GIULIA DE LUCA, UNA CAMPIONESSA MONDIALE A ROCCA DI PAPA
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La incontro un sabato mattina: minutina e schiva, un po’ timida, ma s’intuisce in lei una grande forza di volontà e tanta tenacia già solo nel salutarla. È di stirpe rocchegiana, ha nel Dna tutta fermezza e il coraggio di antichi boscaioli e antenati bavaresi: abita ai Campi d’Annibale, ha studiato nei Castelli Romani, conseguendo quest’anno la maturità linguistica al Joyce di Ariccia.
Sto parlando di Giulia De Luca, campionessa mondiale agli Unified World Championships 2019 – WTKA – nella categoria Low Kick Light – 70, titolo conquistato a Massa Carrara lo scorso 3 novembre 2019.
Ha iniziato a quattordici anni con il Taekwondo, tecnica di combattimento coreano e nel 2015 ha vinto un campionato europeo ad Atene. E’ passata poi al Kickboxing, sport incentrato sul combattimento agonistico che consente colpi con gli arti superiori e inferiori.
Appena diciannovenne, Giulia ha uno spirito che ama il confronto, il sapersi mettere in gioco, e lo fa in un gruppo, quello nel quale si allena quattro giorni a settimana: sono una ventina, tra loro due donne; quindi, aggiunge, la decisione di scegliere uno sport maschile è stata un’ulteriore sfida con me stessa.
E non ha remore: la preparazione fisica, continua, consente di avere le stesse opportunità sia per i ragazzi che per le ragazze, in quanto il combattimento mette in gioco una competenza soprattutto intellettiva per trovare soluzioni idonee all’attacco e alla difesa. Nello sport Giulia coltiva e rafforza valori e competenze che vanno dalla disciplina, al rispetto degli altri e delle regole, al controllo della forza…
La strada per arrivare a gareggiare ai mondiali – già questa una vittoria – è stata graduale: Giulia ha cominciato sostenendo gare interne, poi le interregionali con le quali è stata ammessa successivamente nella squadra della Nazionale e infine nella rappresentanza ai mondiali. A giugno ha iniziato la preparazione atletica per questa importante occasione sportiva, sacrificando buona parte del tempo libero e di quelle attività e svaghi che una giovane ragazza come lei vive quotidianamente.
A Massa Carrara – diecimila gli sportivi coinvolti – nel Palazzetto Carrara Fiere ha superato le semifinali, combattendo contro il team polacco e, in finale, ha affrontato un’italiana contro la quale ha vinto infine il titolo mondiale.
Quali emozioni si vivono durante questo percorso e durante le gare, le chiedo. Sono strane, mi risponde, si sa che si è dato il massimo ma si attende una conferma che verrà solo al termine della gara: si mettono in ballo mesi di allenamento da giocarsi in quattro minuti di combattimento. Quest’ultimo si svolge in due tempi di due minuti ciascuno con un brevissimo intervallo di un minuto. Non c’è spazio per le emozioni: tutto è teso alla gara. E infine quando l’arbitro alza la mano, tutte le speranze si concretizzano, sorride.
Il suo pensiero va alle ragazze: mai devono rinunciare ai loro sogni, mai fermarsi alle barriere dei pregiudizi. Se si crede, non esistono disuguaglianze di genere in questo sport, attività che ti mette davanti a bivi, che mette in campo determinazione e forma il carattere.
Molto timida, dice, ho preso coscienza di quel che sono, accettando limiti e mettendocela tutta per superarli aiutata dalla passione e dalla determinazione.
Tra i suoi fans, oltre tutta la sua famiglia, nonni compresi, i suoi amici e compagni di scuola, e ora oltre a tutti noi di Rocca di Papa, l’Italia deve essere fiera di lei che spera di poter vivere il suo futuro nelle Forze Armate. Ma prima l’attende un’altra sfida: gareggiare per la Coppa Italia il 24 novembre a Napoli.
In bocca al lupo, Giulia!!!
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