Grande Befana!!
A me Babbo Natale non ha mai portato nulla. La mia generazione, di qualche anno distante dalla guerra e prima del bum economico, aspettava la befana per avere qualche regalo, aspettava il Natale per preparare il Presepe e fare festa. Il 6 gennaio arrivano i Re Magi e con loro i regali.
L’albero di Natale con festoni e luci era per pochi. Per me, per i molti il Natale significava, oltre al Presepe, l’arrivo dei dolci, biscotti, ciambelle, pangialli. Ancora più atteso era il passaggio della “Pastorale”, che portava i canti natalizi nei vicoli del paese, nelle ore notturne dove freddo e neve erano ancora padroni. Al passaggio della Pastorale la gente apriva le finestre, offrendo caffè e dolci pe rifocillare i cantori dalle intemperie del tempo. A partire dal 16 dicembre il paese iniziava a vivere un’avventura giorno e notte, fatta di festa e attesa del 25 per la nascita di Gesù con la messa della mezzanotte.
Per noi bambini e poi ragazzi il periodo del natale significava gironzolare tutto il giorno, sempre in mezzo alla neve, giocare con gli amici, aspettare con ansia i giorni festivi per godere di piatti speciali e dolci. Il nuovo anno significava festeggiare e fremere nell’attesa del 6 gennaio, alla mattina era passata “La Befana”.
La mattina ci vedeva correre lungo i vicoli del paese a mostrare e giocare con quello che la Befana aveva esaudito dei nostri desideri. Un fucile, una pistola nuova, un arco con le frecce, un camioncino e cose simili per i maschietti, bambole, mini cucine, carrozzine ed altro per le bambine.
Era festa, una grande festa, l’ultima prima di tornare a scuola, ma i giochi ci avrebbero fatto divertire per qualche mese. Qualche gioco dopo un mese spariva, per ripresentarsi l’anno successivo con il ritorno della Befana.
Per noi Babbo Natale non esisteva, fin quando il bum economico “inventò” la televisione e la pubblicità. È stato solo questione di tempo affinché questo vecchio, vestito di rosso e con lunga barba bianca, prendesse il sopravvento sulla nostra Befana, dando il via al consumismo natalizio. I bambini venivano inondati di giochi, abbandonati dopo un giorno di utilizzo, ammucchiati in una stanzetta destinata ai giochi. Non si corre più lungo i vicoli per giocare con gli amici, a questo pensano i “social” o gli apparati elettronici.
Sia ben chiaro non sono contrario all’evoluzione sociale o dei giochi. Mi piacerebbe vedere le strade, i vicoli pieni di bambini che corrono con i loro giochi creando fantasie e divertimento rapportandosi con gli amici. Mi sta bene anche Babbo Natale, mi auguro perda qualche grado di consumismo, riconducendo le persone ad un rapporto disinteressato e di piacevole stare insieme.
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