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Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne

Novembre 16
18:04 2021

Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.

Le eccitanti scoperte neuroscientifiche nella comprensione dell’enigma femminile

 Intervista al prof. Guido Brunetti

 

Il 25 novembre è la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” istituita dall’Onu nel 1999. Il tema si presenta difficile, complesso e delicato. Abbiamo chiesto al professor Guido Brunetti di guidarci nella comprensione  dei comportamenti e del cervello femminili.

“ Per comprendere il grave fenomeno del femminicidio e della violenza sulle donne, occorre entrare nel pianeta ancora misterioso del  mondo femminile, la cui analisi presenta una specificità e una varietà di  complesse caratteristiche neurobiologiche, mentali ed emozionali.

Dalle ricerche, emerge una personalità multiforme sempre in perpetuo cambiamento talora un’immagine indefinita, attraversata da effetti di chiaroscuro,  e difficile da prevedere. In realtà, della donna si parla poco e si conosce altrettanto poco o nulla.  Dopo i brillanti studi di Freud e di altri autori, sono oggi le neuroscienze a cercare di far luce sugli aspetti enigmatici  della donna”.

 

Un gap culturale e scientifico?

“Certamente, vecchie teorie senza alcuna valenza scientifica, stereotipi e pregiudizi hanno da sempre caratterizzato l’immagine femminile, considerata fin dall’antichità ‘inferiore’ all’uomo sul piano psicologico, mentale e sociale. E sottoposta a violenza, umiliazioni, possesso, dominio, prevaricazione, odio. Espressione di un’antica cultura purtroppo ancora diffusa.

Per le donne, una tragedia interiore millenaria.

Fino al XX secolo, la maggior parte degli scienziati riteneva che le donne non fossero altro che ‘ uomini più piccoli’ sia in senso neurobiologico che da ogni altro punto di vista.  Scarsa attenzione pertanto è stata prestata alla personalità e alla fisiologia della donna”.

 

Violenza, umiliazioni…

“Il fenomeno della violenza sulle donne e il femminicidio si sono aggravati in questi ultimi tempi. Le donne vittime di omicidio sono numerose, una ogni tre giorni. La grande crisi sanitaria, economica, sociale e morale scatenata dalla pandemia- spiega Brunetti- ha prodotto un alluvionale impatto sulla struttura emotiva, mentale e sociale dell’individuo, con gravi ripercussioni nella società. Fatto che sottolinea ancora di più l’urgenza e l’importanza della questione che stiamo esaminando.

La violenza?  E’ violare, contravvenire, trasgredire. E’ fare forza. Un atto fisico o verbale  praticato da un individuo su un altro e tale da provocare un danno biologico, psicologico  e sessuale. La violenza ha una connotazione neurobiologica presente nella struttura più antica del cervello umano. E’ una pulsione innata distruttiva ed autodistruttiva, che viene influenzata  dalle esperienze e dall’ambiente socio-culturale.

Per noi, il concetto di violenza va oltre queste dimensioni. Come abbiamo già sostenuto in altre sedi insieme con il professor Giovanni Bollea, il padre della Neuropsichiatria infantile in Italia, da tempo è in atto un processo di violentizzazione a livello planetario, la cui comprensione è legata alla crisi non solo economica, ma soprattutto sociale, morale e spirituale.

Si assiste a un declino inarrestabile di valori e principi che per millenni hanno promosso la civiltà. Emerge un mondo liquido, insicuro, ansiogeno, opaco, sfuggente, privo di sicuri punti di riferimento.

E la violenza sulle donne?

“La violenza sulle donne è ritenuto un ‘flagello mondiale’, un problema di salute di ‘grandi proporzioni’ (Onu).  C’è una situazione di emergenza con gravi ritardi nella politica sia europea che italiana, assenza di visioni moderne, impreparazione del personale e sottovalutazione sociale e politica del fenomeno. E tanta retorica e tanta ipocrisia”.

Qual è il contributo del femminismo e della rivoluzione sessuale?

“ Studiose del femminismo, così come molte esperte femministe, hanno proclamato il tramonto del ruolo della donna, la quale si mostra sempre più simile agli uomini, contendendo loro il potere. Nel tempo, il femminismo e la rivoluzione sessuale hanno registrato  un fallimento, per la presenza di aspetti di utopia e di esasperazione e per non aver  risolto il processo di ‘liberazione’ della donna. E’ emerso un maschilismo al contrario. La donna è diventata una cavia, una merce di scambio, ridotta a utero, materia, oggetto di piacere. La sua libertà è una pseudo libertà. Sta di fatto che oggi una donna che occupa una posizione di rilievo sul piano professionale e intellettuale si arrabbia se viene definita femminista”.

