Gamification: tra psicologia e applicazioni pratiche
La Gamification è intorno a noi, ma spesso non ce ne accorgiamo, o ancora peggio ne ignoriamo l’esistenza. Per farci subito capire, definiamo bene il concetto: con gamification si intende quella pratica tramite la quale si tramutano normali attività quotidiane in gioco, con premi e gratificazioni al raggiungimento di obiettivi. Tramite l’elargizione di premi e incentivi, sale la motivazione e si continua a giocare fino a quando non si raggiunge la piena soddisfazione personale.
In quali ambiti si applica? Un esempio molto semplice può essere rappresentato da applicazioni e giochi per smartphone, ma ancora dalle scommesse ai giochi digitali, passando per slot machine e videolottery. Si tratta di attività che forniscono ricompense e premi al compimento di determinate operazioni o al raggiungimento di obiettivi, sfruttando la dopamina. È proprio questa sostanza, oggetto di numerosi studi, a creare la dipendenza, sia che si tratti di droga, alcol, ma anche smartphone e giochi in generale. La dopamina, in sostanza, genera un senso di piacere che spinge a sua volta a continuare a svolgere una determinata attività o un determinato gioco.
Insomma, alla base della gamification, ci sono le ricompense, che come sottolineato dalla rivista Scientific American, hanno un grande effetto per via di tre fattori principali. Stiamo parlando innanzitutto dell’autonomia: quando si ha il controllo di sé stessi, convinti di poter raggiungere i propri obiettivi senza supporto di terzi, si è incoraggiati ad osare di più, dedicando ad una determinata attività tempi più lunghi. Importante anche il valore: puntare a determinati obiettivi, è perché gli stessi hanno un valore, sono importanti ed è proprio questo che aumenta la possibilità di raggiungerli. Più una cosa ha valore, maggiore sarà l’impegno e la motivazione per raggiungerla. Ultima, ma non per importanza, la competizione: gli essere umani per definizione sono sempre competitivi, perché se qualcosa riesce bene la si continua a fare. Ancor più se l’attività che stiamo svolgendo costa lavoro e fatica: i compiti facili e che non prevedono sforzi, non assumono un grande valore, quelli più complicati aumentano lo spirito competitivo e rendono più leggero lo sforzo da compiere.
I tre fattori succitati spiegano chiaramente perché la gamification tiene alta la motivazione, che recenti studi hanno suddiviso in due categorie: la motivazione estrinseca e quella intrinseca. La prima deriva da ricompense esterno, come denaro e montepremi, ed è riconducibile dunque facilmente alle slot machine e a giochi simili. La motivazione intrinseca, invece, rappresenta il piacere o l’interesse per qualcosa, che sia ad esempio il gambling inteso in generale, coltivato dalle “storie” che stanno alla base di determinati giochi.
Per chiudere il discorso, si può fare un esempio pratico con le nuove slot machine online. Da un lato offre una motivazione estrinseca tramite ricompense e premi al raggiungimento di determinati obiettivi. Per l’altro verso, invece, contiene una storia che prevede il superamento di determinati step per poter proseguire e scoprire come andranno a finire le vicende del noto supereroe dalla tuta blu, protagonista di fumetti e pellicole cinematografiche.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento