Genzano. Antenne: “E’ solo un problema di volontà politica” dice il PCI
Le dichiarazioni che seguono prendono spunto da interventi preoccupati di cittadini, come a Montecagnolo, che si potrebbero rubricare sotto la parola d’ordine “più Stato meno Mercato. Ovvero più pubblico e meno privato”. Se non che non si può fare questa catalogazione. Per il semplice fatto che a Genzano è da molto tempo che è stato già previsto proprio questo. “Che a ben 16 anni dall’approvazione del P.R.A.E.E.T., il Piano delle antenne del Comune di Genzano, ci si trovi con i cittadini preoccupati, e mobilitati, perché il Comune ha autorizzato l’installazione, in un’area privata, di una antenna di telefonia, ci lascia allibiti. – spiega, intervenendo sul fatto Virgilio Seu, coordinatore del Partito Comunista Italiano della città dell’Infiorata – Ricordo ancora l’assemblea pubblica che facemmo, prima di approvare il piano in Consiglio Comunale nel novembre 2005, cui invitammo anche i rappresentanti dei movimenti di Roma contro le “antenne selvagge”. Da loro, e dai tantissimi cittadini presenti, il riconoscimento che il Comune di Genzano si era dotato di un piano all’avanguardia a livello nazionale. Oltre all’invito, soprattutto agli attuali amministratori comunali e agli Uffici preposti, a leggere attentamente il piano in questione, soprattutto per coglierne lo spirito e le direttive, vorremmo, brevemente, ricordare di cosa si tratta. Dopo il famigerato Decreto Gasparri che rese “strategici” gli impianti di telefonia, con la possibilità di installare antenne anche in contrasto con i Piani regolatori Urbanistici, senza regole a tutela della salute dei cittadini, decidemmo, come Assessorato all’Urbanistica, di prendere di petto il problema. – continua nella sua esposizione particolareggiata l’ex amministratore comunista – Partendo dalla tutela della salute e dell’ambiente, decidemmo di inserire nel Piano, innanzitutto, l’interesse pubblico, attraverso l’utilizzo prioritario di aree di proprietà comunale, subordinato ad un canone di locazione (attualmente il Comune percepisce 60.000 euro da questi canoni). Parte di queste entrate avrebbero dovute essere utilizzate per effettuare controlli periodici per rilevare l’inquinamento elettromagnetico e, quindi, poter intervenire sui gestori,al fine di ridurre le emissioni e per organizzare campagne informative, principalmente nelle scuole, per un corretto utilizzo delle nuove strumentazioni tecnologiche. In sostanza, abbiamo ritenuto che l’installazione delle antenne non dovesse restare una questione tra privati, bensì dovesse interessare direttamente il Comune. E non solo nel momento autorizzativo. Altro elemento importante, nel Piano è prevista la possibilità del progressivo spostamento anche degli impianti già esistenti, in aree di proprietà comunale, al fine di un rapporto esclusivo tra gestori ed Amministrazione Comunale. Oltre tutto, – sottolinea Virigilio Seu – con entrate economiche a favore della collettività e non del singolo privato. In riferimento a ciò che sta avvenendo oggi, ci sembra di poter dire che l’Amministrazione Comunale abbia disatteso a ciò che prevede il Piano e non abbia fatto la propria parte. Ha semplicemente preso atto della richiesta del gestore di telefonia, permettendo ai privati di fare ciò che volevano, in totale contrasto con lo spirito e le direttive di quella che è legge per Genzano. Senza neanche quella sensibilità che servirebbe in queste materie e, come in altre situazioni, senza coinvolgere i cittadini che ne sono venuti a conoscenza solo quando è “apparsa” l’antenna. Era necessario apportare delle modifiche al Piano per quanto riguarda l’identificazione di nuove aree di proprietà comunali, e non a rischio, per nuove installazioni? – chiede rivolto proprio a chi ha le leve della conoscenza e della decisione amministrativa in questo momento, il dirigente comunista all’opposizione di chi oggi guida il comune – C’era tutto il tempo per iniziare un percorso amministrativo, ed istituzionale, che avrebbe sospeso le nuove richieste, così come è avvenuto in passato. Allo stesso tempo, il coinvolgimento dei cittadini avrebbe dato più forza all’Amministrazione Comunale, in questo percorso. L’appello che rivolgiamo è di verificare la possibilità, in autotutela, di sospendere l’iter autorizzativo e di identificare una nuova area di proprietà comunale. – puntualmente e senza ambiguità indica Seu – Chiediamo, a tal fine, in ragione di quanto previsto dal Piano, di verificare: 1. se il gestore abbia fornito il proprio programma di sviluppo della rete del servizio di telefonia mobile, comprensivo delle aree di interesse per le nuove installazioni di nuovi impianti (art. 4.4); 2. se si è tenuto conto della migliore soluzione relativa all’inserimento ambientale (art. 5); 3. come è stata coinvolta l’A.R.P.A. LAZIO al fine della verifica (art. 8); 4. se l’istanza del privato è stata affissa all’Albo Pretorio del Comune ed è stata pubblicizzata sul sito internet istituzionale (art. 10); 5. se, e come, è stato tenuto ed aggiornato il Catasto delle Stazioni Radio Base comunale (art. 13); 6. come è stata effettuata l’ispezione al nuovo impianto (art. 16); 7. se, e come, vengono effettuati i controlli previsti su tutti gli impianti presenti sul territorio e se, e come, vengono resi pubblici (artt. 17 e 18). Ci permettiamo, infine, – conclude pedagogicamente il dirigente comunista – di allegare il Piano delle Antenne di Genzano, affinché si comprenda meglio ciò di cui stiamo parlando e per ribadire il fatto che il Comune di Genzano ha gli strumenti per tutelare gli interessi della sua comunità. E’ solo un problema di volontà politica…”.
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