FAVOLE DI COMUNITA’ AL TEATRO DELL’ATTRITO DI IMPERIA
MERCOLEDÌ 22 AGOSTO 2018, ORE 21.00
VÌA BARTOLOMÈO BÒSSI N° 43 – IMPÈRIA (BORGO FOCE)
in occasione della presentazione del libro
“UN GIORNO E UNA NOTTE – 157 FAVOLE DI COMUNITÀ”
di Pietro Tartamella – La Ruota Edizioni
(di recente uscito in libreria – euro 13)
letture a cura dei Narratori di Macondo e
Lauretta Dal Cin, Nerina Neri Battistìn
Piètro Tartamèlla, Robèrta Moschèlla
con la partecipazione straordinaria di
Alessandro Macrì, Matteo Dell’Isola
Federico Tala, Gabriele Tala, Margherita Tala
mùsiche dal vivo di Mauro Vero
ingrèsso gratùito – la cittadinanza è invitata
La serata, organizzata presso gli spazi del Teatro dell’Attrito di Imperia, in Via Bartolomeo Bossi n° 43, coinvolgerà i bambini con i loro genitori, gli insegnanti e la cittadinanza, nell’ascolto di favole esopiche tratte dall’antologia “UN GIORNO E UNA NOTTE – 157 FAVOLE DI COMUNITÀ” di Pietro Tartamella – La Ruota Edizioni.
I Narratori di Macondo con le voci di Pietro Tartamella, Roberta Moschella, Lauretta Dal Cin, Nerina Neri Battistin e le voci di Alessandro Macrì, Mattèo Dell’Ìsola, Federico Tala, Gabriele Tala, Margherita Tala, ragazzi della Scuola Primaria e della scuola Media di Imperia, accompagnate dalla musica dal vivo di Mauro Vero, porteranno gli ascoltatori in un mondo variopinto di favole esopiche le cui morali finali lasceranno un seme di riflessione.
L’antologia è la conclusione di un progetto sulle favole durato due anni che ha visto coinvolti un gruppo di detenuti della casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo, bambini della scuola elementare, studenti delle scuole medie e superiori, ragazzi disabili e alcuni scrittori.
Più di 600 persone coinvolte che hanno prodotto 450 favole di cui 157 selezionate per l’antologia.
Il progetto è stato segnalato con una menzione speciale nel 2017 al concorso e al relativo convegno nazionale “Persona e Comunità” indetto ogni anno da Cultura & Società.
Che còs’hanno i detenuti da insegnare alla società civile e ai bambini? I bambini hanno qualcòsa da insegnare ai detenuti? La disabilità ha qualcòsa da insegnare?
Poiché le fàvole esòpiche contèngono una “morale”, leggèndo le 424 pàgine di questa antologìa possiamo capire còsa essi hanno da insegnarci. Sono pàgine che vògliono rappresentare simbòlicaménte un “territòrio ideale” fatto di fògli e carta sì, ma dove, uno a fianco all’altro, convìvono questi differènti spicchi di cittadinanza.
Caratteristica particolare del libro è che è scritto con accentazione ortoèpica lineare, precisa scelta editoriale di Cascina Macondo, che consiste nella scrittura della lingua italiana con la regola di accentare obbligatoriamente non solo le parole tronche, come normalmente accade, ma anche le parole sdrucciole, e di segnalare con l’accento grave sulle sillabe toniche, il suono aperto della vocale “e” e della vocale “o”, trasferendo così al lettore tutte le informazioni utili e necessarie per un’esatta pronuncia della lingua italiana, senza dubbi o titubanze (il lettore leggerà con sicurezza “tragèlafo” parola sdrucciola, con il suono della “e” aperto, e non “tragelàfo” come parola piana; leggerà “scòrbuto” con il suono della “o” aperto, e non “scorbùto”; “callìfugo” e non “callifùgo”; leggerà “taràssaco” e non “tarassàco”. Una modalità di scrittura della lingua italiana molto apprezzata dai bambini, dalle insegnanti, dagli attori, dalle persone dislessiche, e soprattutto dagli stranieri.
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