Notizie in Controluce

Non è una storia che mette l’accento sulla la più verace romanità, non certamente su quella classica, di periferia. E soprattutto non è la realtà popolare, positiva e casalinga alla quale ci ha abituati la tv, coi Cesaroni. Ma Smeriglio, cresciuto tra le fila della sinistra giovanile – l’attuale Assessore Comunale alla Formazione e alle Politiche del Lavoro ed esponente di spicco del partito di Nichi Vendola – Garbatella la conosce bene, perché l’ha amministrata per cinque anni. Con questo suo romanzo d’esordio (pubblicato dalla Voland editrice, nel 2010), narra sicuramente di storie e personaggi che nel quartiere romano trovano il loro microcosmo, ma la localizzazione topografica serve soprattutto come centro dal quale si irradiano vicende che pur uscendo in parte dalla provincialità di Roma, descrivono realtà metropolitane in disfacimento, vite di giovani senza futuro. Sagace e ironico quanto basta per non apparire disperato. Duro e diretto, abbastanza da immergerci in un clima violento che resta sempre sotteso, protagonista della storia è Valerio Natali, nato a Garbatella nel 1974, ex studente universitario e precario. Per lui la precarietà non è solo lavorativa: è una questione esistenziale che lo avvolge completamente – nella sfera affettiva, nelle relazioni, nella memoria, nelle prospettive e nelle speranze – e che lo porterà a fare anche scelte sbagliate e paradossali, lasciandolo costantemente in bilico tra le sue «possibilità a ‘sovranità limitata’» e la capacità di esprimere il proprio talento: «scrivere e fotografare gli veniva bene, ma era tutto così approssimativo. Le rapine gli venivano meglio e potevano essere pianificate, a differenza del lavoro. Con le rapine campava discretamente e in piena libertà. Con un guizzo aveva risolto il dilemma di una generazione piegata a elemosinare impieghi precari, al nero, intermittenti, stagionali. Aveva scelto un “contratto a progetto”: master in istituti di credito e similari». Per lui, tutto è provvisorio e instabile, fino a giungere alla contraddizione. Studia ma abbandona i corsi universitari per cercarsi un lavoro. Viaggia tra Roma, Parigi, Vancouver o il Sud America per fare esperienze. «Si porta dentro filamenti di memorie acide, inquietudini capaci di trasformarlo in un lupo solitario attratto dal profumo del sangue» In lui, il bene e il male si mescolano quasi senza soluzione di continuità, perché anche la sua morale vive in una condizione di costante precarietà, forzata dalle tante situazioni difficili che deve affrontare. Ed è per questo che Valerio riesce a essere contemporaneamente un ladro e un attivista politico che lotta per la difesa dei diritti umani in Chiapas a farsi portavoce di ideali di giustizia ma anche molti nemici. Discostandosi da quella romanità negativa di stampo “pasoliniano”, stilizzata dal cinema e in tantissime pagine di letteratura meno recente, Massimiliano Smeriglio, attraverso i personaggi del suo libro, sembra voler usare la città di Roma quasi come una scusa per porre l’attenzione su un “vuoto metropolitano” assolutamente attuale e generalizzato: il quartiere Garbatella, più che racchiudere quei caratteri tipici della capitale, è una delle tante “combat zone” del mondo globalizzato, un rumore di fondo che appartiene ormai a tutte le città, fatto di volgarità, mancanza di rispetto per la propria o l’altrui dignità, di degrado urbano e di indifferenza sociale che non lasciano scampo a chi le abita, che porta inevitabilmente i giovani a perdersi. Il libro è anche una denuncia velata che si coglie tra le descrizioni delle vicissitudini di un personaggio costruito alla perfezione per incarnare una condizione sociale divenuta dolorosamente duratura per i giovani d’oggi, anche al di là dei tratti violenti di questo personaggio che spesso trova il suo epilogo nella delinquenza.