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Festival del Cinema di Monte Compatri. Cronaca della prima serata

Festival del Cinema di Monte Compatri. Cronaca della prima serata
Luglio 09
12:20 2017

Quando mi fu prospettato, oltre un anno fa, di partecipare come associazione alla candidatura per un finanziamento della Comunità Europea attraverso il progetto ‘Torno subito’ della Regione Lazio, immaginai immediatamente di trovarmi sul palco nel Parco Karol Wojtyla di Monte Compatri a presentare il primo ‘Festival del Cinema’ di Monte Compatri… ma la speranza di riuscirvi al primo colpo era molto fievole! Si trattava di ‘accompagnare idealmente’ Daniele Tullio, un ragazzo laureato e già formato professionalmente, in un itinerario ulteriormente formativo che prevedeva il suo trasferimento in una diversa nazione europea (la Francia) dove, collaborando con l’associazione Dolce Cinema di Grenoble, avrebbe partecipato all’organizzazione del festival “Rencontres du cinéma italien” e poi, una volta tornato in Italia, avrebbe partecipato con noi di Controluce all’organizzazione di una ulteriore manifestazione cinematografica mettendo così a frutto le esperienze colà acquisite.

Ebbene, Daniele è stato sei mesi in Francia e poi è tornato da noi (Torno subito) dove ha svolto un tirocinio di inserimento per l’organizzazione di questa manifestazione che speriamo abbia ricevuto il gradimento del pubblico che ci ha accompagnato e che possa avere lo stesso successo che sinora ha avuto la Rassegna Teatrale.

Grazie di cuore a Daniele e un ringraziamento va anche al Comune di Monte Compatri che ha accolto favorevolmente la proposta di questa iniziativa e che ci ha aiutato incrementando leggermente il finanziamento che usualmente assegna per la Rassegna. Speriamo che il suo successo possa far crescere il tema ‘cinema’ fino a farlo vivere di vita propria.

Il programma della prima serata è stato ‘scintillante’. In questo primo ‘Cineconcerto’ sono state proiettate quattro brevi pellicole classiche della commedia del cinema muto:

  • One week con Buster Keaton, il cui vero nome era Joseph Frank Keaton, è celebre per l’espressione stralunata e triste dei suoi personaggi e soprattutto per la mimica e per il suo talento “acrobatico” nelle gag che portava sullo schermo cinematografico prima, e televisivo poi. La sua comicità era mimica, fisica e spesso acrobatica e, nonostante girò spesso scene piuttosto complicate e pericolose, Keaton non usò quasi mai degli stuntmen. Le gag di Keaton risentirono però molto dell’arrivo del sonoro, che rovinò la sua comicità per la quale le parole e i suoni erano superflui e anzi, rappresentavano un problema.
  • Un Chien Andalou di Louis Buñuel con la scenografia di Salvador Dalì. Il film è un susseguirsi di scene senza apparente connessione, che causa nello spettatore l’impressione di assistere alla messa in scena di un delirio onirico. In realtà vi sono contenuti significati molto profondi, leggibili alla luce della psicanalisi, che sono stati oggetto di numerosi studi. Il tema del film è quello di un uomo e una donna attratti reciprocamente da una pulsione erotica intensa e violenta (tra le prime rappresentazioni cinematografiche di una sensualità così esplicita), ma una serie di situazioni e figure si interpongono fra i due. La primissima scena è una delle più terrificanti dell’intera storia del cinema: il regista stesso, dopo aver guardato la luna, affila un rasoio e si avvicina a una donna seduta alla quale tiene ben aperto l’occhio sinistro; nella inquadratura successiva taglia l’occhio in due (in realtà un trucco di montaggio, col taglio dell’occhio di un vitellomorto).
  • Le voyage dans la Lune. È un film muto del 1902 realizzato da Georges Méliès. È uno dei capolavori del cinema ai suoi esordi. [Il film è una parodia basata liberamente sui romanzi dei due padri del genere fantascientifico: Dalla Terra alla Luna di Jules Verne e I primi uomini sulla luna di H G Wells]. Una delle scene iniziali del film, la navicella spaziale che si schianta sull’occhio della Luna (che presenta un volto umano), è entrata nell’immaginario collettivo ed è una delle sequenze che hanno fatto la storia del cinema. Gli ultimi due quadri non compaiono in tutte le versioni in circolazione, poiché fino a poco tempo fa si credevano perduti.
  • Un medley di brani di Charlie Chaplin montati con altri brani di Stanlio e Ollio. Chaplin che usava mescolare al comico situazioni sentimentali o drammatiche all’interno di storie coinvolgenti, perché ognuno può averle vissute. Attentissimo a modulare l’effetto emotivo delle scene e dei personaggi, salvando le proprie opere dalle piaghe che imperversavano nei film dell’epoca: l’eroismo ed il sentimentalismo. Nelle sue comiche c’è spesso l’ingratitudine, lo sfruttamento e la delinquenza, che però mai riescono ad avere la meglio sulla solidarietà e sull’onestà interiore. Stanlio e Ollio, una coppia dove ognuno dei due rispecchia, rovesciandole, le caratteristiche dell’altro con assoluta complementarità: Stanlio magro, con i capelli a spazzola e il cravattino a farfalla; Ollio grasso, con baffetti neri e cravatta lunga; uno più ‘saggio’ (Ollio) l’altro più ‘sognatore’; uno più impacciato (ancora Stanlio) l’altro apparentemente più sicuro e autoritario. Stanlio dall’accento inglese, Ollio americano del Sud.

e le immagini sono state accompagnate dalle esecuzioni dei seguenti brani musicali:

  • Nino Rota: Preludi
  • Stacey Barelos: Free and Unticketed
  • John Cage: In a landscape
  • Henry Cowell: Three Irish Legends

Il virtuosismo artistico delle esecuzioni è stato espresso dalla pianista Arianna Granieri che, sotto la guida del M° Cinzia Damiani, ha conseguito il Diploma Istituzionale e il Diploma Accademico di II livello in Pianoforte indirizzo solistico con lode e menzione d’onore presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma.
Ha frequentato masterclass in pianoforte, due pianoforti e musica da camera con musicisti di fama mondiale come Boris Berman.
È stata invitata ad esibirsi nel concerto Resonances, organizzato da EMUfest e ArteScienza 2016 in collaborazione con il “Conservatoire National Supérieur de Musique” di Parigi, in cui ha suonato le Douze Notations di Pierre Boulez riscontrando calorosi consensi.
Particolari apprezzamenti ha ricevuto la sua perfomance nell’ambito del concerto per il novantenario della nascita di Franco Evangelisti, in cui ha suonato le sue Proiezioni sonore.
Si è esibita sia in qualità di solista che in formazioni cameristiche presso numerosi e prestigiosi festival e rassegne.
Ha eseguito in prima mondiale la riduzione per due pianoforti del Concerto per pianoforte e orchestra di Henry Cowell.
Molto interessata all’unione della musica con le altre arti, in particolare il teatro, ha suonato in diversi spettacoli, tra cui Per proteggerti meglio figlia mia di Dacia Maraini e ha lavorato come maestro di palcoscenico per Il Flauto Magico di W. A. Mozart nell’edizione 2016/2017 organizzata da Europa InCanto.
Ha conseguito con lode la Laurea Magistrale in Filosofia presso l’Università di Roma Tor Vergata, con una tesi sull’estetica del Giappone e del samurai.
Il pubblico ha rivolto calorosi applausi alla concertista al termine di ogni esibizione e ha salutato gli organizzatori della serata che si augurano di rivederli in platea nei giorni a venire.

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