Frane: chi interviene?
A questo punto il Comune di Roma notificava al proprietario del terreno, dal quale era iniziato lo smottamento, una diffida con la quale lo invitava ad eseguire le opere necessarie per bloccare i movimenti tellurici in atto. Il proprietario rispondeva comunicando all’Amministrazione di essere pronto a realizzare i lavori (in base al progetto del geologo incaricato) consistenti in opere di canalizzazione delle acque meteoriche, allo scopo di bloccare l’invasione della sede stradale dal materiale precipitato, e proponeva all’Amministrazione comunale che le ulteriori opere da eseguire sulla scarpata (es. muro di sostegno) fossero a carico della medesima. Ma il Comune di Roma emanava un provvedimento con il quale respingeva la proposta e invitava il privato ad eseguire a sue spese tutte le opere indicate dal tecnico comunale. Il proprietario del terreno, niente affatto convinto, presentava allora ricorso al Tar, impugnando il provvedimento dell’Amministrazione comunale che gli intimava la realizzazione delle opere descritte. Il Tar del Lazio decideva (con sentenza n. 38225/2010) che il ricorso era fondato, condannava così il Comune di Roma a pagare le spese processuali, annullava i provvedimenti comunali impugnati e stabiliva che debbono gravare sulla Pubblica Amministrazione gli oneri relativi alla manutenzione della parete, che si innalza verticalmente lungo il ciglio stradale, costituente pertinenza della strada pubblica. Pertanto la manutenzione della pertinenza di una strada spetta al soggetto titolare del demanio statale (Comune, Provincia o Regione). D’altro canto – precisa la sentenza – “l’art. 30 n. 4 del Codice della Strada, stabilisce che la costruzione o riparazione di opere di sostegno volte ad assicurare la stabilità o la conservazione delle strade pubbliche è a carico dell’ente proprietario delle stesse”. Detta sentenza si attaglia perfettamente al caso specifico di Monte Compatri, sopra citato. Tuttavia, nel 2005 l’allora sindaco Franco Monti, anziché provvedere direttamente a spese del Comune, emanava un’ordinanza nei confronti dei proprietari del terreno franato, Blasi e Primavera, invitandoli a fare a loro spese le necessarie opere di sostegno per superare l’inconveniente, mentre con la nuova Amministrazione, nonostante le ripetute lettere firmate dai residenti della strada che la invitavano a provvedere, non veniva intrapresa alcuna iniziativa. Però, se c’è stata inerzia da parte dell’attuale Amministrazione sulle frane, bisogna onestamente riconoscere il suo attivismo in opere di abbellimento del paese.
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