Giornalismi, Storie e Rappresentazioni, di Giuseppina Brandonisio
Un testo importante di cui si sentiva la mancanza è finalmente apparso nel panorama editoriale con le Edizioni Controluce. Giornalismi, Storie e rappresentazioni di Giuseppina Brandonisio affronta con estrema chiarezza e scrupolosità il tema complesso dell’informazione giornalistica, spaziando nelle varie epoche e dinamiche per entrare nel vivo della società ‘mediatizzata’ e le tante variabili che determinano le modalità della comunicazione. «Mutano le priorità e l’aspetto dell’opinione pubblica, in una raffigurazione giornalistica più complessa della vita sociale, della storia, della cronaca, della politica di un paese, e il tutto si riflette a sua volta sul modo di fare informazione, di conoscere la realtà circostante e di confrontarsi sulle cose importanti.»
Questa la sintesi finale nella premessa della Brandonisio, dopo un’attenta e scabrosa analisi sulla stampa odierna. Per scrivere un testo di tale valenza il giornalismo deve essere stato pane e passione, materia passata al setaccio fino alla sua polverizzazione, ed esperienza sul campo oltre che grande preparazione teorica. Giuseppina Brandonisio è giovane – nasce a Bari nel ’72 – ma ha saputo spendere bene il suo tempo, mettendo a frutto aspirazioni e possibilità e trovandosi oggi ricca di un sostanziale bagaglio che le consente di muoversi agilmente e abilmente nei vari settori dei suoi numerosi interessi. Laureata in scienze della Comunicazione con Laurea Magistrale in Informazione, Editoria e Giornalismo, con studi di Etnomusicologia e di Sociologia della Musica e frequentazioni redazionali dei media nazionali, autrice di saggi e pubblicazioni – tra cui La morte e la musicalità del verso – scenari e dimensioni dell’opera di Edgar Allan Poe edito nel 2010 e ripubblicato in versione aggiornata nel 2011, la Brandonisio rappresenta un raro esempio di volontà ferrea e duttilità intellettiva, unite a una grande umanità che la portano a rapportarsi al suo prossimo e al suo tempo con l’intento di stabilire proficui contatti interattivi. Il libro, la cui trattazione si snoda in 120 pagine cui seguono bibliografia, sitografia e altre note per altre cinquanta pagine, si presta a diverse modalità di lettura, e rappresenta comunque un trattato di cui servirsi non solo per rifare la storia del giornalismo, ma per accedere alle infinite sfaccettature che l’argomento presenta e che l’autrice ha saputo scandagliare con grande acume, fornendo un’opera, come si diceva all’inizio, di cui senza saperlo si sentiva la mancanza, ora colmata con questa eccellente pubblicazione. Chiunque si occupi d’informazione giornalistica o ne sia fruitore, o l’una e l’altra cosa, troverà nel testo della Brandonisio non solo riposte alle sue domande, ma anche lo stimolo per nuove esplorazioni nel campo. Si legge in ‘Conclusioni – Il valore della notizia e l’interesse per la gente’: «Dalle notizie conosciute e dibattute si forma quell’opinione pubblica capace di incidere sulla cultura, sui modi di pensare e di agire della collettività, inseriti in questa relazione informativa. Abbiamo illustrato come la professione giornalistica svolga quindi una funzione sociale importantissima, non solo perché permette alla gente di conoscere ciò che accade nel proprio ambiente, ma anche perché ne rappresenta i tratti, consentendo quei processi di auto-riconoscimento o di identificazione storica e culturale che forgiano le peculiarità e le definizioni del sistema dell’informazione nel suo insieme.»
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