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Venerdì 24 e sabato 25 luglio, per la rassegna estiva: “aspettando la luna” della quale è direttore artistico Pietro Longhi è andato in scena: Gli uccelli di Aristofane.
Principali protagonisti: Roberto D’Alessandro e Felice della Corte. Una commedia scritta dal greco Aristofane nell’età classica del v secolo a. C. Sulla scena trenta

personaggi tra attori e danzatori sul palco di un’Ostia antica con resti archeologici
sullo sfondo. Questa commedia calza a pennello ancor’oggi perché sempre eterna
nei suoi contenuti etico-sociale e nello spessore ironico. La regia è di Claudio Boccaccini. Bellissimi i costumi molto variopinti che sono di Giuseppe Santilli.
Aristofane ci parla di due Ateniesi, che stanchi della situazione in cui versa la loro
città: soprusi, ingiustizie e corruzione, pensano di abbandonarla e fondare una nuova città tra cielo e terra che sorgerà nel mondo degli uccelli. I due raggiungono i volatili che si mostrano increduli nei loro confronti; da qui un dialogo molto esilarante tra l’upupa (uccello notturno e regina degli uccelli) ed i due Ateniesi Evaristo e Pistotero
(interpretati da Roberto D’Alessandro e Felice Della Corte). Il più intrigante dei due
Pistotero reso con scaltra sagacia e seducente affabulazione da Della Corte. Dopo
l’accordo con il mondo degli uccelli, decidono di fondare la città ideale utopistica
“Nubicuculia”. Questa ubicazione impedirà agli dei di dominare gli uomini e sorgeranno alcuni strani tipi paradigmi stereotipi di personaggi della nuova società,

quali il poeta, il frate cieco, il geometra fanfarone sproloquiante. Tuttavia nonostante questi ostacoli che sembrano di mandare all’aria i piani dei volatili e dei due fondatori; non mancherà il lieto fine come di prammatica nella commedia ed i diversi mondi si intrecciano.