Giorgio Calcaterra vince la 100km del Passatore, secondo Andrea Zambelli
Calcaterra vince per la 12^ volta consecutiva, tanti gli inseguitori, tra i quali Denis Capillo, Carlo Agostinetto, il Francese Seitz, la prima donna Nikolina Sustic, i vari gruppetti che seguivano formati da diversi atleti tra i quali Andrea Zambelli capace di una straordinaria progressione arrivando 2° a pochi minuti da Calcaterra, un po’ più dietro ci provano a stare al passo dei più forti Laura Gotti, Marco D’Innocenti, Marija Vrajic, Stefano Velatta, Dominique Herzet, Mirco Gurioli ed Alessio Bozano.
Come al solito Calcaterra corre sereno, non deve dimostrare niente a nessuno e solo a Borgo San Lorenzo (km 31,5), transitando in 2h9’25”, prende il comando della gara seguito da Seitz, Agostinetto e Zambelli.
Le donne si dimostrano molto competitive, resistenti e resilienti, infatti Nikolina Sustic arriva 5^ assoluta con il record femminile della gara, settima assoluta e seconda donna Laura Gotti, Jurisic Veronika 10^ assoluta e terza donna. Straordinario 3 donne nei primi dieci assoluti.
Bella la dedica di Marco Lombardi, 13° assoluto, riporto le sue parole sui social: “Al mio risveglio questa mattina, dopo aver faticato per 100 km, un’amara sorpresa! Il mio nome non compariva in classifica! Accertato l’errore da parte degli addetti Mysdam, le classifiche sono state ripristinate: Marco Lombardi 10° uomo e 13° assoluto in 8°12’41” in una gara che ha visto ai nastri di partenza circa 2800 persone! Il caldo quest’anno mi ha penalizzato più del solito! Dedico questo mio piazzamento nella top 10 maschile ad un carissimo amico, che purtroppo è scomparso pochi giorni fa, una persona speciale dal cuore grande, uno che ha fatto la storia dell’ultramaratona mondiale: caro Corrado Mazzetti questo Passatore lo dedico a te, ovunque tu sia.”
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Giorgio Calcaterra e Andrea Zambelli attraverso risposte a un mio questionario di un po’ di tempo fa, per approfondimenti è possibile consultare il libro Ultramaratoneti e gare estreme
http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?”Per me l’ultramaratoneta è chi ha voglia di superare la classica distanza dei 42 km, e visto che corro anche per 100km mi sento ultramaratoneta a tutti gli effetti!”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?
Giorgio: “Sono diventato ultramaratoneta con molta gradualità, quindi non me ne sono quasi accorto, dopo aver corso decine di maratone è stato per me normale e semplice superare la distanza.”
Andrea: “Mi sono avvicinato al podismo nel 2009 per puro caso. Allora andavo in bici e nel periodo invernale spesso correvo, quindi mi è venuta l’idea di provare una maratona. Dopo qualche mese di allenamento il mio esordio alla maratona di Reggio Emilia (2h50’). Da quel momento mi sono innamorato di questo sport. Dopo varie maratone ho provato a correre qualche 50 km fino ad arrivare al passatore.”
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta?
Giorgio: “Si, infortuni ne ho avuti, e la sicurezza di riprendere non ce l’hai mai.”
Andrea: “3 anni fa, dopo tre mesi di preparazione per una maratona, a circa 20 giorni dall’evento mi sono infortunato e in un momento di sconforto avevo pensato di tornare al ciclismo. Nel giro di qualche settimana mi sono ritornati gli stimoli e la voglia di correre.”
Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?
Giorgio: “Niente, è una cosa che mi va di fare e che faccio, ma non mi spinge niente se non la passione.”
Andrea: “Il piacere e la gioia che ti dà questo sport.”
Emerge una motivazione interna a continuare a fare questo sport che comporta tante ore di allenamento, di fatica, il motore sono le emozioni e la semplice passione.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?
Giorgio: “Conoscevo già il mio carattere e che a volte sono un po’ testardo non l’ho scoperto facendo l’ultramaratoneta, ma sicuramente l’essere ultramaratoneta me lo ha confermato.”
Andrea: “Non avrei mai immaginato di riuscire a sopportare tanta fatica. Sono molto tenace e determinato.”
La pratica dell’ultracorsa diventa un investiimento emotivo, qualcosa che sperimenti ora e ti fa star bene per sempre, anche in momenti meno felici, basta ritornare a questi momenti e riprendi a vivere o trovi le soluzioni a problemi che sembrano irrisolvibili. Quello che motiva tanti ultramaratoneti è l’aria che si respira in questo tipo di competizioni, il pregara, la gara, il postgara. Inoltre constatare di riuscire in allenamenti duri dà coraggio e sicurezza nell’affrontare gare tantissimo impegnative.
Non si finisce mai di imparare e l’esperienza diretta è la scuola migliore non bisogna trascurare nulla né in gara ma soprattutto durante la preparazione all’obiettivo ritenuto importante, è necessario non solo l’allenamento fisico ma anche un’adeguata preparazione mentale, nutrizionale e tanta autoprotezione e coccole che consistono in massaggi, sani recuperi con attenzione e presenza.
Importante nelle gare estreme da una parte avere tanta sicurezza in se stessi e quindi elevata autoefficacia, inoltre è importante conoscersi bene, sapere fin dove ci si può spingere e automonitorarsi durante la gara.
E’ di prossima uscita il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html
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