Grillite: malattia, medicina o placebo?
Grillo attira. Ma è una raccolta indifferenziata e occorre distinguere. Il fenomeno ha valenza in sé, ma soprattutto come ‘apparenza’, punta d’iceberg di quello che nasconde. Può essere una malattia, oggettiva o soggettiva. Chiariamo. In senso oggettivo, ed è stato già detto, riempie i vuoti lasciati dalla politica a sua volta malata, cellule più o meno impazzite – o savie chissà – che si impadroniscono e rimpiazzano quelle deboli o morte.
In senso soggettivo è la malattia, diffusissima in tempi critici, di sparare su tutto e su tutti – chi di noi ne è indenne? – per malessere, disprezzo o speranza, forse, di colpire il bersaglio nel mucchio. Può essere, e potrebbe rivelarsi un bene, una medicina che ha due modi di agire. Direttamente come cellula sana che rimpiazza quella attossicata mediante una specie di utopia praticabile: un governo degli onesti, senza mediazioni partitiche, che abbia a base la democrazia diretta tramite una nuova agorà non disgiunta, però, da un nuovo “contratto sociale”. In maniera indiretta inducendo la politica malata a curarsi per non soccombere di fronte alla sirena più o meno qualunquistica o debordante del grillismo stesso; insomma una cura omeopatica del tutto particolare. Si diceva fenomeno, quindi apparenza, epifania, in volgare ‘befana’, perciò dovrebbe portare doni: se si trattasse di oro, incenso e mirra – ne basterebbe anche uno – sarebbe cosa positiva nella attuale carenza di ricchezze, divinità o saggezza. Anche il carbone, non in senso simbolico ma concreto, andrebbe bene come ‘regalo B’. Nell’incertezza c’è da dire che il movimento di Grillo un regalo sicuramente lo porta, ed è lo scompaginamento del libro: chissà che non rimanga aperta la pagina dell’inversione di rotta e del comportamento saggio e responsabile. L’ipotesi negativa, come in tutte le medaglie, è in agguato, e consiste nel rischio che non si tratti di malattia, né di medicina, ma sfortunatamente di un placebo. Dopo tante discussioni e aspettative, e qualche effetto psicologico di breve termine, il malessere tornerà più forte di prima, trovando animi e corpi più disperati e fiaccati. Insomma bisognerà augurarsi che la grillite sia una malattia immunizzante e/o risanante, o una medicina amara ma necessaria. Se resta solo un placebo emotivo e illudente può tranquillamente beccarsi un contrappassistico “vaffa”.
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