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Fondazione Renato Dulbecco. Dalla Calabria parte il progetto Medi-Ben Network

Giugno 27
12:08 2022

Il prof. Vincenzo Mollace dell’UMG e direttore scientifico del meeting e il prof. Giuseppe Nisticò Presidente della Fondazione Renato Dulbecco
All’evento che si è svolto a Vibo Valentia lo scorso 18 giugno 2022 si è discusso di salute e benessere legati alla prevenzione, alla sana nutrizione e riabilitazione.

Al meeting hanno partecipato illustri scienziati di livello internazionale tra i quali il prof Marco Scorcu, vicepresidente della Federazione europea di Medicina dello Sport, Francesco Saverio Martelli, direttore sanitario del laboratorio Biomolecular diagnostic, Giovanni Ruotolo, primario di Geriatria all’Ospedale Pugliese di Catanzaro e Caterina Podella, direttrice scientifica della Fondazione Turano.

La Fondazione Renato Dulbecco è pienamente soddisfatta della partecipazione alla kermesse medico scientifica svoltasi a Vibo Valentia, tanto da aver realizzato un documento trasmesso alle istituzioni, ovvero al Presidente della Regione Roberto Occhiuto e alla sindaca di Vibo Maria Limardo, “nominata” dal convegno ambasciatrice del meeting.

Dall’incontro di Vibo si è fatto il punto sulla necessità di offrire modelli di well-ageing, unendo a iniziative di prevenzione programmi di attività motoria e di riabilitazione anche psichica, per sfidare l’allungamento dell’aspettativa di vita. La qualità e l’eccellenza del parterre degli intervenuti, ha permesso infatti di puntualizzare come sugli anziani si sia fatto fino ad oggi troppo poco. Per questo motivo sono necessarie assistenza e cure con standard elevati.

Il documento trasmesso al presidente Occhiuto mette in evidenza proprio la necessità di nuovi percorsi nei confronti degli anziani.
Il prof. Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale e già Presidente della Regione Calabria, che del Convegno di Vibo all’Hotel 501 è stato il coordinatore unitamente al prof. Vincenzo Mollace, ha rimarcato un aspetto molto importante nelle attenzioni da riservare agli anziani.
L’invecchiamento comporta un declino fisiologico e progressivo di tutte le funzioni dell’organismo, da quelle più nobili quali i meccanismi cognitivi (memoria, apprendimento, ideazione, critica, etc) a quelli neurologici motori ma anche del sistema immunitario.

Grazie alle ricerche scientifiche si è compresa l’importanza nell’omeostasi cellulare e dei processi adattivi che mantengono le cellule in un stato di efficienza con un invecchiamento graduale e progressivo di well-ageing, cioè l’invecchiamento in uno stato di relativo benessere. In particolare – ha spiegato Nisticò – le scoperte fondamentali alla base del well-ageing sono rappresentate dalla plasticità sinaptica a livello del cervello che consente di ridurre insulti lesivi che portano a morte dei neuroni. Questo avviene grazie alla liberazio- ne di fattori neuronotrofici, come l’ NGF (Nerve Growth Factor) della Rita Levi Montalcini, che permettono la rigenerazione delle spine dendritiche e sinaptosomiali, oppure grazie all’attivazione di cellule staminali con forma- zione di nuovi neuroni che sostituiscono quelli degenerati.

Al Convegno un focus è stato dedicato all’aspetto della sana nutrizione e l’esigenza di attività sportive, specie nelle persone più anziane.

La dieta mediterranea e gli integratori alimentari consentono di ridurre con il loro potente effetto antiossidante le lesioni cellulari che portano a fenomeni di apoptosi e morte cellulare. Insomma il documento di questo progetto pone la Calabria tra le regioni leader insieme al Veneto e alla Sardegna per le strategie volte a creare un network di centri di medicina e benessere per la popolazione anziana.

Infatti, stando a quanto rilevato dall’Istituto Superiore di Sanità, la sedentarietà è responsabaile del 14,6% di tutte le morti in Italia, pari a circa 88.200 casi all’anno, e di una spesa in termini di costi sanitari di 1,6 miliardi di euro annui per le quattro patologie maggiormente imputabili ad essa (tumore della mammella e del colon retto, diabete mellito di tipo 2 e coronaropatia).

Pertanto i programmi di prevenzione universale possono produrre un guadagno in termini di salute non misurabile per singolo, ma molto più ampio per tutta la popolazione. Si può affermare che questa sia la strada da percorrere affinché l’invecchiamento attivo, in buona salute, possa essere considerato una risorsa piuttosto che un peso per la società, attraverso programmazioni strategiche e interazioni interdisciplinari, oculate politiche sociali destinate a promuovere sani stili di vita e dignità degli anni.

 

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