“Gino de Dominicis e Calamita Cosmica…” di Italo Tomassoni, prima monografia sull’opera presentata lo scorso 16 marzo
Pubblicata la prima monografia dedicata interamente alla scultura iconica di Gino de Dominicis, esposta a Foligno in modo permanente nell’Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, secondo polo museale del CIAC.
Il libro Gino de Dominicis e Calamita Cosmica. Una storia immobile è firmato da Italo Tomassoni, direttore artistico del CIAC, edito da Maggioli Cultura. Presentato lo scorso 16 marzo da Ludovico Pratesi, curatore, critico d’arte e fondatore di Spazio Taverna.
Si intitola Gino de Dominicis e Calamita Cosmica. Una storia immobile la prima monografia interamente dedicata alla Calamita Cosmica di Gino de Dominicis. L’autore è Italo Tomassoni direttore artistico del CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno.
Il libro è stato presentato il 16 marzo 2023 presso l’Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata di Foligno, sede permanente della monumentale scultura e secondo polo museale del CIAC. La pubblicazione è stata realizzata da Maggioli Cultura in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, il Centro Italiano Arte Contemporanea e l’Archivio Gino de Dominicis – Fondazione Tomassoni.
Alla presentazione, fortemente partecipata da un pubblico molto attento e interessato, sono intervenuti: Umberto Nazzareno Tonti presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Mauro Villa direttore di Maggioli Cultura, Giovanni Tarpani responsabile del progetto fotografico, l’autore Italo Tomassoni. Ha presentato il libro Ludovico Pratesi, curatore, critico d’arte e fondatore di Spazio Taverna, che ha raccontato i temi salienti dell’arte di Gino de Dominicis, in particolare il suo scopo principale di fermare il tempo e quindi l’immortalità, rappresentata in più opere emblematiche. La Calamita Cosmica diventa il suo monumento simbolico.
La monografia presenta in apertura la vita, il singolare percorso artistico di Gino de Dominicis e la sua cifra stilistica, dominata da uno spirito ironico, beffardo e sarcastico. Spiega l’autore Italo Tomassoni: «Da una distanza che gli permette di cogliere la totalità delle cose, e protetto da un deliberato oscurantismo di cui non si è mai privato, Gino de Dominicis si professa fedele ad una visione del mondo nella quale brillano due indiscutibili punti fermi: la centralità dell’arte e il dispotismo del capolavoro. Capisaldi che illuminano l’intera vicenda della sua arte e dai quali può filtrare qualche luce per osservare anche la sua vita».
L’opera Calamita Cosmica, realizzata nel 1988 in assoluta segretezza, nasce nel periodo maturo del percorso creativo di Gino de Dominicis e diventa un capolavoro ad alta intensità. Stupisce subito per le sue dimensioni: ventiquattro metri di altezza per quattro metri di larghezza. Riproduce e rispetta in ogni dettaglio l’anatomia umana, tranne che per un particolare: il cranio è dotato di un lungo naso appuntito, conformato come il becco di un uccello. Un altro significativo dettaglio incrementa l’enigma della sua ideazione: sulla falange distale dell’osso del dito medio della mano destra della scultura è conficcata la punta di un’asta cilindrica d’oro lunga nove metri che si protende verso il cielo. Il suo innaturale equilibrio e l’attrazione verso l’alto denotano una tensione intellettuale alla verticalità. L’artista ha inteso così rappresentare una calamita che scandisce il tempo, tema a lui molto caro.
Scrive Italo Tomassoni: «Immaginata a supporto figurale di mitologie remote, Calamita Cosmica conferma che il nuovo è fondato sull’antico, che la vista può coincidere con la visione e che ogni novità, in arte, porta con sé un ritorno della memoria e del rimosso».
La monografia di Italo Tomassoni ripercorre i pellegrinaggi di Calamita Cosmica, in Italia e all’estero: Venezia, Napoli, Ancona, Milano, Roma, Firenze, la Reggia di Versailles e Mons (Belgio), tra lo stupore e la fascinazione di migliaia di visitatori e curiosi. Fino a raggiungere nel 2010 la sua sede definitiva a Foligno, nell’Ex Chiesa della Santissima Trinità, disposta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno che aveva acquistato il capolavoro per la collezione permanente del CIAC.
Incuriosiscono i tre titoli che lo stesso Gino de Dominicis adotta per nominare il suo capolavoro, ognuno con il suo motivo d’uso: ossia Lo Scheletrone, Calamita Cosmica e 24 Metri di Forme d’Oro (in base al progetto, mai realizzato, di un rivestimento delle ossa con la foglia d’oro zecchino). L’autore affronta, infine, temi significanti e significativi di questa opera colossale: l’altrove non calpestabile, il tempo, lo sbaglio, lo spazio, l’Origine, la modalità di esecuzione e le segnature, la differenza. La Calamita Cosmica, il monumentale scheletro, è la testimonianza assoluta del genio di De Dominicis, una provocazione paradossale che rifugge dall’improvvisazione e dal capriccio ma che intende liberare il mondo dalla paura della realtà.
«Cara… io penso che le cose non esistano […] Per esistere veramente le cose dovrebbero essere eterne, immortali, solo così non sarebbero solo delle verifiche di certe possibilità, ma veramente cose». Gino de Dominicis, Lettera sull’Immortalità, 1969
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento