Giacinto Cerone. La Gnam gli dedica una retrospettiva
È in corso alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, fino al 23 ottobre 2011, la mostra «Giacinto Cerone 1957 – 2004», che raccoglie una selezione di ceramiche, legni, gessi, plastiche e marmi di differenti lavorazioni e dimensioni, caratterizzati da una notevole forza evocativa e da una prorompente energia plastica. Ho avuto la fortuna di frequentare per più di dieci anni Cerone, fino a qualche mese prima della sua morte prematura, avvenuta nel 2004, all’età di quarantasette anni. Di là dalla testimonianza d’amicizia, che non può esser riassunta in queste poche righe, ricordo ai lettori di Notizie in… Controluce che questo mensile ha avuto l’onore di pregiarsi, tra il 1999 e il 2000, di due copertine appositamente realizzate dal grande artista ed una terza a lui dedicata, ai tempi in cui ne ero redattore.
Cerone è stato uno dei maggiori artisti della scultura e del modellato che l’Italia abbia avuto negli ultimi decenni, capace di piegare le più diverse modalità stilistiche e tecniche ad una espressività intensa che ne caratterizzava fortemente l’intima, irrequieta e amabile personalità. Grazie alla sua vastissima cultura artistica in senso lato, ad un intuito geniale che non si apprende nelle scuole e ad una riflessione attenta a contenere in forma calibrata l’estro difficilmente contenibile che gli era proprio, Cerone è stato l’artista vivente la cui opera mi abbia più intimamente toccato. Non ero in grado di apprezzare tutte le sue opere mentre le realizzava, e spesso mi vedevo costretto a domandargli come ‘guardarle’, alla cui richiesta mi chiedeva stupito perché mai non vedessi quel che avevo sotto gli occhi, ed immancabilmente, riposta la sua schietta perplessità, mi aiutava ad osservare lo stretto rapporto tra forma, materia e tema, spiegandomi quale fosse l’idea di fondo che lo muoveva a realizzare le opere che aveva a studio.
Muovendosi dalla forma astratta, la sua opera figurativa (che egli continuò a chiamare ‘astratta’ fino alla fine, benché per me ‘astratto’ avesse un’accezione convenzionale più tipicamente kantiana, ossia totalmente ‘privo d’una percettibilità riconducibile a qualsivoglia immagine esperienziale’) s’avvale di quelle caratteristiche, già proprie della grande arte rinascimentale, di cui ha scritto pagine significative Aldous Huxley ne Le porte della percezione, quando notava che la figuratività del Botticelli, e con essa della grande pittura figurativa, s’avvaleva d’un intrinseco astrattismo teso a dar corpo e intensità alle raffigurazioni: «Nella media delle Madonne e degli Apostoli, l’elemento completamente rappresentativo e rigidamente umano incide per circa il dieci per cento del complesso. Tutto il resto consiste di multicolori variazioni sul tema inesauribile della lana o del lino modellato. E questo novanta per cento non rappresentativo di una Madonna o di un Apostolo può essere così importante qualitativamente come lo è in quantità. Molto spesso esso stabilisce il tono di tutta l’opera d’arte, fissa la chiave in cui il tema deve essere reso, esprime lo stato d’animo, il temperamento, l’atteggiamento verso la vita dell’artista.» Non ho mai chiesto a Cerone se avesse letto questo saggio, ma so di certo che non aveva bisogno di apprenderne le idee di fondo da Huxley.
Restio a qualsivoglia espressione alla moda, mercantile e massiva, Cerone ha raggiunto, nei suoi esiti più compiuti, un’intensità che si fa classico proprio nel suo rifiuto delle etichettature di scuole e correnti, capace qual era di tentar vie nuove in una sintesi autentica e lungamente meditata che forzasse la forma ai limiti espressivi senza per questo infrangerla, evitando di scivolare nell’originalità ostentata, o nell’ammiccante convenzionalità. Un esempio può esser qui testimoniato nella sua idea di fare una rosa di alcune diecine di metri e, nonostante la massa di materiale e la sublimità percettiva che richiedeva, renderla all’occhio leggera e aggraziata, per poi abbandonare il progetto (che non avrebbe avuto difficoltà a portare a compimento) per tema di finire nel Guinness dei primati. Realizzò allora l’enorme carciofo per lo Spazio per l’Arte Contemporanea di Tor Bella Monaca a Roma nel 1999.
Invito il lettore che ami l’arte dei nostri tempi e le riflessioni che essa induce a visitare il prestigioso spazio espositivo finalmente, meritatamente, dedicatogli dalla Gnam.
Sito ufficiale dell’Archivio Giacinto Cerone:
www.archiviogiacintocerone.com/
Pagina ufficiale della mostra:
www.gnam.beniculturali.it/index.php?it/22/eventi/89/giacinto-cerone-1957-2004
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