Finanziaria: io so’ mago!!
Se penso ad un gioco di prestidigitazione, mi vengono subito in mente le tre carte. La carta vincente è presente nel gioco, ma l’abilità del cartaio a confondere la vista e la carta dà solo una piccola possibilità di vincere. La finanza sembra emulare il gioco. Fare conto per rispettare il pareggio di bilancio trova il plauso europeo e della borsa, a loro non interessa chi posa i soldi sulla carta, l’importante è che ci siano per essere vinti dal banco. Le parole d’ordine sono sempre le stesse: posti di lavoro, riduzione delle tasse, lotta all’evasione, taglio degli sprechi, liberalizzazione delle professioni. Come le carte, le parole girano sulla bocca dei politici secondo le necessità e le esigenze di partito, ma quando è necessario girare la carta il popolo perde pagando la posta. Si continua a dire che siamo fuori dalla crisi, che non sarà necessaria una finanziaria lacrime e sangue, che servono poco più di 20 miliardi, forse 35. Con 40 miliardi nel 2014 si arriverà al pareggio di bilancio, magari mettiamocene 50 così, per sicurezza. Quando la carta viene scoperta, la posta in palio è di 70 miliardi. A questo punto è importante dare equità alla manovra, mantenere le promesse e rilanciare l’economia, inserendo un lodo che consenta di non pagare – sino a data da destinarsi – a chi ha turlupinato l’economia e subìto una condanna di risarcimento superiore a 10 miliardi (è certamente una legge per i cittadini!! scagli la prima pietra chi non ha subìto una condanna di risarcimento per 10 miliardi). In considerazione del fatto che sono abituati a pagare sempre i più deboli e le famiglie, è bene che si continui. Qualche mugugno, ma se non si è alla fame si pagheranno ticket sanitari, accise sui carburanti, tagli alle agevolazioni fiscali (figli a carico o spese di vario genere come l’istruzione, spese mediche, asili nido e ristrutturazioni). Anche i ricchi piangono, le pensioni oltre i 90 mila euro lordi annui verseranno un fondo di solidarietà del 5%, e del 10% per chi percepisce oltre i 150 mila. Attenzione è stato dato poco risalto alle modalità di pagamento, si pagherà solo sull’eccedenza, ovvero: prendi 95 mila, paghi su 5 mila, ossia 250 euro in un anno, alla faccia delle pensioni sotto i 1400 euro/mese che non subiranno defalcazioni e saranno rivalutate con il costo della vita, che fortuna! Se poi state pensando di andare in pensione, non abbiate fretta, a questi prezzi! I politici girano le carte e non si trova nulla che debba essere sacrificato alla crisi in nome della casta. Tante promesse, riduzione dei costi della politica, al fine nulla. Tremonti ci spiega che saranno presi provvedimenti sulle “auto blu”, finalmente si provvederà a ridurle! Sbagliato, non è il numero esagerato di auto (e quindi di autisti ed accessori vari) ad essere ridotto, il provvedimento prevede solo che le nuove auto non dovranno superare i 1600 cc di cilindrata. Altra prova di coerenza è stata data dal parlamento. Al voto per l’abolizione delle Province, PD e PDL hanno trovato un accordo comune al no: servono i posti-carrozzone per i politici. Anche nella richiesta dell’IDV di dimezzare i parlamentari ed eliminare i vitalizi per i consiglieri regionali e parlamentari, l’indifferenza della casta si è mostrata in pieno. Da decenni si lotta per la liberalizzazione delle professioni contro le lobby degli albi di avvocati, notai, giornalisti, medici, commercialisti, ma potevano gli stessi parlamentari votare contro se stessi, visto che queste sono, principalmente, le professioni presenti in parlamento? Ed ecco un altro colpo di magia con una norma: Trascorso il termine di 8 mesi dalla data di entrata in vigore della manovra “ciò che non sarà espressamente vietato sarà libero”. Ed il gioco continua, in risposta alle rivelazioni internet di “Spider Truman” sulle falsità, indennizzi e quant’altro dei politici. Calderoli (si proprio lui, il fautore del “Porcellum” attuale legge elettorale) propone un Parlamento composto da 250 deputati e 250 senatori che riceveranno un’indennità «in misura corrispondente alla loro effettiva partecipazione ai lavori». Sicura propaganda o diversivo per distoglierci dalla realtà, direi di sposare immediatamente la seconda parte: la partecipazione ai lavori, sarebbe già un grande risparmio economico per le casse parlamentari. Un vento di cambiamento spira dall’Africa: rivoluzione egiziana e tunisina, sommosse popolari in Bahrein, Libia, Siria, Yemen e prime aperture di cambiamento in Arabia Saudita e Marocco atte a contenere il malcontento popolare. In Grecia la violenza ha sopraffatto il dialogo, stufi di pagare sempre i ceti medio-bassi. In Spagna i giovani senza futuro e i precari hanno dimostrato pacificamente per mesi nelle piazze. In Irlanda un forte nazionalismo cerca di uscire dalla crisi. Anche l’Italia si distingue, giovani ragazze sperano di entrare nell’entourage dell’olgettina, e molti giovani italiani sperano nel bunga-bunga.
Ah! Dimenticavo, questi politici li abbiamo eletti noi, arrivederci al prossimo gioco.
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