Grottaferrata, appalto Servizio raccolta rifiuti
Grottaferrata, appalto Servizio raccolta rifiuti: il Consiglio di Stato respinge il ricorso al TAR dell’attuale gestore sul quale si era costituita anche l’Amministrazione comunale. Ora il Sindaco-Assessore ai rifiuti spieghi alla Città.
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Società Tekneko Sistemi Ecologici, riguardo l’assegnazione dell’appalto decennale del Servizio raccolta rifiuti a Grottaferrata. L’attuale gestore della raccolta rifiuti aveva impugnato la decisione del TAR del Lazio, con cui era stata annullata l’assegnazione della gara da 32 mln di euro, disponendo la concessione dell’appalto a favore della SARIM Ambiente, classificata seconda sulla base di quanto aveva stabilito la Commissione giudicatrice.
Smontate tutte le fantasiose ricostruzioni di parte, per mesi sciorinate dal Sindaco che mantiene la delega all’Igiene Urbana. Respinta anche la costituzione in giudizio del Comune, esclusa (a parole) in un primo momento ma poi presentata con ulteriore aggravio per le casse comunali, visto l’esito del ricorso.
Ricordiamo quanto dichiarava l’uomo-solo-al-comando (purtroppo in buona compagnia dell’accozzaglia finto-civica che ancora ha il coraggio di sostenerlo), in un comunicato stampa diramato lo scorso mese di gennaio, dove venivano raccontate le “verità” di apparato accompagnate dagli abituali riferimenti a fantomatiche figure ostili “…abituate quasi per mestiere a pescare e rimestare sempre nel torbido…”.
Il torbido, quello dove è consuetudine mestare da parte di “qualcun’altro”, ha partorito (l’ennesima) figura barbina, per non dire altro, di questa Amministrazione comunale: coerenza vorrebbe che il responsabile di questo clamoroso fallimento rassegni le dimissioni e vada a casa, insieme al variopinto calembour di adulatori, questuanti, compiacenti (soprattutto incapaci) che soggiacciono alle volontà assolute del Supremo.
La Città è preda del degrado, sporca, abbandonata, in balia degli eventi, gestita su basi umorali o a seconda delle simpatie. Un manipolo di irriducibili lacchè continua a difendere l’indifendibile, vedremo sino a quando.
La sentenza del Consiglio di Stato, in ogni caso, segna un decisivo quanto importante punto di discontinuità, dopo un quadriennio incolore e privo di concreti significati.
In una situazione normale, chi ha l’incombenza dell’accaduto dovrebbe presentarsi nell’assise pubblica del Consiglio comunale e chiarire ai Cittadini i motivi di quanto accaduto, traendone le inevitabili conseguenze, anche e soprattutto politiche.
Purtroppo non sarà così e, probabilmente, si continuerà a vivacchiare come se nulla fosse accaduto, cianciando di “epici” scambi epistolari con lo Stato di New York oppure fantasticando di “mirabolanti” contatti intrapresi oltre la Grande Muraglia. Mentre all’orizzonte si stagliano, sempre più nitide, gru, molazze e altre sagome poco (o troppo?) “edificanti”, prodromiche dell’imminente “RIGENERAZIONE”, nell’assordante silenzio di pseudo-Comitati e/o Associazioni di tutela (tuttalpiù gastronomica) o, peggio ancora, nell’inutile ronzio di auto-candidati intenti a disquisire sui massimi sistemi.
27 aprile 2021
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