Fantasticherie politiche
La politica è allo sbando. I problemi sociali, le tragedie dell’Afganistan, la crisi economica – ed ancor di più quella industriale – sono emarginate dal gossip generato da avventurieri alla dirigenza di questo paese. Questi anni passeranno alla storia come la personalizzazione della politica indirizzata alla difesa degli interessi personali. Il caos politico (divorzi e acquisti) nelle rappresentanze parlamentari non hanno fatto perdere agli Italiani l’arte della fantasia. Ancora una volta sono stati coniati termini patriottici, come: “Patto di stabilità”, “Patto di salvezza nazionale” e “Gruppo di responsabilità nazionale”. Termini usati, in realtà per tenere a galla gruppi politici o singoli parlamentari. Non sono bastati gli anni degli Yuppies, l’era Craxiana, con la svalutazione della Lira dal 10 al 15% ogni sei mesi. Pensavamo di essere ricchi ed industrializzati, in realtà si creava debito (pubblico) ed agevolazioni economiche e fiscali per gli industriali. L’illusione del benessere, un debito pubblico ritenuto un numero contabile (realtà ancora viva), il lavoro ritenuto un connubio di corruzione politica e sociale, il liberismo dell’economia di borsa (speculazione e capitali nelle isole fiscali), le industrie latitanti nelle cattedrali di cemento del sud, l’affossamento di sviluppo e ricerca, la politica nelle balere, le feste e la nascita dei talk show. L’Europa ha iniziato a chiederci regole e contabilità reale. È iniziato il risveglio degli italiani, drogati di debito pubblico e di tasse utilizzate per la classe politica e non per erogare servizi ai cittadini. Le industrie non sono state in grado di assorbire l’impatto. Nel 2010 le ore di cassa integrazione sono aumentate del 31,7% rispetto al 2009, molte le fabbriche chiuse e a rischio di chiusura. Lo scarso investimento nella ricerca e nell’innovazione hanno reso la nostra industria mera esecutrice di brevetti stranieri, pronti a migrare dove il costo del lavoro è minore. Il Governo, nel contenere la crisi, ripercorre la strada dei condoni, elargendo privilegi alla classe benestante e sacrifici alla classe operaia. Le banche, con le braccia corte, stringono i cordoni della borsa, dimenticando la loro solidità acquisita con tassi da strozzini (negli anni 80-90 si andava a ritmi del 14-18%). Un progetto, una giovane iniziativa, non sono finanziabili se non garantiti al 200%. I Governi degli ultimi 20 anni hanno inventato l’insicurezza del lavoro: lavoro subordinato o interinale, lavoro a progetto, ecc. Tutte queste azioni sono rivolte ad agevolare gli imprenditori, per spronarli ad assumere ed investire nel lavoro. La continuità della richiesta di questo servizio dovrebbe, dopo aver addestrato il lavoratore, trasformare la precarietà del contratto in lavoro stabile indeterminato. Nelle nazioni serie con imprenditori propensi allo sviluppo aziendale sarebbe un ottimo investimento. In Italia, un’azione mirata all’inserimento nel mondo del lavoro è divenuta una prassi di assunzioni e licenziamenti, priva di investimenti industriali orientati esclusivamente all’abbattimento dei costi del lavoro e al solo incremento economico. Questo sistema cancellerà la specializzazione degli operai, incrementando la precarietà, il ricatto economico e la perdita di qualità delle lavorazioni. Abbiamo assistito a dichiarazioni sconcertanti del Governo, pronto giustificare azioni di fuga industriale dal nostro paese. Considerato l’alto tasso di disoccupazione, esiste la grande difficoltà (purtroppo) delle donne ad entrare nel mondo del lavoro, e dei giovani che non trovano un inserimento nell’attività produttiva. Record di disoccupazione giovanile al 30%. Chiaramente l’esecutivo è impegnato in problemi molto più seri e nobili. Aiutare ragazze bisognose ampliando la mensa della Caritas, elargendo finanziamenti (individuali) per avviare attività redditizie, risolvere il problema degli alloggi. Il Natale è passato, Babbo Natale resta, e con l’aiuto della Befana (considerata l’ampia credulità fantasiosa degli Italiani verso i politici) i nostri problemi saranno ben presto risolti, e nuovamente vincerà l’amore sull’odio.
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