Gioielli nel fango
In perfetta sintonia le ‘perle’ di poesia dal libro Questa terra che bestemmia amore di Maria Lanciotti e del cantastorie Daniele Mutino nell’interpretazione de Il Drago di Malagrotta e altre storie romane: fango e dolore della guerra e di una ricostruzione difficile e spersonalizzante nelle liriche, storie cupe di mostri o vive di amori nelle ballate; entrambe avviate, però, verso la luce della speranza ed il conforto della bellezza. Pubblico stupito e rapito dalla energia dei contenuti e dalla efficacia delle esecuzioni. Antonella Fede e Roberto Pennacchini hanno letto le intense liriche della Lanciotti nell’ambito del progetto di “LIBRazioni” ideato da Valeriano Bottini e finalizzato a rappresentare la parola scritta come cultura viva e interattiva. Daniele Mutino, nato come pianista classico, dopo la laurea in antropologia diviene, per passione della ricerca, etnomusicologo, fisarmonicista e cantastorie raffinato; compone musica per film e teatro e porta in scena spettacoli per il progetto “Cantastorie per Tempi Moderni”. Queste brevi tracce danno il senso di una operazione – realizzata in questo polo culturale – al tempo stesso complessa e semplice, di nicchia e popolare, intima e di largo respiro. È soprattutto un segnale per andare in direzione di una cultura senza trombe e tromboni, senza i soliti gessi e le statue di cera auto celebrative che hanno il difetto di sciogliersi alla prova della realtà, lasciando solo tracce scivolose.
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