Festa di S. Francesco da Sales, Patrono dei giornalisti
Si è tenuto lunedì 24/01/2022, dalle ore 17.30, in occasione della Festa di S. Francesco di Sales (1567-1622), inventore del volantinaggio e Santo Patrono dei giornalisti, l’incontro via Web con il Vescovo della Diocesi Suburbicaria Tuscolana e diversi giornalisti (es. Il Messaggero, Castelli Notizie) in attesa della “Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali: Ascoltate!” Cosa è emerso? Riflessioni e domande. Il tema della laicità ma anche dell’oggettività, della verità, che devono perseguire i giornalisti, dove la cronaca è più vicina ma nei giudizi, conflitti politici e nei dibattiti ognuno mette il suo e la verità può essere distorta in base a ciò in cui ognuno crede. Anche l’angolazione influisce sulla cronaca fornendo una certa visione: “Mettere assieme tutte le angolature per comporre il mosaico-verità”. L’opinione è più soggettiva, personalizzata ma anch’essa ha bisogno di un’oggettivizzazione, una corrispondenza a verità. “Ascoltare con l’orecchio del cuore” cosa significa? Un riferimento alle nuove forme di comunicazione, come sono utilizzate e a chi sono rivolte: social e giovani ma anche la Diocesi utilizza l’on line come mezzo di comunicazione. I limiti? I sacramenti on line non sono consentiti, la visione cristiana parte dall’ascolto, dalla viva voce, ossia dalla presenza, dove la Pandemia ha minato proprio l’aspetto della relazione sociale. Una volta terminata la Pandemia, il rapporto web/reale sarà ribaltato? La virtù nel mezzo? L’unitarietà della persona: mente, cuore, mano dove certe cose passano solo per il contatto diretto con le persone. La Pandemia ha comportato, quasi raddoppiato, le esigenze economiche (cibo, bollette, affitto) ma anche lo stare forzati assieme in casa ha comportato da una parte maggior dialogo ma dall’altra una maggiore difficoltà di dialogo (contrasti, silenzi) e ciò è elemento un po’ preoccupante. Le indagini su separazioni e divorzi in tempo di Pandemia vanno comunque ancora portate a termine. La privazione quali effetti porterà? Apprezzare meglio o peggio la vita? Senza riflessione si torna a essere tali e quali? La comunicazione rimane strumento fondamentale ma va evitato l’uso scellerato. Con essa, passa l’informazione che deve essere giusta. Con la Pandemia si è giocato tutto sulla comunicazione o sull’improvvisazione? Nella Diocesi, le decine di case di riposo per anziani presenti, non hanno beneficiato dell’azione della Chiesa in loro favore. L’auspicio è il risveglio verso l’altro, una volta terminata la Pandemia. L’oggettività e i punti di vista, dove la Chiesa consiglia di ascoltare i fatti ma anche le persone che sono dietro ai fatti, cercando di mettere al primo posto la persona intesa come prendersene cura: cercare di cogliere il cuore delle persone recandosi sul posto e ascoltare il cuore sia se la persona è vittima o artefice di certe situazioni. Quello che conta invece per il giornalista è la notizia: al centro la notizia. La credibilità del giornalista è sinonimo di qualità? Accertare la notizia, rispettare le persone, e, se la notizia non è certa, non pubblicarla o rimanere nel vago. Informazione corretta e puntuale, ossia vera, implica responsabilità della notizia che non deve essere falsa e atta a raccogliere il consenso e le visualizzazioni. Poi c’è il rapporto giornalista/testata: autocontrollo, esattezza, dove il giornalista può non rivedersi se la testata non combacia con il suo lavoro. Un riferimento alla responsabilità politica, intesa come bene comune.
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