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Gli amori malati

Novembre 25
11:18 2020

Gli amori malati di Nicoletta Prestifilippo, editrice Divergenze
Analisi artistico-letteraria di una patologia della realtà

L’autrice esamina i vari amori della letteratura, del cinema, della pittura passati alla storia per un motivo o per un altro. Storie importanti, narrate o portate sullo schermo. “Sono tanti i modi d’amare”, dice la scrittrice, “Quando sono distorti, ossessivi e affilati, divengono il castigo che non si sa di infliggere”. La passione di Didone ed Enea apre questa rassegna. “Nessuno si sottrae a Cupido con le sue ali candide e le frecce appuntite… Nemmeno Didone lo fece… La si immagina fiera e regale vittima dei desideri favorevoli e contrari, come i venti che la condussero tra le braccia di Enea”. Ma Enea deve partire, ha un compito da portare a termine e Didone si uccide.

Ecco allora altre coppie come Vittorio e Sonia nel film “Primo amore” di Garrone, o Bess e Jan nel film “Le onde del destino”. Poi facciamo la conoscenza con una fiamma falsa e sbagliata come quella di Antonio e Laide nel libro “Un amore” di Dino Buzzati. Nel film di Dino Risi “Un amore a Roma” conosciamo la coppia Marcello e Anna, e poi la poetessa Antonia Pozzi innamorata del suo docente di greco e il rapporto tormentato tra Modigliani e Jeanne Hébuterne. Un destino crudele fa da epilogo: alla morte di Modigliani lei si tolse la vita. Intorno alla passione ardente si è sempre parlato dei sintomi del mal d’amore: sangue che ribolle, freddo acuto, gote rosse, e spesso non ci sono cure… oppure si è parlato di fattucchiere, di pozioni miracolose. Mentre gli innamorati vivono i loro tormenti e le loro estasi, combattono contro l’instabilità affettiva, passando da certezze e illusioni a delusioni cocenti. L’autrice a un certo punto annota: “Farsi una cosa sola con l’altro non è espressione da prendere alla lettera: è bene che ognuno conservi un’identità dovuta alla crescita dettata dal tempo e dagli eventi…”. E cita un film, Kynodontas, del regista greco Lanthimos: “Una visione esasperata della famiglia, in un quadro malato ed opprimente… gli amori che narra finiscono sempre per ammaliare, pur essendo morbosi, allucinati, distanti dalla realtà…”. La passione di Orlando per Angelica e la follia che subentra in Orlando mette in luce il codice cortese secondo il quale “la donna a cui lui aveva prestato molti servigi diveniva di sua proprietà”. L’ossessione del paladino per l’amata Angelica “non poteva che generare follia, poiché non era alimentata da una promessa di lei, ma da strati d’immaginazione, aspettative (le nemiche della serenità), da convinzioni di comodo astratte, che avevano distolto le attenzioni dall’obiettivo primario di salvare l’armata di Re Carlo dall’assalto dei Mori, in favore di un’unione che da solo aveva progettato e nutrito”.

Un testo su cui riflettere per scoprire tra le righe il pensiero dell’autrice: l’amore non deve avere costrizioni, ossessioni, incantesimi. “Siamo fatti per amare e la solitudine crea imperativi dalla voce stridula, addolciti con l’armonia imperfetta di chi si ferma un poco, ascolta, raccoglie e mette insieme i pezzi con la speranza di vedersi combaciare con un esterno e una sostanza”.

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