GRANDE OVAZIONE PER CYRANO AL TEATRO CIVICO DI ROCCA DI PAPA
Grande emozione e lunghi minuti di ininterrotti applausi: un epilogo meritatissimo del Cyrano, al mio Amore, rappresentato il 27 ottobre al Teatro Civico alla presenza di un numeroso il pubblico che ha seguito, non senza commozione, l’opera teatrale del 1897 di Edmond Rostand, ispirata alla figura storicamente esistita dello scrittore seicentesco Savinien Cyrano de Bergerac. Un eroe che ha in sé tutta la fragilità dell’uomo, nonostante la sua incredibile forza e il suo coraggio: non s’assoggetta al potere, è libero, indipendente e lascia scaturire la sua grande passione nel segreto sogno d’amore rivolto alla bella Rossana.
Romantico, coraggioso, altruista e soprattutto innamorato: proprio per questo grande sentimento accetta di dar voce ai suoi pensieri più profondi lasciando che la donna creda siano di Cristiano, di cui ella è innamorata. Non gl’importa che questo favorirà la loro unione, s’accontenta d’amarla segretamente, suggerendo e poi scrivendo con grande maestria e passione i suoi sentimenti. Il suo sacrificio è esso stesso un grande gesto d’affetto amoroso e solo quando Rossana scoprirà chi veramente le parlava e scriveva d’amore – come lo stesso Cristiano, che diventato suo amico perderà la vita in battaglia – Cyrano ormai in fin di vita s’abbandona al raggio della luna che ecco, viene a chiamarmi…
Enrico Maria Falconi, un Cyrano dirompente e coinvolgente, Ramona Gargano, Andrea Standardi, Simone Luciani, Patrizio de Paolis, Federica Falzetti, Alessandro Tagliani, Raffaele Testaguzzi, Davide Cantarini, Andrea Garramone: straordinari in questa commedia in due atti che narra le gesta del nostro bizzarro spadaccino, scrittore e poeta, guascone afflitto da un prorompente e ingombrante naso.
…Ma poi che cos’è un bacio? Un giuramento fatto poco più da presso, un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole, un apostrofo rosa messo tra le parole “T’amo”; un segreto detto sulla bocca, un istante d’infinito che ha il fruscio d’un’ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di potersi respirare un po’ il cuore e assaporarsi l’anima a fior di labbra. Proprio quel che con fine eloquenza Rostand fa declamare al suo Cyrano ne sintetizza proficuamente il personaggio che respira e assapora l’anima a fior di labbra, donando segreti baci attraverso i propri pensieri.
Efficace ed essenziale la scenografia, così come i costumi, in un gioco di luci che ben hanno saputo coinvolgere il pubblico presente. Meritatissimo il tributo finale.
Una conferma che questa realtà teatrale presente nel nostro territorio è senz’altro una delle eccellenze che tutti noi possiamo e dobbiamo apprezzare, facendo in modo che anche i nostri bambini e gli alunni delle scuole, come suggerisce Mark Rothko, possano crescere e formarsi come adulti capaci di ascoltare, capire e apprezzare le forme di espressione che li circondano, valorizzando così la bellezza che la vita offre.
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