Graziadei Tripodi il restauratore di Dio
La pittrice calabrese Carmelita Tripodi, adottata ormai da molti anni dai Castelli Romani e precisamente dalla città di Frascati, è figlia d’arte e in questi giorni con grande gioia ha condiviso con noi uno scorcio di storia artistica italiana derivante dalla passione trasmessa da padre in figlio che ha portato a diversi riconoscimenti, soprattutto nella persona di un suo congiunto restauratore, Graziadei Tripodi, al quale è stato dedicato un Parco pubblico ad Airola, in Campania. L’artista, restauratore italiano conosciuto a livello internazionale e che appartiene alla famiglia cui fa parte la nostra pittrice frascatana, è nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte nel 1932 da Carmelo che fu pittore, scultore, musico e fotografo – “Galileo Galilei e “Sant’Agostino Abate” sono i dipinti più famosi e premiati nell’Esposizione Campionaria Internazionale di Palermo nel 1906/1907-. Al giovane Graziadei, nel 1960, viene commissionato il restauro degli affreschi di Giotto a Firenze, nella Cappella Peruzzi della Chiesa di Santa Croce, giusto per citare qualche esempio degli incarichi ottenuti. E, dopo un’intensa attività artistica a Napoli, ancora un impegno di grande prestigio: sotto la direzione dei lavori del Soprintendente Gino Doria e del Direttore Causa, gli viene affidato ad Airola il dipinto ad olio “Adorazione dei Magi” del 1558 firmato Pietro Negroni. I numerosi interventi del restauratore Tripodi, la sua competenza dal punto di vista estetico e di metodo, la passione viva che nutriva il Maestro, hanno portato all’intitolazione di uno spazio cittadino. Ma lasciamo parlare Carmelita, docente in pensione ma soprattutto pittrice, nipote ed “erede artistico” che con fierezza scrive:
“Partire un giorno dalla Calabria. Da un paesino della Calabria: S. Eufemia D’ Aspromonte, un giorno qualsiasi della tua giovinezza, con un bagaglio tecnico consistente, ereditato da una famiglia che, letteralmente, vive di una eclettica produzione artistica e di manufatti pittorici eseguiti su commissione delle varie congregazioni religiose che, negli anni della prima metà del ‘900, popolavano la variegata realtà sociale dei paesi del Sud. Un Pater familias di tutto rispetto, Carmelo Tripodi, pittore accademico pluripremiato nelle varie esposizioni internazionali, alle quali non ha fatto mancare le sue splendide opere, che riceveranno, in tali sedi, gli onori e i premi che meritano.
Due fratelli , Carmelo Agostino e Domenicantonio, artisti di talento, tale è il contesto dal quale il giovane Graziadei si allontana, alla ricerca di possibilità lavorative. Ha fortuna. Incontra, a Firenze, Leonetto Tintori, uno dei più quotati restauratori del tempo. Comincia con lui un percorso che lo porterà ad operare interventi su quadri di grandissimi pittori: Duccio Da Boninsegna, Lorenzetti, Simone Martini. Gira l’Italia da Nord a Sud , restituendo vita a capolavori. Nel 1960 è a Napoli , al museo di Capodimonte . Il suo amore per la Campania ed il suo interland, lo porterà, nel tempo, a continuare la sua opera in quei territori, dove, molte chiese custodiranno le sue infaticabili creazioni pittoriche, mai abbandonate in tutto il suo lungo percorso lavorativo. Si stabilirà ad Airola, bellissimo paese del beneventano. Diventerà una figura di riferimento, amata e conosciuta in quei luoghi che, pure, non lo hanno visto crescere e maturare, ma che hanno avuto in sorte di vedere gli effetti del suo percorso umano, artistico e sociale. Soprattutto sociale. Graziadei è un trascinatore. Ama inventare suggestioni sceniche, spettacoli, eventi di carattere storico o religioso. Il paese viene coinvolto nella sua totalità in queste ideazioni visionarie, che esaltano ed arricchiscono la vita della comunità. Il luogo vive di lui e per lui. Tutti possono andare a trovarlo. Lui è lì, che lavora ed intrattiene chiunque voglia scambiare qualche parola o fare discorsi più seri e complessi. Ha una cultura enciclopedica. Non la fa pesare. Serve, solo, ad impostare le attività che ha in animo di attuare o ad animare conversazioni impegnative. Dal 1981 al 2016, scrive tre libri sul restauro e sui suoi cicli di opere custodite nelle chiese di S. Anna e dell’ Immacolata di Messercola. La sua morte, improvvisa, avvenuta a 84 anni, lo coglie nel paese di Airola, dove lascia un vuoto incolmabile tra gli amici fraterni: Sabatino Schettino, Gigino Nostrale, Pasquale Dangelo. Nasce da loro, di concerto con l’ Amministrazione comunale, l’ idea di onorare la sua memoria, dedicandogli un luogo pubblico. Il Sindaco di Airola , Michele Napoletano, l’ Amministrazione comunale, i vertici della Protezione civile e la popolazione, assistono, nel mese di Luglio, alla posa di una stele commemorativa a suo nome, al Parkambiente di Bucciano, a Lui dedicato. Carmelita Tripodi”
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