Giro di vite sui certificati di malattia
“Da uno studio statistico effettuato nell’anno 2007 – prosegue Palozzi – risulta che l’incidenza della malattia sul totale del tempo di lavoro è stata pari al 6% e che su un totale di 181 dipendenti ben 146 hanno usufruito di giorni di malattia. Si pensi che in più di una delle aree funzionali dell’Ente l’incidenza dello stato di malattia dei dipendenti in termini di giorni lavorabili è stato pari al 20% riducendo pertanto la produttività e l’efficienza degli uffici e dei servizi della percentuale di 1/5”.
“In termini pratici – sottolinea Palozzi – il quadro fin qui disegnato comporta enormi disservizi nei confronti dei cittadini e della città da me amministrata”.
“Come sono possibili il controllo e la sicurezza stradali con soli due agenti di polizia locale in servizio su un territorio popolato da quasi 40mila abitanti?” si chiede il primo cittadino. “Com’è altresì possibile assicurare servizi immediati ed efficienti quando unità organizzative cui sono preposti dieci addetti operano quasi quotidianamente a regime ridotto a causa di assenze per malattia certificate?”
“Non è mia intenzione né velleità – chiarisce a scanso di equivoci Palozzi – mettere in discussione l’autonomia professionale dei medici di base e del personale medico impegnato presso la Asl. Mi limito, però, a segnalare, da profano in materia ma da amministratore locale che opera per il benessere della comunità, che quindici giorni di astensione dal lavoro per una ferita a un dito o assenze per malattia a singhiozzo creano indubbie difficoltà e con esse la necessità di individuare soluzioni praticabili “.
Tutto ciò, precisa ulteriormente il sindaco “ferma restando la piena comprensione di reali e gravi situazioni patologiche di alcuni dipendenti e ferme restando le continue e defatiganti azioni che questa Amministrazione sta intraprendendo per motivare il personale a ridurre l’assenteismo, non posso tuttavia non rilevare – conclude Palozzi – che l’azione da me intrapresa necessita di una più ampia azione concertata e condivisa”.
L’Ufficio Stampa
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