Fusione nucleare
Fusione nucleare: affidata a ENEA, CNR e Consorzio RFX la realizzazione di impianti di alta tecnologia nell’ambito di un accordo di cooperazione Europa – Giappone
Il 3 e 4 dicembre 2009, si sono dati appuntamento a Padova esperti giapponesi ed europei per discutere le modalità di realizzazione delle attività di cooperazione tra Europa e Giappone nel campo della ricerca sulla fusione nucleare.
Queste attività si inseriscono in un quadro più ampio di ricerche che hanno come obiettivo quello di acquisire le conoscenze necessarie per costruire un primo reattore a fusione nel più breve tempo possibile. Oltre alla costruzione di ITER, il primo reattore sperimentale che dovrà dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica dell’energia da fusione, sono previste infatti molteplici attività di R&D su impianti satellite di minore impegno economico, tra questi il nuovo tokamak giapponese JT60-SA, e la realizzazione di IFMIF, progettato per studiare e definire i materiali del futuro reattore a fusione, insieme a un intenso programma di fisica e tecnologia sulle macchine sperimentali esistenti.
Nell’ambito del programma internazionale di ricerche sulla fusione, nel 2007, l’Unione Europea e il Giappone hanno firmato un accordo, chiamato, “Broader Approach” che riguarda la cooperazione su tre grandi progetti di ricerca. L’Italia vi partecipa attraverso l’ENEA, il CNR e l’INFN.
Il 3 dicembre scorso, durante l’incontro è stato firmato l’accordo di collaborazione tra il CNR e l’Agenzia Europea per ITER, F4E, per la realizzazione, affidata al Consorzio RFX, di due sistemi delle alimentazioni elettriche di un impianto sperimentale giapponese denominato JT60-SA, progettato per eseguire prove e sviluppare concetti per nuovi scenari operativi in parallelo ad ITER.
Le apparecchiature messe a punto dai ricercatori padovani riguardano il sistema di protezione dei magneti superconduttori e il sistema di alimentazioni per il controllo della configurazione magnetica del tokamak giapponese. Una tecnologia di altissimo livello per la quale si prevede complessivamente un costo di investimento pari a circa 15 Milioni di Euro.
Sempre a Padova è stata avviata una seconda attività di cooperazione tra Europa e Giappone, per la realizzazione del principale componente dell’acceleratore di IFMIF. Per questo sistema, la cui progettazione e realizzazione è affidata ai laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Legnaro (PD) e per la quale si attende a breve la firma del relativo accordo di collaborazione, è previsto un investimento complessivo pari a circa 25 Milioni di Euro.
Il gruppo padovano per ricerche sulla fusione conferma così un ruolo di primo piano in un contesto di collaborazioni internazionali, partecipando non solo alle attività del progetto ITER ma anche alla realizzazione di impianti complementari nell’ambito dell’accordo di collaborazione tra Europa e Giappone.
L’ENEA partecipa con i centri di Frascati e del Brasimone a tutti e tre i progetti del Broader Approach, contribuendo alla realizzazione dei magneti superconduttori e al sistema di alimentazioni elettriche di JT60-SA, al bersaglio in litio di IFMIF e allo sviluppo di materiali per IFERC, il centro internazionale di ricerca sulla fusione. L’impegno complessivo per queste attività è di circa 50 milioni di Euro.
Il Consorzio RFX, nasce dalla collaborazione tra ENEA, CNR, Università di Padova, INFN e Acciaierie Venete S.p.A. e rappresenta una realtà dinamica per competenza e capacità realizzativa.
Roma, 11 dicembre 2009
L’ENEA per la Security:
Presentazione di sperimentazioni e prototipi per la rilevazione di esplosivi – Progetto ISOTREX
L’ENEA ha presentato oggi i risultati ottenuti delle attività scientifiche di sperimentazione condotte con il progetto ISOTREX, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Security, finalizzato a sviluppare tecnologie laser in grado di rilevare impronte di esplosivi liquidi, solidi e gassosi. Il progetto, che ha richiesto oltre due anni di studi, è stato coordinato dall’ENEA e si è concluso lo scorso 30 giugno.
Hanno preso parte al progetto il CNR e tre partner industriali di livello internazionale: IPAC (Austria), VH&S (Germania) e TelCon (Italia) operanti nel settore delle tecnologie avanzate, con il significativo supporto del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (Ra.CIS) dell’Arma dei Carabinieri.
ENEA, come capofila del progetto, ha messo a punto una delle due apparecchiature prototipali da installare all’interno di siti sensibili come aeroporti, metropolitane, dogane e altre infrastrutture a rischio terrorismo, che sono in grado di individuare anche le tracce di sostanze esplosive. Questi due dimostratori tecnologici utilizzano le seguenti tecnologie: il LIBS (Laser Induced Breakdown Spectroscopy), che consente l’immediata identificazione di componenti base presenti in polveri o aereosoli, e il CRDS (Cavità Ring Down Spectroscopy), in grado di eseguire analisi di esplosivi allo stato gassoso. Quest’ultimo è stato sviluppato dal CNR insieme al suo partner industriale TelCon.
Le due tecnologie realizzate nell’ambito di ISOTREX potranno essere presto industrializzate e messe sul mercato per un utilizzo esclusivamente civile. Il progetto rappresenta un’importante sviluppo della ricerca applicata all’ambito della security e costituisce una risposta forte alle esigenze di sicurezza che hanno fatto seguito agli attentati terroristici di New York, Madrid e Londra.
Le tecnologie sviluppate nell’ambito di ISOTREX potrebbero successivamente ampliare la propria capacità di azione alla lotta contro il narcotraffico e ad eventuali accordi di programma con le forze dell’ordine italiane.
Roma, 10 dicembre 2010
*ISOTREX – Integrated System for online trace explosives detection in solid and vapour state
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