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“Il fu Mattia Pascal” L. Pirandello
L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal, Milano, Mondadori 1990, p. 240.

Il più celebre romanzo del premio nobel per la letteratura del 1934, Luigi Pirandello, narra la curiosa vicenda di Mattia Pascal, bibliotecario per necessità di un piccolo comune ligure.
Esasperato dai maltrattamenti della moglie e della suocera, fugge di casa e si reca a Montecarlo, dove vince al gioco una cospicua somma di denaro.
In seguito, apprende dai giornali di essere stato identificato nel cadavere di un annegato e vede in questa vicenda una seconda chance.
Prende il nome di Adriano Meis e inizia una nuova vita viaggiando di qua e di là, per poi stabilirsi a Roma.
Ma, fin da subito si accorge che non avere uno stato civile è quanto mai scomodo: non può sposare Adriana, la donna di cui si è innamorato e non può denunciare un furto subìto.
Decide quindi di riprendere l’identità di Mattia Pascal e di fare morire suicida Adriano Meis.
Ritorna nel paese natìo dove viene rifiutato sia dalla moglie, risposata con un figlio, che dalla società. Non gli resta altro che essere il fu Mattia Pascal, un bibliotecario che di tanto in tanto fa visita alla propria tomba.
Un romanzo completo, che sfocia nella filosofia e nella psicologia, con descrizioni dettagliate e riflessioni personali dell’autore, tutto con quel tocco di umorismo implicito, se così si può definire, tipico di Pirandello.
Si possono notare alcune analogie tra Mattia Pascal e Vitangelo Moscarda, il protagonista di un altro celebre romanzo dello stesso autore ” Uno, nessuno e centomila”; entrambi sono prigionieri di una ‘ trappola’ sociale costituita dalla famiglia oppressiva e dalla società in cui vivono. Inoltre, si può notare come sia Pascal che Moscarda non siano a loro agio con il proprio corpo; entrambi risento dei problemi estetici, legati principalmente al naso. Questo costante fastidio estetico dei protagonisti, potrebbe significare che lo stesso Pirandello era a disagio con il proprio naso.
Un contrasto tra i protagonisti dei due romanzi è che mentre Pascal decide di riprendere la sua identità, Moscarda ci rinuncia definitivamente.
In questo romanzo Pirandello affronta dunque diversi temi: dalla trappola sociale in cui è imprigionato Mattia Pascal, alla libertà irragiungibile, riportando anche la lanterninosofia.
In alcuni tratti si può notare anche della tenerezza malinconica, come nel capitolo della maturazione, nel quale ricorda i momenti passati con la figlia, prima che questa morisse.
Una lettura scorrevole ed estremamente appassionante, un must della letteratura italiana che porta ad un arricchimento interiore.