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GINO E LA STRADA SACRA

Luglio 04
17:36 2010

Per chi è appassionato di storia locale, studioso di archeologia, di religioni antiche, o più semplicemente amante di botanica, di erboristeria, di apicoltura, il Giardino di Diana, in Via Tempio di Diana, a Nemi, è un luogo ben noto. La letteratura scientifica (e non) sull’area sacra di Nemi è sterminata . Hanno scritto su Diana , Atteone, Virbio, Caligola,Egeria, Iside,Il Ramo d’oro,il Rex Nemorensis,Giano Bifronte, Inanna,Dardano,Albalonga,Numa,Giunone, Venere,Coriolano,Le Prostitute Sacre, una infinità di antropologi, archeologi, letterati, ma anche appassionati, e persino cultori dell’esoterismo, insomma da più parti e a più livelli si è stratificata una bibliografia immensa. Basta cliccare una di queste voci su Internet ed avrete una lista sterminata di riferimenti intellettuali, spunti di riflessione e links.

Oggi il Giardino di Diana è un luogo incantevole, perchè l’appassionato, l’amante della natura, il romantico contemporaneo, possono rilassarsi in un ambiente naturale , privo di rumori molesti, e lasciarsi andare godendo delle piante, delle api, dei siti archeologici, tenuti puliti e visitabili grazie alla solerzia ed entusiamo del titolare dell’azienda: Gino De Sanctis.
Chi è Gino? E’ un uomo colto, garbato, ma anche pratico e positivo, dalla forte carica umana e passionale, dottore in scienze agrarie, che in trent’anni di attività non solo ha impiantato un giardino botanico , ma lo ha aperto al pubblico e fatto visitare , prodigandosi a favore della divulgazione scientifica e dell’educazione ambientale e, con grande sensibilità ed altruismo , ha tenuto, nel suo giardino , una vera e propria scuola all’aperto , presa d’assalto da migliaia di giovani provenienti da tutta Italia (in età scolare e non). Un lavoro nobile ed altruistico.
Fra il 30 giugno ed il 3 luglio di quest’anno, casualmente, cercando di collegare fra loro dei tubi per l’irrigazione del giardino, Gino si è imbattuto in un basolato, un pezzo di Strada Sacra , quella che dal lago , si raccordava al Tempio Sacro. Gino e la strada sacra!
Sembra una scena di ” Roma”, il film di Federico Fellini. E invece è la realta!
La realtà sacra era a pochi centimetri sottoterra!
La Sovrintendenza è stata prontamente informata del ritrovamento da Gino in persona, e la Dott.ssa Giuseppina Ghini, Direttore del Museo delle Navi Romani , è giunta prontamente sul luogo. Cosa avverrà? Non si possono, per ora prevedere i futuri sviluppi. Resta chiaro però che all’interno del Giardino di Diana, c’è realmente un vero tesoro, perchè la vasta area sacra comprende il Tempio R, il Tempio K, le Celle Donarie, Il Tempio primigenio, oltre al Teatro, e le Terme, e persino un rudere appartenente agli Orsini.
Il Giardino di Diana è una luogo privato, ed i visitatori sono ammessi perchè ospiti di Gino De Sanctis. Il proprietario, dimostrando sensibilità e senso civico, ha curato, da anni, con amore e dedizione, tutto questo patrimonio , e , da buon padrone di casa, è stato sempre ben cosciente dell’importanza ed del valore inestimabile dei beni che insistono nei suoi terreni e come tale, lo ha sempre custodito in ottimo stato. Chi entra oggi in questo piccolo Eden non potrà che rimanere incantato!
Inoltre da quest’estate molti appassionati hanno potuto visionare alcuni rari filmati Luce sul ritrovamento delle navi sacre di Caligola, goduto di performances artistiche e di concerti improvvisati in stile arcaico, tenuti da noti professionisti, oltre a numerose conferenze su temi attinenti come “EROS E IERODULIA ” , “IL FLAUTO ARCAICO” , “FLAUTO E FALLO NEL BASSO IMPERO A ROMA” . Perchè temi attinenti? Perchè nell’area sacra di Nemi erano attive le prostitute sacre, protette e venerate dal Gran sacerdote, che richiamava attraverso i loro corpi magnifici, un pubblico immenso, fatto che decretò un successo senza pari e si tramutò in ricchezza ed edificazione di templi indistruttibili. Oggi, di contro il sentimento contemporaneo è ostile all’indecoroso argomento della prostituzione, perchè sinonimo di odioso sfruttamento, crimine organizzato, illegalità. Siamo di fatto in un’ epoca di nuova caccia alle streghe, di un moralismo imperante, che forte della cassa di risonanza di mass media e televisione , alimentano un sentimento di paura nei confronti del più antico mestiere della terra, le prostitute, immigrate ingenera nel pubblico contemporaneo insicurezza e paura. Queste donne sembrano aver perso ogni sacralità e diventano per tutti solo povere donne emarginate, escluse, vittime della mancata integrazione, manovrate da organizzazioni criminali, e pertanto, indifese da tutti, sono abbandonate al loro destino, fatto di sofferenza e pubblico ludibrio , oltrechè esposte alle violenze maschili più inaudite. Nel passato, al contrario, le prostitute (sacre o profane che fossero) ,spesso, come nel caso di Nemi, venivano venerate, e, divenivano sacerdotesse di Diana o di Iside, di fatto, le vestali dei templi sacri. Mozart nel Flauto Magico, Giuseppe Verdi nell’Aida, i Rosacroce e tutti i liberi pensatori hanno da sempre onorato Iside, fonte della vita umana, e dispensatrice di consolazioni ultraterrene. Il culto di Iside attraversò oriente ed occidente per almeno ottocento anni. Quando la religine isiaca giunse a Roma, grazie a Giulio Cesare, ma anche a Caligola, Commodo, Caracalla ,Iside corse il rischio di sostituire Venere nell’olimpo romano.
“Iside lactans “, Iside che allatta al seno Horus, suo figlio, ricorderà a tutti i cristiani anche l’origine della devozione Mariana che ebbe a Nemi i suoi precedenti storici-religiosi.
E dunque Gino può stare tranquillo: ci sarà sempre Iside a proteggerlo dalle invidie e dalle cattiverie umane, ci sarà Apuleio ed il suo libro Undicesimo delle Metamorfosi (o “Asino d’Oro”) a svelare ai profani i misteri isiaci, ci sarà Lucrezio a chiarire l’importanza di Venere nei programmi umani contemporanei (“De Rerum naturae”) e ci saranno sopratutto le donne partorienti del presente che ripercorreranno un’antichissima strada sacra per pregare (così come migliaia di anni fà) per assicurarsi un parto felice e sereno, e sperare nel più meraviglioso dei doni sacri: quello della vita umana!

 

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