GRANDE SUCCESSO DE LA STRANA COMPAGNIA AL TEATRO CIVICO DI ROCCA DI PAPA
Un affollato rendez-vous al Teatro Civico di Rocca di Papa questo pomeriggio di domenica 21 maggio: quarta replica dello spettacolo dialettale “Basta ‘n puce trento a recchia”, ripetutamente portato in scena a partire dallo scorso giovedì da La Strana Compagnia, gruppo teatrale formato da attori non professionisti, che da anni calcano la scena per passione.
Un rendez-vous, si diceva, con tanti amici e conoscenti tra gli spettatori in attesa per l’acquisto del biglietto: nomi che riaffiorano nei saluti, aggiornamenti dopo tempo che non ci si vede… è il primo spettacolo dopo la pandemia e la voglia di sorridere e divertirsi è coinvolgente.
Questo gruppo teatrale infatti, da anni propone e rappresenta in dialetto situazioni tipiche paesane, talvolta così paradossali e divertenti che tengono in costante ilarità gli spettatori: undici attori e attrici che si calano talmente nel personaggio loro affidato dal regista Mario Giovanetti, da far dimenticare si tratti, nel caso delle protagoniste, di una femminilità fittizia sotto abiti muliebri e tacchi a spillo.
Il titolo della rappresentazione fa riferimento ai pettegolezzi di un piccolo borgo, quelli che un tempo vivacizzavano gli incontri al fontanile, o lo sferruzzare in piazzetta davanti all’uscio di casa… e mentre il bucato diventava sempre più candido, man mano le comari s’informavano dei fatti altrui e si aggiornavano facendo scorrere velocemente il tempo. In particolare, però, la questione diventava sempre più particolareggiata, curiosa e assillante se qualcuno instillava loro dubbi che potevano riguardare i presenti o i loro congiunti.
Scorrevole la trama di questa nuova commedia: Milena, portinaia di un condominio interpretata da Lorena Gatta – imbattibile nella sua comicità raffinata sottolineata da una stretta pronuncia d’Oltralpe -, vien presa di mira da allusioni e dicerie circa la paternità sconosciuta di suo figlio Gino (Luca Brunetti).
Le pettegole sono Orghetta, Argia e Elide ( straordinari e comicissimi Roberto Sellati, Luigi Mele e Fabrizio Castri): matronali nel loro portamento, ingioiellate, con rosse calzature dai tacchi a spillo Argia, sono sedute per una colazione al bar di Pina, simpaticissima Donatella Casciotti.
L’astuta Milena, senza scomporsi instilla in loro sospetti nei confronti di Cesare, Giuanni e Miro, coniugi rassegnati e inconsapevoli interpretati da Massimo Onesti, Andrea Cocozzoli e Luigi Carfagna, insinuando possano essere, ciascuno, il padre naturale del suo giovane rampollo, reduce da un brutto incidente e in fase di riabilitazione.
Ne viene fuori un gioco degli equivoci, dei sospetti, delle accuse che rendono l’amicizia delle tre impetuose comari, una vacillante conoscenza inficiata da spiacevoli (ma comici e divertentissimi ) scambi d’invettive, mentre la giovane barista, tra cappuccini e dolciumi, aperitivi e salatini fa da testimone, informatrice e fugace ago della bilancia nei loro confronti, rendendole sempre più irate e sospettose l’una dell’altra.
Chi ne fa le spese è l’amore sbocciato e ostacolato, tra Gino figlio della portinaia e Camilla (Claudia Sellati), figlia di Elide e Miro: temendo possano essere consanguinei, la madre pone il veto.
Sarà l’anziano e composto colonnello Guido Costa – Angelo Querini – distinto militare con i baffetti all’insù, a svelare il segreto che porterà poi al chiarimento generale e a un bel lieto fine di questa storia.
Durante tutta la rappresentazione – il tempo vola! – la fa da padrone il dialetto: una forma di dialogo che trascina gli spettatori a tempi andati, rievocando presenze affettive, talvolta pizzicando con impercettibile nostalgia la voglia struggente di poter rivivere certi momenti; fa riemergere antiche atmosfere in un contesto fatto di voci dai toni squillanti, interiezioni gridate, espressioni spontanee senza peli sulla lingua, equivoci, esclamazioni, invettive, sospetti e divertenti equivoci. Ma anche tanta umanità, affetto, solidarietà e onestà che portano a riconoscere gli errori e a chiedere scusa.
Così come ha introdotto, verrà poi a concludere l’evento il simpatico Salvatore Giovanetti che salutando tutti gli attori, presenterà l’autore e regista, nonché suo fratello Mario Giovanetti. Visibilmente e meritatamente soddisfatto quest’ultimo, ringraziando le bravissime truccatrici e costumiste, nonché tutti coloro che dietro le quinte si attivano perché lo spettacolo abbia una riuscita soddisfacente, ricorda che in estate a luglio la commedia verrà replicata nel Parco della Pompa ai Campi di Annibale; invita il pubblico presente a conoscere più da vicino la bella realtà culturale e ricreativa rocchegiana del nostro Teatro Civico e sottolinea l’invito ai giovani di entrare a far parte delle nuove leve della Strana Compagnia, affinché possa esserci un naturale ricambio generazionale.
Tutto il ricavato delle quattro serate e della vendita del libro di Giovanetti su La Strana Compagnia, tolte le spese, andrà in beneficenza, in barba a chi – nonostante il grande impegno di tutti per la lodevole iniziativa – abbia voluto creare disagio prenotando a vuoto un bel numero di posti, per fortuna rimpiazzati, ha precisato l’autore: in ciascuno di noi, tra la riconoscenza e la lode verso tutti i protagonisti, l’amara consapevolezza che la mamma degli sciocchi è sempre in attesa. Bastaria ‘n puce trent’a recchia e ja fariano vede’ issi!!
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