Giornata mondiale dell’infanzia
Giornata mondiale dell’infanzia: Save the Children, nel mondo più di 1 bambino su 2 minacciato da povertà, guerre o discriminazioni
Più di 1 miliardo di bambini vive in contesti flagellati dalla povertà, anche nei Paesi più ricchi; 350 milioni si trovano in aree di conflitto; oltre 575 milioni di bambine e ragazze in contesti caratterizzati da gravi discriminazioni di genere
Per più della metà dei bambini al mondo, la possibilità di vivere l’infanzia che meritano e alla quale semplicemente hanno diritto continua ad essere solo un lontano miraggio e ogni giorno, sulla loro pelle, devono fare i conti con le conseguenze disastrose dei conflitti, della povertà o delle discriminazioni, denuncia Save the Children – l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro –alla viglia della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
“Nel mondo tanti, troppi bambini continuano a morire ogni giorno perché non hanno cibo, acqua o cure mediche. E sono tantissimi quelli che non possono andare a scuola perché vivono in zone di guerra o perché sono costretti ad andare a lavorare, così come milioni di bambine e ragazze diventano adulte troppo presto perché costrette a sposare uomini spesso più grandi di loro. Il mondo non può e non deve più accettare che tutto questo continui ad accadere. I bambini sono prima di tutto bambini e ognuno di loro merita l’opportunità di nascere e crescere sano, di ricevere un’educazione e di sentirsi protetto”, ha affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.
Secondo l’Organizzazione, circa 5,4 milioni di bambini, ogni anno, muoiono prima di aver compiuto il quinto anno di età a causa di malattie facilmente curabili e prevenibili, di cui quasi la metà perdono la vita per cause legate alla malnutrizione.
Le condizioni di vita dei minori sono particolarmente gravi nelle zone fragili o affette dai conflitti, dove attualmente vivono 350 milioni di minori nella cui vita quotidiana incontrano spesso ostacoli enormi circa l’accesso al cibo, all’acqua pulita o alle cure mediche. Soltanto in Yemen, a più di tre anni e mezzo dall’escalation delle violenze, più di 5 milioni di bambini stanno soffrendo la carenza di cibo, 1 minore su 2, nel Paese, soffre di malnutrizione cronica e più di 400.000 sotto i 5 anni sono affetti da malnutrizione acuta grave. In Siria, allo stesso modo, più di 13 milioni di persone hanno ancora bisogno di assistenza umanitaria e quasi 2.400 bambini con meno di 5 anni rischiano di morire entro fine anno per cause legate alla malnutrizione.
Anche l’accesso all’istruzione, nelle aree sferzate da guerre e violenze, è fortemente messo a rischio, considerando che ben 27 milioni di bambini e ragazzi sono attualmente tagliati fuori dall’educazione, perché le loro scuole sono state distrutte, danneggiate o occupate o perché i loro genitori reputano per loro troppo pericoloso uscire di casa per recarsi a scuola. In molti casi, in tali contesti bambini e ragazzi perdono irrimediabilmente la propria infanzia anche perché costretti a lavorare per mantenere le proprie famiglie: i bambini che vivono nelle aree di conflitto hanno infatti il 77% in più di probabilità di essere coinvolti nel lavoro minorile rispetto alla media globale.
I diritti dei bambini nel mondo, sottolinea Save the Children, sono gravemente minacciati anche nelle aree sferzate dalla povertà dove vive più di 1 miliardo di minori. Nei Paesi in via di sviluppo, in particolare, 1 bambino su 5 è in povertà estrema, ma anche nelle aree economicamente più avanzate i minori sono costretti a fare i conti con le deprivazioni economiche, con circa 30 milioni di bambini e ragazzi in povertà relativa grave nei Paesi OCSE. Una piaga, del resto, che non lascia immune nemmeno l’Italia dove 1,2 milioni di bambini e adolescenti vivono in condizioni di povertà assoluta con gravi ripercussioni sul loro futuro.
Dei minori tagliati fuori dalla scuola in tutto il mondo, quasi 9 su 10 – evidenzia ancora l’Organizzazione – vivono in Paesi a reddito basso o medio-basso, e nei Paesi più poveri non va a scuola 1 minore su 3, contro i meno di 4 su 100 nei contesti più ricchi. Allo stesso modo, nei Paesi meno sviluppati è costretto a lavorare 1 minore su 4, una negazione dei diritti che riguarda tuttavia anche 2 milioni di bambini e adolescenti nei Paesi ad alto reddito.
Violazioni dei diritti dell’infanzia che, inoltre, continuano a riguardare tante, troppe bambine e ragazze in tutto il mondo, vittime di discriminazioni quotidiane che impediscono loro di costruirsi un futuro. Oltre 575 milioni, infatti, le bambine e adolescenti che vivono in contesti caratterizzati da gravi di discriminazioni di genere; 12 milioni le spose bambine ogni anno e 7,8 milioni le adolescenti che diventano madri precocemente, con gravi rischi sulla loro salute e su quella dei loro bambini.
Save the Children lavora ogni giorno, in Italia e nel mondo, per garantire un futuro ai bambini senza un domani, quelli più esclusi, invisibili o dimenticati, grazie ai suoi progetti nei settori dell’educazione, salute, nutrizione, protezione, contrasto alla povertà, sicurezza alimentare, diritti e partecipazione. Nel mondo, l’Organizzazione lavora sia nei contesti di sviluppo sia nelle zone colpite da crisi ed emergenze, che hanno un impatto particolarmente negativo soprattutto sui bambini, e solo nel 2017 è riuscita a raggiungere 33 milioni di minori con i suoi programmi di salute e nutrizione.
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06-48070023/63/81/82
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