Futuro?(!)
“C’era una volta una città in quell’isola laggiù / C’era una via che passava di là, proprio dove vivi tu / C’era allegria, c’era felicità, ma la guerra è una follia / Ma se qualcuno sorride a te un domani ancora c’è […]. Sto riflettendo ancora con una certa vena d’inquietudine sul mondo immaginato (…solo, per fortuna) nel romanzo di fantascienza per ragazzi “The Incredibile Tide” dello statunitense Alexander Key (1904-1979; tradotto da Kappa Edizioni), cui il giapponese Hayao Miyazaki realizzò nel ’78 la seguitissima serie animata “Conan, il ragazzo del futuro” (www.conan.it). È un mondo e un film d’animazione certo, denso di simboli e simbolismo, realizzato comunque dall’apprezzatissimo e stimato “Walt Disney” nipponico, disegnatore di “Heidi” o del recente “Il castello errante di Howl”, ma dovrebbe, letto ancora oggi, far riflettere su «cosa stiamo lasciando, e a chi» e su «chi sta sopravvivendo a chi e cosa». Il presente è indiscutibilmente al centro dei nostri pensieri e azioni, ma bisogna, specie oggi agli inizi del XXI Secolo, fermarsi un po’ più spesso e buttare l’occhio ai prossimi 20-25 anni, se non più in là. Riflettere, moltissimo, dedicare molto più tempo, (ri-)prenderci il nostro tempo meccanizzato per riflettere su «chi sta lasciando cosa a chi», o più semplicemente, per riflettere e basta, sul futuro. La serie animata, 26 episodi, è stata tradotta in molte altre lingue tra cui l’arabo e diffusa anche in questi paesi. Molti estimatori poi, ha ora la canzone d’apertura della serie in italiano cantata da Georgia Lepore di cui in apertura articolo riporto le prime strofe.
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