Frammenti di un discorso amoroso
Frammenti di un discorso amoroso – (Titolo originale Fragments d’un discours amoureux)
Roland Barthes
Traduttore: Renzo Guidieri
9788806219451
Einaudi
€ 12 anno 1977/2014 e-book disponibile NO
Copertina:
Alla ricerca di linguaggi se non nuovi, almeno non banali, che possano aiutare nella costruzione di un discorso amoroso, seppure frammentario, passando per una comprensione dei vocaboli, delle voci chiave che tale sentimento vanno ad illustrare, torna sempre utile lettura e rilettura di questo libero dizionario dell’innamoramento del linguista e semiologo Barthes.
In soccorso ad una condizione, dell’innamoramento, dell’innamorato che viaggia/viaggerebbe senza tali strumenti, esposta sull’orlo del baratro del ridicolo o dello sconsiderato, secondo l’occhio di chi a tale fenomenologia guarda/guarderebbe con scetticismo e/o distanza. A leggere le recensioni di qualche titolo precedente, in questa stessa rubrica, alcuni libri contemporanei (romanzi, saggi) prendono spunto dalla grande esposizione pornografica, nella sua accezione più ampia, dell’attore per eccellenza dell’amore, la gioventù, in preda al desiderio di possesso. Ancora, molti racconti espongono in modo moralistico le parabole discendenti di chi, invece, con grande discredito sociale, ha creduto di abbracciare la passione al posto del più produttivo matrimonio….quanta letteratura, magari un po’ limitata, e quanto materiale pornografico, facilmente raggiungibile tramite web da persone di tutte le età, inclusi giovani e giovanissimi, che sembra adoperarsi a tappare la bocca una volta per tutte al dispiegarsi del discorso amoroso il quale più che di immagini preconfezionate necessita di silenzi, attenzioni, meditazioni, scelta della parola giusta che definisca di volta in volta gli stati d’animo. In alcuni paesi apertisi con grande velocità, nei decenni precedenti, al commercio del corpo femminile con annessi e connessi, la scuola è dovuta ricorrere a veri e propri corsi per educare i ragazzi alla esposizione delle problematiche dell’innamoramento e alla discussione attorno ad esse: partendo dal generale per giungere in molti casi al particolare, allo studio di soluzioni personalizzate per giovani che hanno disimparato (o non avevano mai imparato) a chiedersi come interagire con l’altro, non oggetto ma soggetto di un logos che è possibile far procedere grazie a contributi, scambi, escludendo azioni coercitive, studiando passo passo singoli battiti di ciglia o anche meno….A pensarci, il delicato e sempre attuale titolo (Barthes pubblicò nel ’77 il libro non invecchiato d’un minuto in quasi quarant’anni, come ‘originale’ studio sul Werther di W. Goethe) potrebbe trovare posto fra le materie di insegnamento scolastico in merito ad una rifondazione dei rapporti interpersonali o, se si vuole, quelli amorosi fra individui: «io vedo che l’altro persevera in se stesso; questa perseveranza contro cui cozzo, è lui stesso. Io impazzisco nel constatare che non posso mutarlo: qualunque cosa io faccia, quale che sia il mio dispendio di energie, egli non rinuncia mai al suo proprio sistema. (…) E così, curiosamente, io avverto la «libertà» dell’altro a «essere se stesso» (…) Mostruoso – Il soggetto si rende improvvisamente conto di stare soffocando l’oggetto amato chiudendolo in una rete di soprusi: di colpo, da individuo sventurato che desta compassione, egli si sente diventare un essere mostruoso.» Pagg. 198,199 e 134 nell’edizione. Il libro ispira La trama del matrimonio di J. Eugenides, scheda in questa rubrica. (Serena Grizi)
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