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Evitare il default della natura protetta nelle Marche

Evitare il default della natura protetta nelle Marche
Gennaio 14
15:31 2016

Resta irrisolto il rischio bancarotta per gli enti gestori delle Aree naturali protette
Il WWF Italia sollecita l’iniziativa della Regione per immaginare insieme un futuro sostenibile per Parchi e Riserve

 Dopo il default di Banca Marche, anche la “Banca della Natura marchigiana” rischia una sorte analoga. Il sistema delle aree protette regionali, formato da 4 parchi e 6 riserve naturali (cui si aggiungono due parchi nazionali), custodisce il capitale naturale di questa regione e oggi rischia seriamente la bancarotta dopo l’approvazione dell’assestamento del bilancio nella seduta del Consiglio regionale di martedì scorso.

L’allarme “default” per la natura protetta delle Marche è stato rilanciato questa mattina dal WWF Italia in una conferenza stampa ad Ancona a cui hanno partecipato il Vicepresidente nazionale dell’Associazione, Dante Caserta, il Delegato regionale, Jacopo Angelini, e il Direttore della Riserva Regionale Ripa Bianca di Jesi, David Belfiori.

Conti alla mano, il WWF Italia ha presentato l’origine della crisi finanziaria degli enti gestori e i problemi che devono trovare una rapida soluzione per evitare la paralisi operativa dei parchi e delle riserve naturali regionali.

Le aree protette delle Marche chiuderanno il bilancio 2015 con un passivo di 900.000 euro in conseguenza della riduzione delle risorse in assestamento di bilancio (da 2.100.000 euro, cifra assicurata ad inizio anno come incomprimibile, ad 1.200.000 euro).

È gravissimo che il taglio sia avvenuto alla fine dell’anno quando ormai tutti i fondi sono stati già spesi o impegnati. La stessa Regione, che ancora pochi mesi invitava a spendere i fondi disponibili per giungere ad una rapida rendicontazione, a dicembre taglia della metà il budget di previsione che viene di regola deciso all’inizio dell’anno proprio per consentire una corretta pianificazione.

La riduzione del 50% dei fondi destinati alle spese correnti del 2015, crea una forte difficoltà economica agli enti di gestione per l’impossibilità di rientrare delle anticipazioni effettuate e pagare i fornitori, con conseguente possibilità di chiusura in negativo dei bilanci. Tutto questo deve essere assolutamente evitato e deve essere individuata una precisa strategia per risanare i bilanci e per garantire la certezza e la tempestività dei fondi a disposizione di parchi e riserve per pianificare la gestione.

Nel bilancio di previsione 2016 sono stati stanziati 1.700.000 euro: si tratta di un apprezzabile passo in avanti rispetto al 2015, annunciato dalla Regione dopo il “Twitter storm” lanciato dal mondo ambientalista in difesa delle aree naturali protette, ma la cifra rimane sempre insufficiente per garantire un’efficace gestione del patrimonio naturalistico regionale.

E non è solo un problema ambientale. Le aree protette sono un importante strumento di conservazione e valorizzazione della natura, ma rappresentano anche il cuore della green economy e costituiscono un volano per lo sviluppo sostenibile.

Del resto è ampiamente noto che un euro investito nelle aree protette viene sempre restituito aumentato in termini di valore di capitale sociale, naturale ed economico.

Il WWF è consapevole della situazione di difficoltà economica che attraversano le Regioni, ma tagliare così drasticamente i fondi per le aree protette, dopo che sono stati azzerati i fondi per l’educazione ambientale, equivale a decretare la paralisi di un intero settore.

In una fase di minore disponibilità economica, che non sembra terminare a breve, e in un generale quadro di riassetto della governance del territorio, probabilmente è anche necessario riflettere sul modello di sistema delle aree protette della Regione Marche al fine di ottimizzare le risorse a disposizione e continuare a garantire una efficace conservazione e una sapiente valorizzazione del patrimonio naturale secondo obblighi istituzionali in applicazione di Direttive europee, Leggi dello Stato e della stessa Regione Marche.

Preservare la biodiversità, oltre ad essere un dovere morale per le generazioni future, è un preciso obbligo dettato dall’Unione Europea con le due Direttive “Habitat” e “Uccelli” e la relativa rete Natura 2000 che costituisce un cardine dello sviluppo sostenibile comunitario per il quale vengono assegnati specifici finanziamenti nell’ambito dei diversi Fondi comunitari (FESR, FEASR, LIFE, ecc.).

Il WWF Italia sollecita un’iniziativa urgente da parte del Presidente della Giunta Regionale Ceriscioli, dell’assessore all’ambiente Sciapichetti e di quello al bilancio Cesetti, con l’istituzione di un tavolo tecnico per individuare le adeguate soluzioni per superare il momento di forte crisi finanziaria, scongiurare il default economico degli enti gestori delle aree protette e individuare azioni e strategie.

Il WWF Italia chiede alla Regione Marche che il percorso di ottimizzazione gestionale del sistema delle aree protette sia affiancato da una precisa azione di facilitazione dell’utilizzo delle misure dei Fondi europei nelle aree protette, con parchi e riserve come beneficiari: questo è fondamentale per moltiplicare le risorse regionali e costituisce una importante opportunità che non deve essere sottovalutata dalla Regione e dagli stessi Enti gestori come è avvenuto in passato. La programmazione 2014/2020 del POR e del PSR rischia di essere un’altra occasione mancata in tal senso (la Regione Marche non ha attivato le misure per la biodiversità nel POR e gli Enti gestori dei Parchi e Riserve risultano beneficiari diretti in pochissime delle misure attivate).

Per far fronte al grave momento di difficoltà economica la Regione Marche è sollecitata ad avviare anche un’azione politica d’intesa con gli Enti gestori delle aree protette regionali per immaginare insieme un futuro durevole per la conservazione della natura: questo è un obiettivo che non ammette fallimenti.

Come sempre il WWF Italia è pronto a dare il suo contributo per una natura marchigiana capace di futuro.

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