo di scaricare le responsabilità sugli uffici di quanto potrebbe accadere (due i ricorsi presentati al TAR avverso l’aggiudicazione decretata il 27 febbraio scorso). Patetiche le ulteriori dichiarazioni del Sindaco che, pur declinando le responsabilità di quanto potrebbe accadere, precisa che “non è affatto in discussione l’annullamento del bando, dal momento che oggetto dell’impugnativa è l’aggiudicazione e non il bando stesso” (come se l’eventuale annullamento dell’aggiudicazione della gara, in accoglimento dei ricorsi, non fosse motivo di riflessione, anche e soprattutto di natura politica, sulle procedure svolte…).

La nota di replica prosegue con una sequela di tesi difensive, quindi di parte, in cui il Sindaco, come di consueto, racconta le “sue verità” sul bando di gara. Per chiarezza di chi legge (ed amore della verità vera), è opportuno evidenziare che questa procedura d’appalto interessa un Servizio primario come quello della raccolta dei rifiuti, ha un valore di € 32.504.069,65 (oltre 60 miliardi delle vecchie lire) ed una durata di dieci anni più uno di possibile proroga. È altresì utile ricordare che per decidere quale tipo di procedura attuare, il Sindaco, che ha mantenuto la delega ai rifiuti, ha impiegato “appena” 19 mesi (577 giorni per l’esattezza, ossia il tempo intercorso dall’Avviso pubblico del 28/4/2018, per redigere il progetto di gara, sino alla pubblicazione del bando, avvenuta il 12/11/2019). Alla faccia della “celerità” nello svolgimento della procedura, decantata da Andreotti nella nota di replica.

Ma non è tutto. Per correttezza verso i Cittadini è altresì opportuno sapere perché c’è voluto più di un anno e mezzo per pubblicare il bando di gara. Il Sindaco-Assessore ai rifiuti, dopo aver fatto approvare in Giunta (Delibera n. 61 del 2/7/2019) il progetto definitivo di gara redatto dalla Società incaricata (per arrivare al quale -inspiegabilmente- erano già trascorsi 14 mesi), con successiva Delibera di Giunta n. 74 del 18/7/2019 ha fatto approvare l’uscita dalla Centrale Unica di Committenza dell’XI Comunità Montana e la costituzione della Stazione Appaltante comunale, per svolgere in proprio la procedura di gara. Sempre per chiarezza di chi legge, la scelta di uscire dalla CUC è stata effettuata con atto di Giunta e non di Consiglio comunale, diversamente dalle previsioni dell’art. 42 del D.Lgs. n. 267/2000 (TUEL), che individua le attribuzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo del Consiglio cui competono, tra le altre, le decisioni sulle convenzioni con altri Enti, nonché la costituzione e modificazione di forme associative.

L’indirizzo (improprio) della Delibera di Giunta n. 74, pertanto, ha comportato il prolungamento dei tempi, di cui il Sindaco era consapevole quando ha deciso di uscire dalla CUC. Il nuovo progetto di gara aggiornato è stato approvato soltanto il 29/10/2019 (Delibera di Giunta n. 107), il bando di gara è stato indetto il giorno seguente (30/10/2019, Determina n. 708) e la pubblicazione sul sito web comunale della gara è avvenuta, come detto, il 12/11/2019 (con un prolungamento di quasi 5 mesi, dal 2 luglio, allorquando il progetto di gara era stato approvato e poteva essere avviato subito alla CUC per lo svolgimento).

I 19 mesi impiegati a predisporre e pubblicare il bando di gara, hanno richiesto l’adozione di due proroghe tecniche del contratto d’appalto Rep. n. 6691 del 16/4/2014 che regola il Servizio attualmente svolto, una adottata con Determina n. 817 del 20/11/2018 (proroga di un anno, sino al 25/1/2020) e l’altra adottata con Determina n. 15 del 14/1/2020 (ulteriore proroga di 7 mesi, sino al 31/7/2020). I quasi due anni di proroga tecnica del contratto originario, in assenza di procedure di evidenza pubblica, potrebbero contrastare con il principio della par condicio competitorum. Inoltre, l’istituto della proroga, nella sua accezione tecnica, ha esclusivo carattere di temporaneità e, in quanto tale, è possibile ricorrervi solo per cause determinate da fattori che comunque non coinvolgono la responsabilità dell’amministrazione aggiudicatrice. E la scelta di uscire dalla CUC, causa del prolungamento dei tempi e delle due proroghe, è indubbiamente responsabilità dell’Amministrazione comunale.

Ulteriore spunto di riflessione per chi legge, su cui la nota del Sindaco “glissa”, la nomina della Commissione giudicatrice (Determina n, 69/2020) che appare in contrasto con le prescrizioni dell’art. 77, comma 4 del Codice degli Appalti, in cui è stabilito che “i commissari non devono aver svolto né possono svolgere alcun’altra funzione o incarico tecnico o amministrativo relativamente al contratto del cui affidamento si tratta”. Infatti, il Presidente dell’attuale Commissione è lo stesso della gara svolta nel 2013 (oltre ad essere il Dirigente comunale pro tempore che, nel 2014, ha siglato il contratto d’appalto Rep. n. 6691 per conto dell’Amministrazione comunale). Ma tant’é…

Paradossale, infine, il richiamo in cui il Sindaco esalta lo “spirito di condivisione e di partecipazione che ha fin da subito contraddistinto i passaggi decisionali” testimoniato, a suo dire, da alcune riunioni all’uopo svolte nelle Commissioni consiliari.

Tutte le scelte del Sindaco sono state prese al di fuori del Consiglio comunale, mai coinvolto in una decisione di così grande importanza, ancorché fossero state presentate Mozioni ed Interrogazioni sull’argomento, sin dal mese di ottobre 2019, ignorate anche in spregio al Regolamento di Consiglio e affrontate solo dopo l’appello estremo alla Prefettura.

Ciononostante, la minoranza PD, M5S, Italia Viva, Città al Governo mantiene la “consegna” del silenzio e ritiene di non dover intervenire con concrete ed incisive iniziative politico-amministrative (su questa delicatissima e complessa vicenda, come su tutto il resto).

Così come le altre “forze politiche” non rappresentate in Consiglio, prontissime anch’esse a redigere note di replica alla stampa in cui rivendicano e confermano la netta opposizione alla Giunta Andreotti (…), evitando tuttavia di pronunciarsi anche sull’imbarazzante vicenda del bando di gara decennale della raccolta rifiuti.

 

                                                                                                          

 

 

 

 

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