FFF: tempo di bilanci
Questa la motivazione della Giuria giovani: Per la forte attinenza al tema di quest’anno del Festival e averci mostrato la complessità del lato oscuro del protagonista, in bilico tra il personaggio dell’uomo ordinario e le sue tendenze maniacali non visibili alla luce del sole; per il ritmo incalzante, la continua tensione e la magistrale interpretazione di Mathieu Kassovitz. Mentre la Giuria tecnica (presieduta da Susanna Tamaro e composta da Daphne Sigismondi, vicedirettrice della School of Cinematic Arts di Los Angeles; il giornalista Luigino Bruni; Roberta Mazzoni, sceneggiatrice e regista; il giornalista Giuliano Guzzo) ne ha riconosciuto il merito per la genialità della struttura drammaturgica, per l’eccellenza della recitazione e l’originalità della storia, che racconta – con personaggi molto ben delineati – la catarsi di un uomo prigioniero di una nevrosi autodistruttiva che rinasce alla vita attraverso una paradossale paternità e un generoso sacrificio di sé. Ma è innegabile che al successo presso le giurie giovani non possa non aver contribuito il fascino della storia di Sebastien (Mathieu Kassovitz) che, solo e senza legami, tenta di dare un ubi consistam alla propria vita ‘rubando’ quella di altri, osservandone attentamente le abitudini, e arrivando a travestirsi da quelli per assumerne l’identità. Ad un’altra anteprima nazionale va invece il Premio della Stampa accreditata al festival, che ha scelto The Verdict, thriller giuridico del regista belga campione d’incassi Jan Verheyen. Il film, sorretto da un cast di prima categoria (Koen De Bouw, Johan Leysen, Veerle Baetens), mette in scena il dilemma morale di un uomo devastato dal dolore che decide di vendicarsi del rilascio ‘per un vizio di procedura’ del principale sospettato dell’omicidio di sua moglie e di sua figlia. È una straordinaria analisi delle contraddizioni di un sistema giudiziario di cui emergono carenze ed incoerenze nel quadro internazionale – si legge nella motivazione dei giornalisti – inoltre, pone l’accento sulla sofferenza sempre in agguato per chi è coinvolto nelle maglie della giustizia. Del film A Thousand Times Goodnight del regista norvegese Erik Poppe, protagonisti Juliette Binoche e NiKolaj Coster-Waldau, anch’esso in anteprima nazionale, il Sindacato Cronisti Romani riconosce l’alto valore professionale e umano.
Tra la ricca selezione filmica del FFF 2015 – ben 7 i film in concorso, tutti inediti in Italia, di cui quattro in anteprima nazionale – non si può però non fare menzione di un altro film che ruota attorno ai temi della giustizia ingiusta, della sofferenza connessa al misconoscimento della verità a causa del pregiudizio e di interessi venali: Lucia de B., film olandese della regista Paula van der Oest. Apologo amaro sul pregiudizio, la superficialità, gli interessi economici che schiacciano e travolgono le coscienze, permettendo che innocenti siano crocifissi, e con loro la verità. La caccia alle streghe non è mai finita, ed è più facile che a farne le spese sia chi si rende inviso ai molti; chi, più degno degli altri, ne suscita l’invidia e il sospetto. Così l’odissea di Lucia de B. nasce dal merito, dalla professionalità della donna, dal suo restare appartata rispetto all’insulsaggine delle colleghe, riservata e professionale nell’esercizio della sua attività di infermiera. Da qui a farne un angelo della morte il passo è breve. Dolorosa realtà dove la cultura della chiacchiera riesce a sopraffare quella della parola e la volontà di fare il bene è vinta dal piacere del dire male.
Ai vincitori il Premio che ritrae il nuovo logo del festival, entrambi disegnati dal prof. Mauro Palatucci dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone. L’entusiasmo dei giovani che hanno frequentato il festival di quest’anno con le sue masterclass e workshop – chiosa il giovane direttore Angelo Astrei – ci spronano a fare di tutto per avere anche il prossimo anno degli autorevoli rappresentanti del mondo del cinema e della cultura. Con l’intento e il sogno di poter lasciare ai giovani una nuova ed altrettanto appassionante occasione di formazione.
Infine, nel corso della serata conclusiva, affollata di giovani e animata dall’attore, conduttore e regista Mario Acampa (reduce dai set di Marco Bellocchio, Fai bei sogni, e Ron Howard per il film Inferno con Tom Hanks; in autunno sarà al cinema come protagonista del film Press, scritto e diretto da giovanissimi autori torinesi), sono stati presenti tra gli ospiti anche Benji e Fede, giovanissimo duo, promessa della musica pop italiana.
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