GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2023: PRESENTATO A NEMI IL LIBRO l’INCENDIO DELLE NAVI ROMANE
Nel corso dell’interessante incontro svoltosi il 23 settembre a Nemi nel Museo delle Navi Romane, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2023 – Passato, presente e futuro – sono stati presentati i seguenti volumi:
- L’incendio delle Navi di Nemi. Indagine su un cold case della Seconda guerra mondiale di Flavio Altamura e Stefano Paolucci
- Guerra, archeologia e architettura. Le navi di Nemi – Rivista di Engramma 203 a cura di Maddalena Bassani e Christian Toson, nella quale è presente un saggio di approfondimento a cura di Altamura e Paolucci.
Accolto dal dott. Stefano Petrocchi, direttore dei Musei del Lazio e dalla dott.ssa Daniela De Angelis, direttrice del Museo delle Navi Romane di Nemi, ha presentato l’evento il dott. Umberto Groppi, direttore Federculturale, elogiando e introducendo l’interessante volume sulle Navi Romane che ha richiesto ben dieci anni di ricerca in Archivi nazionali e internazionali, con un serio e approfondito lavoro di analisi di documenti inediti. Spiega Stefano Paolucci con visibile soddisfazione, che inizialmente l’obiettivo era finalizzato alla stesura di un articolo sull’argomento, ma vista la grande mole di materiale che a grappolo veniva a consolidare il lavoro di ricerca sono stati poi necessari tre anni per la stesura di quest’opera scritta a quattro mani con Flavio Altamura: un grande lavoro di scambio e compensazione tra il primo – storico e divulgatore – e il secondo, archeologo scientifico. Una sinergia che ha permesso di far collimare in modo efficace caratteri e qualità, spiegano insieme. Raccontano di essere stati contattati dal figlio di Hans Gerard Evers, addetto alla salvaguardia delle opere d’arte italiane dopo l’armistizio, ufficiale tedesco che era stato accusato di aver contribuito a distruggere le imbarcazioni romane dell’imperatore Caligola: ringraziando i nostri autori per aver sollevato il padre da ogni sospetto – grazie alle approfondite ricerche – ha voluto mettere a loro disposizione anche alcuni documenti inediti di famiglia.
Questo libro faticosissimo, ha aggiunto Altamura, è frutto di un’indagine a effetto domino che, ribadisce, da approfondito articolo destinato a una rivista internazionale ha trasformato il lavoro in un interessantissimo volume di cinquecento pagine corredato – aggiungo – da inedite immagini d’epoca, ben documentato e fornito di una corposa bibliografia. Gli argomenti ricavati dallo studio dei documenti sono stati vagliati attraverso una visione scientifica degli elaborati, esaminando in modo quasi maniacale, ogni dettaglio.
I percorsi seguiti per la ricerca sono stati principalmente due: storiografico e scientifico, procedendo su più fronti, accogliendo istanze, analizzando con scrupolo diversi fattori fino a convergere in una soluzione condivisibile che escludesse il “non provato”.
Non esitano ad affermare i due studiosi, che la verità assoluta non esiste: il loro impegno è andato avanti con onestà intellettuale che ha operato esclusione di fattori dubbi e inattendibili. L’ipotesi, per esempio, che l’incendio che ha distrutto le Navi Romane potesse essere stato provocato dagli sfollati rifugiati nel museo è stata scartata da documentazioni che attestano la loro evacuazione, circa due mesi prima dell’incendio stesso.
Il lavoro dei due autori è andato avanti ricercando ed eliminando ipotesi non provate e ha permesso accertare anomalie nell’operato della Commissione d’inchiesta successiva all’incendio che ne attribuiva la responsabilità ai soldati germanici, sulla base di testimonianze raccolte dai custodi del museo.
Sono state accantonate anche altre ipotesi che definivano i partigiani o alcuni ladruncoli responsabili del danno nel museo: attraverso l’analisi di inedita documentazione si è arrivati a una conclusione accennata nel corso della serata e che leggeremo con molta curiosità nel prezioso libro.
Interessante e complementare l’intervento dei professori universitari Maddalena Bassani, archeologa e Christian Toson architetto, che hanno messo in risalto quanto pubblicato nella Rivista di Engramma 203: diversi temi storici, archeologici e legati all’architettura vanno affrontati con un’interdisciplinarità messa in pratica anche nel confronto, nel mettersi in discussione e coinvolgendo in una fattiva progettualità anche le giovani generazioni future.
Molto significative e condivisibili le osservazioni e i commenti finali dal pubblico: l’apprezzamento del metodo scientifico nella ricerca storica operata dai relatori; la loro onestà intellettuale nel lasciare sempre aperta la strada della verità oggettiva in caso di nuovi indizi e prove; infine, universalmente condivisa e indiscutibile l’affermazione finale: la distruzione di tutto, navi comprese, ha un solo colpevole provato, la guerra.
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