Gli Art Brut fanno tappa a Roma
Sono sbarcati in questo primo frangente di dicembre in Italia, ed hanno fatto tappa a Roma mercoledì 9, realizzando il pienone di pubblico, nel piccolo Circolo degli Artisti in Via casilina.
Stiamo parlando degli Art Brut, “arte grezza”, cinque spavaldi ed elettrici londinesi che si stanno facendo strada nel mondo del rock. Il loro nome lo hanno preso in prestito dal pittore Jean Dubuffet, che definiva così graffiti, murales e pitture primitive, niente di più appropriato, metaforicamente parlando, rispetto alla musica della band, semplice, dirompente, aggressiva quanto basta, mai scontata, nè noiosa.
Un continuo progredire di scale e melodie sul palco, che strizzano l’occhio a quel che fu il primo punk inglese degli anni ’80, un martello pneumatico il cantante Eddie Argos, le cui parole, eccentriche e velocissime, le due chitarre di Ian Catskilkin e Jasper Future stentano a seguire. Mai noiosi i nostri Art Brut, non seguono canonicamente i ritmi ossessivi e ripetitivi del punk, ma ne fanno tesoro che guarnizione del loro repertorio, immerso comunque nella Pop.
Con il batterista Mickey B sempre in piedi per tutto lo spettacolo davanti allo strumento e con un unica donna Freddy Feedback come bassista, niente da invidiare ai colleghi maschi, gli Art Brut hanno intrattenuto il loro pubblico, “loro” perchè in molti hanno raggiunto appositamente Roma da diverse regioni, in un’oretta e mezza di pura passione per le orecchie. 17 brani scelti tra il nuovo lavoro “Art Brut vs. Satan” e gli album d’esordio “Bang bang rock’n roll” e “It’s a bit complicated”, fatti di melodie snelle e divertenti, molto rumore negli assoli di chitarre di Catskilkin che terminano di colpo tra un brano e l’altro, assoluti colpi di genio della bassista che chiude sempre in controtempo sui reef delle chitarre.
Testi facili quelli di Argos, che prendono un pò in giro la società britannica con i suoi vizi e virtù. Ce n’è per tutti sulla lingua del cantante, persino riferimenti maliziosi sulla vita privata di star del pop inglese, come Bowie, o americano, come su Iggy Pop.
Forse troppo scarna la scaletta, forse ancora scarno i repertorio, pensando che il gruppo nasce dal 2005, gli Art Brut concedono solo un bis, e vanno via lasciando un pò male i tanti fans che si aspettavano forse una mezz’ora in più di live.
Peccato, vorrà dire che li dovremo sentire meglio la prossima volta, in un loro più che eventuale ritorno a Roma, a quanto pare previsto per l’estate. Vedremo.
Per il momento qualche info in più è reperibile sul web all’indirizzo:
www.myspace.com/artbrut.
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