Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne
Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne: ricordiamo gli abusi sulle donne Rom
Roma, 24 novembre 2009. Domani, 25 novembre, si celebra la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Si tratta di una delle più vili e barbare violazioni dei Diritti Umani e colpisce milioni di donne ogni anno. L’anno scorso Amnesty International ha promosso un’importante campagna: “Il terrore dentro casa”, per ricordare che i crimini di stupro e violenza sule donne avvengono quasi sempre fra le pareti domestiche. Sempre l’anno scorso il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha votato all’unanimità la risoluzione 1820, in cui lo stupro è condannato come “arma di guerra”. E’ importante combattere la violenza sulle donne dove essa avviene e non strumentalizzarla, come fanno spesso – soprattutto in Italia – i politici e la stampa intollerante. Come nel Medioevo, in Italia le violenze sulle donne vengono attribuite allo straniero, al Rom, al senzatetto. Servizi televisivi, locandine elettorali, articoli sui quotidiani nazionali diffondono questa pericolosa calunnia, mentre le Istituzioni distolgono risorse dai veri luoghi in cui avvengono queste odiose violenze, per illudere la popolazione di un impegno – inesistente – a favore della donna e contemporaneamente fare propaganda razzista e xenofoba. Si tratta di un ulteriore stupro: lo stupro della verità, della civiltà, della dignità della donna. Il Gruppo EveryOne desidera inoltre ricordare nella Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne la tragedia degli abusi contro le donne di etnia Rom in seguito agli sgomberi e agli allontanamenti, che spesso le mettono in mezzo
alla strada senza i loro padri e mariti, i quali vengono privati della libertà senza colpa, accusati dei soliti reati attribuiti ai Rom:
occupazione di stabili fatiscenti, accattonaggio molesto, resistenza a pubblico ufficiale, schiamazzi ecc.
Gli attivisti del Gruppo EveryOne hanno ricevuto negli ultimi anni numerosissime segnalazioni di abusi su donne di etnia Rom, anche giovanissime. A causa della vergogna, le vittime Rom non denunciano mai i loro aggressori. Spesso, per lo stesso motivo, non è possibile neppure condurle in ospedale. Oltre agli stupri, le donne Rom subiscono spesso aggressioni razziste e maltrattamenti da parte di intolleranti o anche di uomini in divisa. Casi emblematici sono l’assassinio da parte di un gruppo razzista delle piccole Lenuca Carolea ed Eva Clopotar, di sei e undici anni, bruciate vive nel rogo di Livorno, nell’estate del 2007; il pestaggio della sedicenne Neli Grancea, in stato di gravidanza, avvenuto a Rimini nel giugno scorso, di fronte a decine di passanti indifferenti; la tragedia di Veta ed Elena, giovani Rom in gravidanza che hanno perso i loro bambini, a causa dello shock, durante la terribile operazione di sgombero compiuta dalle autorità di Pesaro il 25 febbraio 2009. Ma l’elenco di tali atrocità, sempre impunite, comprende centinaia di casi.
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