“Finale di partita”
Continua la clamorosa stagione al Teatro degli Audaci con la grande opera dell’assurdo: “Finale di partita”
Hamm, cieco e paralizzato giunto al termine della sua esistenza, è il pezzo del re in un metaforico finale di partita dove viene continuamente messo sotto scacco dagli altri personaggi, primo tra tutti Clov, il suo servitore. Attraverso un’incalzante botta e risposta i due tessono la trama di relazioni complesse e disperate, in cui bisogno e convenienza si intrecciano oltrepassando i confini della buona coscienza.
Con loro vivono i genitori di Hamm, la madre Nell e il padre Nagg, che, ridotti a tronchi umani e inadatti alla vita, vegetano all’interno di due bidoni della spazzatura, come a simboleggiare una degenerazione umana che non ammette deboli o che addirittura li classifica “piaghe sociali”. In quest’ottica il Teatro degli Audaci scandaglia la realtà contemporanea e porta in scena un Finale di partita estremamente attuale, basta guardare le continue guerre a cui assistiamo e dove tutti noi siamo incapaci di reagire. Un Finale di Partita i cui personaggi potrebbero esserci più vicini di quanto pensiamo. Nel guardarci intorno, infatti, non è impossibile incontrare persone come Nell e Nagg che vivono ai bordi delle strade, coperte da soli cartoni, costretti a vivere di elemosina. Nagg e Nell potrebbero rappresentare quell’umanità che vive nel dramma di pensioni insufficienti, in famiglie costrette ad abbandonare le proprie terre o a rinuciare alla propria casa, private della dignità. E quanto spesso il Clov dentro di noi desidera fortemente qualcosa di migliore, camminando sul filo della precarietà e cercando invano un riscatto, per poi rassegnarsi?
Almeno una volta abbiamo giocato o giocheremo, come Hamm, un’accanita partita contro il più astuto dei rivali: la vita.
In una moderna quotidianità occidentale che, nonostante le notizie di cronaca, sembra rifuggire dall’idea della guerra, il regista Flavio De Paola ripropone uno scenario, che, come quello di Beckett al termine della II Guerra Mondiale, si può definire post-atomico. La desertificazione della scena che appare come un rifugio bellico, il vuoto e il silenzio assoluto esterni lasciano immaginare che sia avvenuta una catastrofe per la quale non vi sia alcun rimedio. I personaggi diventano prigionieri di una realtà che non lascia speranza. Ognuno in qualche modo immobile e costretto nella solitudine della propria posizione, emblema di un’umanità impotente che da sola si è negata qualsiasi forma di prospettiva, svelando l’inganno su cui si regge. Tentativi si sono susseguiti negli anni per scavare nel profondo del significato di quest’opera beckettiana e lo stesso autore, come un instancabile giocatore, ha preferito non svelare mai troppo a riguardo.
Con “Finale di partita” il Teatro degli Audaci offre allo spettatore tanti spunti di riflessione sulla propria esistenza e gli lancia la sfida di districarsi tra le misteriose menti dei personaggi di questo spettacolo. Una sfida decisamente “audace” da prendere al volo e da non perdere, telefonando al numero 06 94376057!
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