Gian Maria Volonté e Velletri, la sintonia del valore umano
Per dare il segno del livello delle opere presentate, citiamo in ordine sparso dalle varie sezioni: A ciascuno il suo e Todo Modo di Petri, Il caso Mattei e Lucky Luciano di Rosi, Sacco e Vanzetti e Giordano Bruno di Montaldo, Il caso Moro di Giuseppe Ferrara, Porte Aperte di Amelio, Il capitale umano di Virzì, Pasolini di Abel Ferrara. Naturalmente protagonista assoluto di molti dei film è stato Volonté, uno dei più grandi attori italiani, capace di attraversare, in oltre sessanta pellicole e diretto dai maggiori registi, diverse stagioni, dai western di Leone al cinema di impegno politico e civile, meritando decine di riconoscimenti nazionali e internazionali. Le giornate sono state dense di grandi opere e di eccezionali interpretazioni. Ma i momenti più emozionanti, la scoperta dell’artista e dell’uomo, e il senso del cinema per e di Gian Maria Volonté si sono avuti nella serata inaugurale del 6 dicembre, quando è stato presentato il documentario di Gianfranco Lazotti Indagine sul cittadino Volonté ed è stata inaugurata la mostra di foto realizzate da Roberto Canò in occasione dello spettacolo Tra le rovine di Velletri. Allora si è manifestata la magica sintonia tra l’uomo e l’attore, tra l’uomo e la terra veliterna, che amava e per la quale lottava, e i concittadini velletrani nei quali si riconosceva, perché come lui schivi e attaccati alla perfezione del lavoro. Proverbiale la tigna dei contadini locali, ma non era da meno Gian Maria nel maniacale studio dei personaggi e nell’indipendenza della linea artistica, per la quale rinunciò a contratti miliardari; lontani entrambi da furbizie e compromessi; al primo posto l’amicizia e la semplicità delle cose, le partite a carte e le chiacchierate a ‘cazzeggiare’ aspettando l’alba.
Un segno del destino la sua ultima creazione: la regia dell’adattamento teatrale di un immenso diario di guerra del Padre Italo Laracca, quel Tra le rovine di Velletri per il quale nel 1994, pochi mesi prima dell’improvvisa scomparsa, riuscì a coinvolgere centinaia di concittadini realizzando un’opera corale di assoluto valore artistico. Nel 2014 si son voluti ricordare i settant’anni dalla fine della guerra e il ventennale della morte dell’attore con un’eccezionale edizione della rappresentazione, curata dal collega e amico Renato Carpentieri. Le due associazioni veliterne ‘Memoria 900’ e ‘Zona franca’ hanno chiesto al fotografo Roberto Canò di fermare l’evento. Ne è risultata una mostra di 30 artistiche immagini che parlano dell’intensa partecipazione e dell’amore scambiato e perdurante tra l’ideatore e gli artefici della rappresentazione; un documento perfettamente in linea con l’arte di Volonté, sempre tesa a un’introspezione essenziale, rifuggente da qualsiasi orpello o effetto facile.
Nella serata conclusiva sono state premiate le scuole coinvolte nella manifestazione e una medaglia d’oro offerta dal Presidente della Repubblica è andata al miglior componimento, quello di Federico Toscano dell’Istituto Tecnico Vallauri, una profonda riflessione sul film Sacco e Vanzetti e sulla pena di morte. Premio al documentario Fuoco amico per l’impegno civile nel sottolineare la storia ‘buia’ riguardante la scomparsa di Davide Cervia. Miglior corto ad Antonio Losito per A questo punto. Migliore attrice Claudia Crisafio per il corto Io sono qui. Miglior attore Ninetto Davoli per l’interpretazione nel film Pasolini di Abel Ferrara, che è risultato anche la migliore pellicola della rassegna. Il regista statunitense è salito sul palco per ritirare il prestigioso ‘Saturno d’oro’. La manifestazione quest’anno è stata arricchita dalla presenza in concorso di ottimi cortometraggi, che testimoniano un fermento beneaugurante per il cinema italiano.
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