FFF: uno sguardo tra i film in concorso
Ed è ciò che il FFF vuole fare nella sua rinnovata formula. Cominciando con un film ancora al confine tra i due orientamenti: l’inedito Avec toutes nos forces, film francese di Nils Tavernier del 2013. Qui il lato oscuro appare tra le pieghe del difficile rapporto tra Julien, diciassettenne paraplegico, e suo padre Paul, che ne rifiuta la condizione, disinteressandosi di lui. E’ così che il ragazzo, scoperta l’opportunità di partecipare ad una difficile gara di triathlon, la Ironman di Nizza, che il padre ha già affrontato in gioventù, lo costringe al terribile sforzo, quasi a riscatto degli anni di indifferenza, in cui quello ha ignorato il figlio. Dopo momenti di ansia e scoraggiamento, i due, padre e figlio insieme, arriveranno in tempo al traguardo. A rendere possibile l’impossibile, è il sostegno della rete familiare, che non viene mai meno e rappresenta il sottile ordito su cui può svolgersi con successo la trama della vita nei suoi aspetti sia quotidiani che eccezionali.
Ancora una storia di ‘rete’, offerta questa volta dalla comunità, anima Dearest, film di Peter Chan del 2014. La comunità è quella dei genitori dei bambini scomparsi, nel paese cinese di Shenzen, dove il rapimento del piccolo Pengpeng, sottratto in un momento di distrazione del padre, fa raccogliere tutte le energie nella caccia al rapitore. Tra dolore e sensi di colpa, gli sforzi dei genitori, abbandonati a se stessi dal disinteresse delle autorità, incontrano una verità imprevista: la sofferenza dell’altra donna presso cui Pengpeng viene ritrovato, e che non è l’autrice del rapimento, bensì una vittima ella stessa. La famiglia dunque, scomparsa dal nome ufficiale del festival, resta qui ancora la grande protagonista delle storie che vi vengono rappresentate.
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