EVIVA I SPOSI, TUTTO ESAURITO AL TEATRO CIVICO DI ROCCA DI PAPA
Come sempre tutto esaurito, quando sul palcoscenico salgono gli attori de La Strana Compagnia, stavolta impegnata in una nuova rappresentazione, Eviva i sposi!, commedia scritta, diretta e interpretata da Mario Giovanetti in vivace dialetto rocchegiano, insieme a Luigi Mele, Fabrizio Castri, Massimo Onesti, Andrea Cocozzoli, Luca Brunetti, Angelo Querini, Gilberto Fei tutti attori dilettanti, ma non per questo consumati interpreti che, di volta in volta, confermano la loro naturale bravura. Quest’anno sul palcoscenico, per la prima volta ha calcato la scena Donatella Casciotti, prima e unica interprete femminile in un cast che da sempre imbastisce commedie recitate solo da uomini, coinvolti anche in ruoli muliebri, veritiere matrone rocchegiane di una grazia e savoir faire tutto nostrano e assolutamente verace. Gustosa la storia di un improbabile matrimonio tra due famiglie di acclarata fede sportiva … opposta! Laziali i familiari del giovanotto che combina il guaio con la giovane Hillary… e già il nome dice tutto sulla preferenza sportiva della sua famiglia. Si ride di gusto, ci si diverte e ci si bea nel sentire il nostro dialetto rocchegiano com’era una volta, mentre la trama scorre: lo choc iniziale dei genitori alla notizia di doversi imparentare con tifosi di squadre antagoniste nel derby laziale; i preparativi del matrimonio, le ciambelle degli sposi, la scelta dell’abito della sposa… una battuta dietro l’altra che il pubblico non riesce a smettere neanche per un attimo di ridere. Il vero dramma sarà la scelta del nome del nascituro: Francesco o Ciro? Chi vedrà, saprà. Le repliche sono previste anche per la prossima settimana, ma molti sperano in altre ancora, visto che i posti sono ormai tutti prenotati.
Che dire? Bravi tutti: da anni la Strana Compagnia regala commedie in vernacolo che sono un vero spasso e gioca sui difetti, sui pregi, sui soprannomi, sui mestieri caratterizzando luoghi, personaggi e situazioni che nella realtà a volte capita di osservare senza prestare attenzione. Un modo simpaticissimo per stigmatizzare le nostre particolarità, prendendoci bonariamente in giro con tanta ironia e offrendo spunti di riflessione e ricordi d’un tempo passato dove forse i rapporti umani erano molto più diretti e genuini. Bravi tutti! Evviva la Strana Compagnia!!
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