Gaza: Save the Children, le ultime letali 24 ore con decine di persone uccise
Gaza: Save the Children, le ultime letali 24 ore con decine di persone uccise, compresi molti bambini, di cui uno di soli 11 mesi, sottolineano l’urgente necessità di un intervento globale
L’Organizzazione sottolinea che il tempo a disposizione dei bambini sopravvissuti sta scadendo senza cibo, acqua e medicine, anche a causa dell’assedio nel Nord della Striscia da 21 giorni. E’ necessario un cessate il fuoco immediato e definitivo, il rispetto del diritto internazionale e che i governi smettano di alimentare il conflitto con la fornitura di armi e munizioni
Le ultime terribili 24 ore trascorse a Gaza con decine di persone uccise, compresi molti bambini, di cui uno di soli 11 mesi, in una serie di attacchi ai civili da parte delle forze israeliane in tutto il territorio della Striscia, sottolineano l’urgente necessità di un intervento internazionale. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
La minaccia di attacchi e la mancanza di carburante e rifornimenti hanno lasciato i servizi di soccorso incapaci di operare nel Nord di Gaza, dove più di 150 palestinesi, compresi bambini, sarebbero stati uccisi o feriti in un attacco delle forze israeliane contro 13 edifici residenziali nel campo assediato di Jabalia durante la notte di giovedì.
“Questa orribile violenza deve finire. Quante altre immagini di bambini morti e smembrati saranno necessarie perché le potenze mondiali dicano “basta”? Per quanto tempo si può prevedere che le famiglie già sull’orlo della carestia sopravvivranno alle bombe, ai proiettili e all’assedio del Nord, che da 21 giorni blocca l’ingresso di aiuti e rifornimenti? Solo nelle ultime 24 ore, una serie di attacchi da parte delle forze israeliane nella Striscia di Gaza hanno ucciso decine di persone, tra cui molti bambini e un neonato di 11 mesi. Gli attacchi hanno preso di mira una scuola trasformata in rifugio a Nuseirat, l’ospedale Kamal Adwan e case residenziali a Khan Younis, proprio i luoghi in cui i bambini dovrebbero essere più sicuri, protetti dal diritto internazionale” ha dichiarato Jeremy Stoner, Direttore regionale di Save the Children.
“Il campo profughi di Jabalia si sta trasformando in un teatro di morte. I successivi massacri di palestinesi e l’assedio del Nord di Gaza mostrano le conseguenze mortali di questa inazione. Senza limiti, non c’è fine all’orrore. I bambini feriti non possono ricevere cure mediche poiché il sistema sanitario è stato sistematicamente distrutto, ci sono segnalazioni di neonati e bambini uccisi dalla mancanza di ossigeno quando gli attacchi aerei sull’ospedale Kamal Radwan hanno danneggiato le riserve di ossigeno. Le famiglie stanno esaurendo tutti i mezzi possibili per sopravvivere, poiché le autorità israeliane hanno negato l’ingresso a cibo, acqua e medicinali. In parole povere, il tempo a disposizione dei bambini sopravvissuti sta scadendo. Chiediamo alla comunità internazionale di intervenire urgentemente. È necessario adottare ogni passo possibile per arrivare a un cessate il fuoco definitivo e garantire il rispetto del diritto internazionale. I governi devono smettere di alimentare il conflitto con la fornitura di armi e munizioni” ha aggiunto Stoner.
La Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha concluso che il governo israeliano ha “commesso crimini di guerra e il crimine contro l’umanità di sterminio”. La Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha messo in guardia contro la distruzione della popolazione palestinese nel Nord di Gaza. La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha ordinato a Israele di adottare tutte le misure in suo potere per impedire la commissione di tutti gli atti che rientrano nell’ambito di applicazione dell’Articolo II della Convenzione sul genocidio.
Per informazioni:
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