Lei, professor Brunetti, ha accennato ai progressi scientifici nella conoscenza della donna.

“Stiamo entrando in un’epoca in cui cominciamo a scoprire le grandi capacità femminili. Le  neuroscienze negli ultimi anni stanno mostrando infatti nuove eccitanti scoperte sulla personalità delle donne circa la struttura del cervello, i  processi mentali, gli impulsi sessuali, i  comportamenti.

Non più ‘inferiore’ all’uomo, la donna ha, tra l’altro, una superiorità genetica e una superiorità del sistema immunitario insieme con una superiorità empatica.

La ricerca ha poi scoperto che gli aspetti neurologici peculiari femminili, come il ciclo mestruale, la gravidanza, il parto, l’allattamento, la cura dei figli, costituiscono rilevanti elementi nel loro sviluppo cognitivo, sociale e affettivo”.

Sta dicendo che le donne possiedono doti speciali?

“Esse hanno una struttura del cervello unica.

Le prime differenze cerebrali si manifestano già dall’ottava settimana di sviluppo fetale. Altre ricerche hanno indicato che a meno di ventiquattr’ore dalla nascita, una neonata risponde al pianto di un altro neonato. A partire da un anno, le bambine hanno sviluppato il senso dell’empatia, sono più sensibili alla sofferenza altrui”.

Quali sono le altre caratteristiche essenziali?

“Sono moltissime. Le donne sviluppano qualità uniche e straordinarie, quali agilità verbale, capacità di decifrare emozioni e stati d’animo, di stabilire profondi legami sociali, abilità nel placare i conflitti, prendersi cura delle persone che le circondano. A due anni, possiedono un vocabolario tre volte più ricco di quello dei maschi. Incominciano infatti a parlare prima. Sono abili nel leggere le espressioni facciali e le sfumature emozionali.

Si è scoperto inoltre che gli ormoni hanno massicci effetti neurologici e condizionano a tal punto il cervello femminile da portarlo a percepire in modo diverso la realtà e il suo modo di vivere. L’influsso ormonale è rilevante in tutte le fasi dello  sviluppo femminile. La maternità, ad esempio, provoca  massicci cambiamenti ormonali, trasformando il cervello femminile, alterandone la struttura e  il funzionamento”.

La sessualità…

Sono molteplici le teorie, spesso tra loro discordanti e contraddittorie. E’ stato Freud a scoprire la sessualità infantile, affermando la sua centralità anche nella genesi di ogni forma di devianza sessuale e di nevrosi.

I circuiti sessuali delle donne sono legati all’ossitocina, una sostanza che favorisce, tra l’altro, comportamenti di cura e accadimento. Nello sviluppo delle differenze sessuali concorrono le influenze materne.

I neuro scienziati hanno dimostrato una sostanziale differenza della natura femminile rispetto a quella maschile. E’ in sostanza l’identità sessuale del cervello a determinare se le persone si sentono femmine o maschi. Cervello femminile e cervello maschile hanno diversi sistemi della sessualità anche in relazione agli impulsi sessuali e all’amore, sentimento che costituisce uno degli stati cerebrali più irrazionali che si possano supporre

 Quali conclusioni trarre?

“Esistono dunque prove scientifiche delle differenze tra cervello femminile e quello maschile.  Il cervello di uomini e donne appare ‘diverso’ già dal momento della nascita. I nostri cervelli sono diversi, così come le nostre menti.

Oggi, i meravigliosi progressi compiuti nel campo della genetica, delle neuroscienze, della biologia e dello sviluppo neuro-ormonale e in virtù delle splendide tecniche di brain imaging  stanno determinando- precisa il noto autore- una rivoluzione scientifica destinata a sconvolgere non solo i metodi di diagnosi e cura in medicina e psichiatria, ma la nostra visione del mondo e le nostre millenarie concezioni, a partire dai sistemi filosofici.

C’è quindi la necessità- conclude il professor Brunetti- di utilizzare e favorire  tutti i talenti del cervello delle donne allo scopo di promuovere la conservazione della specie e il progresso dell’umanità”.

 

 

 

 

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