EVOLUZIONE DEL LINGUAGGIO IN TEMPO INFORMATICO: la netiquette
Con la Dad, didattica a distanza, è stato divulgato un nuovo termine, nuovo almeno per me, netiquette. Intuitivo, certo, nel caso della situazione scolastica mi pare corretto non mangiare mentre si fa lezione; avere un abbigliamento consono; non lasciare in giro oggetti o persone che potrebbero essere causa di distrazione e comunque essere estranee a un ambiente educativo; utilizzare un linguaggio e un tono appropriati in questo contesto.
Certo, possono capitare imprevisti e talvolta sono esilaranti, se condivisi sui social. Meno esilaranti sono invece i comportamenti e gli interventi di quegli utenti che ignorano quanto questa forma educativa, coniata in era informatica, raccomanda.
Intanto diciamo documentandoci, che il termine nasce dall’unione di due parole: il francese etiquette ( codice di comportamento che definisce una serie di regole sociali) e l’inglese net ( informatica); è stata coniata per favorire il rispetto tra gli utenti del web. Sinteticamente la Treccani la definisce “ etichetta della rete (informatica )”.
Bastano semplici regole, a volte anche dettate dal buon senso e dall’educazione per tenere un comportamento corretto davanti a un computer.
Intanto il fatto di non poter essere fisicamente nello stesso luogo con altra gente, non significa che possiamo prenderci delle libertà che non prenderemmo se fossimo presenti di persona personalmente per dirla alla Catarella; poi indica le modalità di comunicazione che hanno come prima finalità il rispetto degli altri, con l’ausilio del buon senso e ricordando che quel che si scrive, resta e a volte ferisce.
Nell’uso pratico si tratta, traggo dalla rete, di comunicare con umanità e chiarezza. Come?
Leggendo con attenzione e intervenendo rispettando le opinioni degli altri; cercando di esprimerci con chiarezza, focalizzando l’argomento e cercando di essere sintetici; evitando di inviare notizie non vere (non facile, lo so in questa giungla di false notizie) e catene di Sant’Antonio; facendo attenzione al “tono”, aiutandoci magari con faccine ed evitando l’uso della maiuscola che equivale a un linguaggio aggressivo. Infine, ma non ultimo, anzi più importante ci si deve impegnare a evitare insulti, linguaggi irrispettosi che alimentano odio e aggressività, messaggi ostili che innescano discussioni con l’uso di toni e parole pesanti.
Come dire? In un luogo pubblico non virtuale non credo che persone civili si lascerebbero trascinare dall’aggressività e dall’ostilità ragionando con chi la pensa diversamente sulla politica, religione, sport, cultura, cronaca… anche se anche in tv non si hanno buoni esempi, purtroppo.
A maggior ragione mantenere un contegno e un comportamento corretto sarebbe ancora più doveroso davanti una tastiera e un monitor. Basta un po’ di educazione. Netiquette, appunto.
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